Modigliani è passato da Gallarate.

modigliani-autoritratto.jpgIl mistico profano” Omaggio a Modigliani 19 marzo – 19 giugno 2010 MAGa, Museo d’Arte di Gallarate.

In questi giorni stavo pensando che Modigliani da Gallarate ci è passato davvero e varie volte dal 1906 in avanti, andando e tornando da Parigi.
Gallarate, la vecchia stazione ferroviaria, e Modigliani che ci passa in treno, magari sonnecchiando vede dai finestrini questa stazione e questa cittadina senza nessuna emozione particolare……forse è tra i primi viaggiatori a percorrere la nuovissima Galleria del Sempione appena inaugurata, direzione Parigi Gare de Lyon.
Lascia alle spalle la vecchia Stazione Centrale di Livorno e la vecchia Stazione Centrale di Milano (di cui alcune parti sono ancora visibili nella Villa Caproni di Vizzola Ticino, oggi Hotel Villa Malpensa) e, di fronte, lontano, la famosa Gare de Lyon alla fine del viaggio.

scultura-testa-parigiPensando a questi curiosi avvenimenti, come una strana coincidenza ricevo una email dell’amico Pittore pisano GIANFRANCO TOGNARELLI che dice:  :
“Carissimo Sergio, sei tu che l’hai voluta questa mostra o questi per dispetto l’hanno fatta ora che non ci sei???…..al MAGA di Gallarate “il mistico profano” !!!!!!! Alias Amedeo, in arte Dedo o Modì, ma quando è passato da Gallarate??? Chissà magari è una bella mostra…. chiederò a Erminio
Ciao Gianfranco”…..

Quando Modigliani è passato da Gallarate? Appunto, quando andava e tornava da Parigi, probabilmente.
E’ lo stesso percorso che io ho fatto mezzo secolo dopo:  Gallarate vecchia stazione, Sempione, Gare de Lyon, per ripercorrere le orme, le tracce, la vita di colui che era stato il mio primo maestro personale: lui proveniente da Livorno e io (suo giovane alunno ideale), da Cavaria…….entrambi scappando a Parigi per trovare ossigeno, per respirare, per la Pittura: i tempi di Modigliani assomigliano abbastanza, per alcuni aspetti, ai tempi degli anni ’60 nel varesotto:
“….i giovani di quel tempo nutrivano spesso sentimenti schiettamente antiborghesi: non democratici, tanto meno socialisti, anzi pervasi di edonismo, nutriti dalla volontà di godere la vita e inebriarsene, smaniosi di fare della propria esistenza un’opera d’arte, anche se ciò significava sconfinare nell’asocialità e nel disprezzo della moralità corrente……”
“…..Secondo la figlia (di Modì n.d.r.), nella sua formazione entrarono riflessi più o meno deformati del socialismo di Emanuele, del populismo vagamente anarchico della zia Laura, della mitologia ‘garsiniana’ che va dallo scomunicato Spinoza al principe rivoluzionario Kropotkin. Un amalgama caotico, arricchito dai lasciti elargiti dal nonno Isacco durante quelle splendenti passeggiate…..” (Modigliani, Corrado Augias, Oscar Mondadori 1998)

(Pero’ quella formazione apparentemente “caotica” non impedì una assoluta chiarezza di idee sull’Arte e sulla vita, come quando scrisse sul margine di un suo disegno: ……”La vita è un dono: dei pochi ai molti, di coloro che hanno e sanno a coloro che non hanno e che non sanno”!)

All’inizio degli anni ’60 a Gallarate in treno io ci andavo tutti i giorni, alla scuola Ponti, e ad un certo punto dalla vecchia stazione (quella che ha visto sicuramente Modigliani di passaggio da e per Parigi) ci hanno trasferiti nella nuova stazione tutta vetri e acciaio (attualmente rotta, sporca e in rovina). E in questo vai e vieni io a 14 anni, ispirato appunto dalle opere del maestro Modigliani ho deciso di fare il PITTORE, e finora l’ho fatto, credo decentemente e dignitosamente.

Ma era anche come se Modigliani mi suggerisse di “scappare” da quel mondo conformista, provinciale, bigotto, ricco e consumista.
Ho iniziato viaggiando a Parigi, ma alla fine mi sono trasferito a Firenze….alle nostre radici.
Perché Modigliani, UNICO, tra i colleghi della École de Paris, non ha voluto “rompere” con il passato…anzi era estremamente orgoglioso delle sue radici italiane, e la sua ricerca partiva direttamente dal trecento e quattrocento toscano e senese: da Giovanni Pisano, da Tino da Camaino, dalla Santa Caterina di Andrea Vanni, da Duccio e Simone Martini, ma anche da Masolino, Masaccio, Piero della Francesca ecc.

modigliani_diego_rivera.jpgE questo è estremamente importante. Perché si dice che Modigliani era difficile da inquadrare nei movimenti di avanguardia di allora? Perché le sue opere non sono concepite per “rifiutare” o “rompere” con il linguaggio della Pittura, con il passato e con la Storia dell’Arte Italiana.

Modigliani adesso, dopo altri 50 anni è arrivato di nuovo a Gallarate, però non passandoci svogliato e sonnecchiante, ma per presentare un nutrito numero di suoi capolavori.

A Gallarate? E perché? Proprio lui, che detestava i movimenti avanguardistici suoi contemporanei!!!!!
Sarà che lo si sta manipolando o strumentalizzando solamente in quanto famoso rappresentante di un “passato recente forte”…….indipendentemente dal contenuto della sua vita e delle suo opere? Perché non un altro famoso avanguardista di quelli che “rompevano” o un nuovo nuovo, di quelli che credono di continuare a “rompere” con il passato?

“….Nella primavera del 1911 Latourettes va a trovarlo e gli chiede se ha qualche lavoro da mostrargli. Risponde: ‘Nella mia testa dipingo almeno tre quadri al giorno ma perché sprecare le tele? Tanto nessuno li comprerebbe’…..”
“….Amedeo è circondato dall’indifferenza, quando non dall’ostilità…
….La prima vera ‘mostra personale’ apre quindi i battenti nel giorno stesso in cui Amedeo viene portato alla tomba”…..(op.cit.)

Ho visto le foto della mostra, l’allestimento così “professionale”, ricco, asettico, neutrale, freddo, esagerato, conformista (e senz’anima)…e il mio scetticismo è aumentato.
Che cosa ci fa Modigliani a Gallarate?
Non so, non me lo so spiegare caro amico Gianfranco Tognarelli.
So solo che lì qualche cosa non funziona, e probabilmente solo il tempo e la Storia diranno che cosa NON funziona in questa Mostra di Modigliani a Gallarate……..come inaugurazione del nuovo MAGa..

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