Vadavia a l’organ

L'organo di San Salvatore a Gerusalemme

Io sono un frate di quelli che non dicono messa, per cui faccio tanti altri lavori, come quello di co-dirigere una scuola di musica classica, unica per genere e problematiche, con il 70% di insegnanti Israeliani e l’80% di studenti Palestinesi a Gerusalemme Est, città contesa appunto tra israeliani e palestinesi. In questo periodo sono molto occupato, con un sacco di scadenze e impegni che mi assorbono completamente nel mio particolare. Tuttavia anche i dettagli in questa terra subiscono a volte gli influssi della situazione politica, specialmente a Gerusalemme. Eccone un esempio.

Tra le altre cose, nel mese di ottobre organizzo una rassegna organistica internazionale (ANCORA SENZA SPONSOR, per chi fosse interessato). Siccome uno degli obbiettivi della mia scuola è quello di diffondere la musica classica occidentale nel contesto della società araba, storicamente meno interessata a questo tipo di repertorio, decido di mettere la pubblicità sul quotidiano arabo più diffuso, che si chiama Al-Quds (Al-Quds è il nome arabo di Gerusalemme). Voglio fare un bel lancio, perché a inaugurare la stagione ho messo un giovane musicista palestinese di origine armena, Haig Vosguerichtian, che è anche il nostro primo diplomato, ora musicista professionista. Haig ha iniziato a studiare pianoforte e organo da noi al Magnificat Institute (la scuola di musica della Custodia di Terra Santa, appunto), poi l’abbiamo mandato a laurearsi al Conservatorio di Vicenza –con il quale abbiamo una convenzione- e adesso insegna da noi ed è organista titolare della Basilica dell’Annunciazione di Nazaret. Con lui incomincia a realizzarsi la scommessa di P. Armando Pierucci, il fondatore della scuola, organista del Santo Sepolcro e primo maestro di Haig: dimostrare che la musica non serve solo a creare socialità e cultura, ma anche posti di lavoro. Metto allora una bella pubblicità con una bella foto e, già che ci sono, aggiungo in piccolo anche le altre date della rassegna con il nome dell’organista e la provenienza; Fagiani viene dall’Italia, De Pol dalla Germania.

Ma il problema è proprio la provenienza. Ho in cartellone un palestinese armeno di Gerusalemme Est (Haig) e un ebreo israeliano emigrato in Galilea dall’Ucraina (Krasnovski). Se metto Israele per tutti e due Haig non suona, perché per lui (come per quasi tutti gli stati rappresentati alle Nazioni Unite) Gerusalemme Est non è Israele e di sicuro lui non si sente Israeliano; se metto Palestina, la pubblicità di un concerto si trasforma in dichiarazione politica e questo potrebbe avere qualche ripercussione sulla Custodia di Terra Santa, ma soprattutto –per l’evento che ora mi interessa- sul Jerusalem Post (il più diffuso quotidiano ebraico), che mi toglierebbe probabilmente l’ospitalità gratuita dall’agenda degli spettacoli. Allora metto Gerusalemme, che così ognuno l’intende a modo suo e tutti sono contenti. Per omogeneità, all’organista israeliano tolgo la provenienza statale e metto anche a lui quella cittadina: Carmiel, un paesello del nord della Galilea non distante da Nazaret.

Mi telefona la ragazza che mi fa da ufficio stampa per la lingua araba:
“Abuna Riccardo, c’è un problema”.
“Che problema?”.
“Non posso fare la pubblicità a uno di Carmiel, perché è un insediamento israeliano”.
E io ribatto: “Ma che Acaz dici? (Acaz è l’antico re d’Israele che ebbe a che fare col profeta Isaia): tutta la Galilea è israeliana, nessuno ne fa più questione, nemmeno gli arabi che vivono lì e che sono cittadini israeliani. E poi Krasnovski non è mica la prima volta che suona a Gerusalemme Est e nessuno ha mai protestato!”.
E lei: “Sì, ma io sono di Ramallah (la Milano palestinese, per intenderci) e faccio parte di un gruppo anticollaborazionista che boicotta la cultura israeliana, per cui questa pubblicità non mi sento di farla”.
“Ma vadavia a l’organ!”, volevo dirle per stare in tema; invece prendo tempo. Ma di tempo ce n’è poco e devo risolvere ‘sta faccenda. Si tratta solo di mettere una pubblicità a pagamento per una rassegna di organo e mi trovo tra i piedi un intrigo politico, perlomeno quello nella mente della mia PR pasionaria. Decido: per la provenienza di Krasnovski metto Ucraina sulla stampa palestinese e lascio Carmiel su quella israeliana. Ma sì … così aggiungo anche un tocco di internazionalità in più. Comunque quando la Palestina da entità geografica diventerà entità politica, mi facciano sapere, tanto per non rompersi i viburni. (A sproposito: è vero che la Brianza è diventata Provincia?).