Al MAGA di Gallarate gli anni ’80 camaleontici

1982, LONATE POZZOLO, VARESE, DIPINTO MURALE SULLA CUPOLA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI

1982, LONATE POZZOLO, VARESE, DIPINTO MURALE SULLA CUPOLA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI

Nel decennio del 1980, dopo la caduta degli dei, effettivamente la situazione si era fatta “camaleontica”, e al Museo di Arte di Gallarate (Varese-Italia) c’è attualmente in mostra una carrellata di prodotti artistici e culturali che riflettono quel periodo “di plastica”.

In quel glorioso decennio c’era anche tutta una umanità che si opponeva alla “plastica” e che cercava di aprire nuovi sentieri in terreni poco o niente conosciuti.

Un sacco di gente creativa, di artisti, di scienziati, di poeti che hanno poi, chissà, forse dovuto emigrare….

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Modigliani è passato da Gallarate.

modigliani-autoritratto.jpgIl mistico profano” Omaggio a Modigliani 19 marzo – 19 giugno 2010 MAGa, Museo d’Arte di Gallarate.

In questi giorni stavo pensando che Modigliani da Gallarate ci è passato davvero e varie volte dal 1906 in avanti, andando e tornando da Parigi.
Gallarate, la vecchia stazione ferroviaria, e Modigliani che ci passa in treno, magari sonnecchiando vede dai finestrini questa stazione e questa cittadina senza nessuna emozione particolare……forse è tra i primi viaggiatori a percorrere la nuovissima Galleria del Sempione appena inaugurata, direzione Parigi Gare de Lyon.
Lascia alle spalle la vecchia Stazione Centrale di Livorno e la vecchia Stazione Centrale di Milano (di cui alcune parti sono ancora visibili nella Villa Caproni di Vizzola Ticino, oggi Hotel Villa Malpensa) e, di fronte, lontano, la famosa Gare de Lyon alla fine del viaggio. Continua a leggere

Due buone notizie da Gallarate: il MAGa

maga.jpgLa prima buona notizia è che il MAGa si chiama MAGa, cioè “Museo d’Arte di Gallarate”, così, semplicemente, senza la faziosa dicitura “Contemporanea” che…” è un’espressione abbastanza generica…..ma sufficientemente esplicita perché l’interlocutore comprenda che si parla d’una certa forma d’arte, e non di tutta l’arte prodotta da tutti gli artisti oggi viventi e che dunque sono nostri contemporanei…” (C. Millet, L’Art Contemporain, Flammarion, Paris 1997,p.6.)
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