PAOLO UCCELLO a Prato: fiaba e gioco e grande Pittura!

0Del recente viaggio degli amici e colleghi TOGNARELLI e GOVERNATORI a Prato, ne rimane la forte impressione ed emozione di cui abbiamo scritto recentemente su Filippo Lippi, e questa, altrettanto poderosa di cui ne parliamo oggi, sul Maestro PAOLO UCCELLO: cioè del …“pittore celeberrimo Paolo di Dono, soprannominato Paolo Uccello, nato nel 1397 da un barbiere fiorentino, Dono di Paolo, e morto nel 1475”….un pittore che opera…”trent’anni dopo la morte di Masaccio…….dopo….il grande capitolo del Primo Rinascimento, quello di Brunelleschi, che ne è il padre, di Donatello e di Masaccio”……(Federico Zeri, Un velo di silenzio, Ed.BUR Arte 2003)

Tognarelli scrive:….”Gli affreschi di Paolo Uccello sono molto in alto e con poca luce e con Governatori ci siamo soffermati ad osservare quel suo rigore spaziale al quale fa da contrappunto quel suo gusto un pò goticheggiante (era nato nella cerchia del Ghiberti): la flessuosità della figura che scende le scale e le tre figure sulla destra (un pò tardogotiche), e che colori chiari, luminosi e potenti sul fondo…..vedi mattonelle di fondo e coperta rossa….. e però quanto affascinante. La stessa cosa per il frammento di paesaggio, anche questo quanto deve all’azione del tempo?! Quel cielo così intenso e quelle luci che vivono di una forza pittorica potentissima! L’insieme del nuovo e del “vecchio” fanno un qualcosa di affascinante e potente, VERO per lui …… per noi misteriosamente coinvolgente. Pittoricamente modernissimo”……

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Mentre Governatori scrive:….”E’ stato per me sorprendente Paolo Uccello, molto diverso dagli altri. E’ la prima volta che mi appare così , scriverò qualche cosa più avanti……realmente con lui finisce una sua ricerca molto diversa dagli altri, più realistici …….nella pittura del 400 c’è il segreto che supera il provvisorio , il metereologico. Paolo Uccello l’ho scoperto ora, prima non lo avevo visto così, fa una pittura con una luce non naturalistica. e domina il colore inventandolo”…..

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Federico Zeri, da Storico e Critico dell’Arte (ma non da Pittore), vede Paolo Uccello in forma piuttosto riduttiva:…..”Grande non significa però che egli sia uno dei padri del Rinascimento. Molto spesso i quadri dei gruppi anonimi attribuiti a Paolo Uccello sono dei veri e propri divertissement. Si sente un artista il quale giocherella con la prospettiva ma creando dei veri e propri gioielli, non certo cose da buttar via”…..”Quindi siamo di fronte a un artista di radice gotica il quale sente in modo profondissimo la ricerca prospettica e non riesce assolutamente a svincolarsi da un mondo fiabesco e di narrazione divertita”…..

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Ma poi Federico Zeri parlando degli affreschi di Prato aggiunge…”Esiste tuttavia un gruppo di opere di grande bellezza e di altissima qualità che alcuni critici attribuiscono, credo con ragione, al primo periodo dell’arte rinascimentale di Paolo Uccello, dopo l’abbandono della maniera trecentesca del Tabernacolo (dei santi Lippi e Mattia, nei depositi della Soprintendenza a Firenze, N.d.R)……”I più interessanti sono gli affreschi della Cappella Bocchineri nel Duomo di Prato, con Storie della vita della Vergine, nei quali, accanto a Paolo Uccello, alcuni scomparti sono dovuti ad Andrea di Giusto, un mediocre seguace di Masaccio. Ma le parti che vengono attribuite a Paolo Uccello sono di una potenza straordinaria e indicano una ricerca prospettica estremamente acuta e profonda”….. (Federico Zeri, op.cit.)

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