La Madonna è tornata a Gerusalemme

IMG_5242 la veggente e la madonna

La Madonna è tornata a Gerusalemme, cioè a casa sua. Se è vero che sabato 24 agosto 2013 è apparsa alla veggente Viscka di Medjugorie nella chiesa di San Salvatore a Gerusalemme, allora la Madonna è tornata nella sua città natale, dove anche ha vissuto gli ultimi anni della sua vita.

Secondo una celebrata e antica tradizione, Maria di Nazaret è nata a Gerusalemme da Gioacchino ed Anna. E infatti l’8 settembre la Custodia di Terra Santa va in pellegrinaggio ufficiale non a Nazaret, ma alla chiesa di S. Anna a Gerusalemme presso la porta dei Leoni, dove si venera il luogo della nascita di Maria. A Gerusalemme Maria è tornata probabilmente dopo aver visitato la cugina Elisabetta ad Ein Karem, poi con il neonato Gesù per la Presentazione al tempio, poi una decina di anni dopo durante una Pasqua (quando lo perse di vista e lo ritrovò a predicare nel tempio), quindi durante i giorni della Passione, Morte e Risurrezione del Figlio, per poi risiedere stabilmente presso il Cenacolo sul Monte Sion, che fu la sua ultima dimora terrena, dove presiedette alla nascita della Chiesa nella Pentecoste e dove è morta, per essere poi sepolta nel cimitero della valle del Cedron presso il Getzemani, da dove è stata assunta in cielo anima e corpo. Poi più niente fino a ieri.

Io finora ci credevo a Medjugorie, perché ci credeva P. Livio di Radio Maria.
Perché P. Livio è “un carognino” –nel senso buono- cioè non è un credulone o un baciapile, non è uno che gliela conti su. P. Livio, secondo me, non è uno facile da convincere, e questa per me costituiva una garanzia su fatti di Medjugorie, visto quanto gli è devoto, e che ci va in vacanza tutti gli anni. E ancora ci credo: credo a quello che dice P. Livio e penso che la Madonna abbia a che fare con Medjugorie.

Ma non credo che questi veggenti siano tali. Dopo che ho visto questa Viscka in azione a Gerusalemme, e le ho parlato, e le ho fatto domande precise, alle quali lei ha risposto sinceramente e con molta disponibilità, non ci credo. Io non credo che veda la Madonna, ma credo che lei creda di vederla. E credo soprattutto che la Madonna si serva di lei per attirare conversioni.

Questa veggente di Medjugorie non fa del male a nessuno, anzi fa del bene. Mai avevo visto la chiesa di San Salvatore (che è la parrocchia latina di Gerusalemme), così piena di popolo: poco clero, poche suore, soprattutto popolo. Un popolo composto e composito (anche cattolici maroniti, melchiti e sicuramente anche cristiani ortodossi), ordinato e raccolto in preghiera; una preghiera che è durata tre ore nella calura di una chiesa senza finestre. Un evento preparato, atteso e organizzato alla perfezione. Con tanto di servizio d’ordine e servizio sanitario pronto ad ogni evenienza e per la liturgia il coro della Custodia di Terra Santa con all’organo P. Armando Pierucci, organista del Santo Sepolcro.

Alle 18 è iniziato il rosario, dopo il rosario l’apparizione davanti alla statua della Madonna: la veggente si inginocchia improvvisamente, sorride e incomincia a parlare con la Madonna una romanza senza parole udibili. La chiesa è in assoluto silenzio e ai più è negata la vista della veggente che dà le spalle a chi sta in navata. Solo una corista particolarmente mistica ha una crisi e poi sviene, subito assistita dai sanitari. Poi è seguita la messa presieduta da Mons. William Shomali, vescovo ausiliare e vicario generale del Patriarcato, che durante tutta la serata ha avuto un comportamento molto sobrio, come si conviene, diversamente da alcuni sacerdoti, alcuni dei quali ho visto presentare alla veggente bambini malati, veri e in fotografia, da benedire, come se la Madonna fosse lei. Infine, dopo il saluto del parroco francescano di Gerusalemme P. Feras Hejazin, la testimonianza della veggente.

Viscka dice le cose che qualsiasi parroco di campagna potrebbe dire. O meglio (visto che molti parroci di campagna di oggi sono sapientoni laureati che parlano in ecclesialese) dice le cose che predicavano i parroci di una volta, che si facevano capire da tutti perché ripassavano cose che tutti già dovevano sapere, ovvero i principii della dottrina e della pratica religiosa, densi di sapienza cristiana. Cosa ha detto Viscka? Che la Madonna chiede la pace e la conversione, e invita alla confessione, al digiuno e alla preghiera fatta col cuore. La Madonna è contenta quando una comunità prega il rosario, perché il rosario è un’arma formidabile contro satana; ma ancora più importante è la messa e quando genitori e figli pregano insieme.

Forse non c’era bisogno di scomodare la Madonna per sentire queste cose. Mancano poi quei contenuti esclusivi che nelle rivelazioni certificate dalla Chiesa (Lourdes, Fatima) c’erano.Inoltre quello che Viska riferiva non era il messaggio che aveva ricevuto qui un’ora prima, ma presumibilmente il compendio dei vari messaggi avuti in precedenza, senza attinenza con i luoghi delle apparizioni, Gerusalemme compresa. Possibile che la Madonna che appare a Gerusalemme non abbia niente di specifico da dire alla chiesa di Gerusalemme, che è la Sua Chiesa, la Sua Casa?

Ed è proprio quello che ho chiesto alla veggente. Che mi ha dato una risposta generica che si può riassumere così: “La Madonna ha detto che è molto contenta di essere qui e dice di pregare”. Questa indifferenza della Madonna per la storia e la geografia dei territori in cui appare grazie ai tour di questa veggente mi sembra ancora più “incredibile” trattandosi di Gerusalemme. E infatti non ci credo. Però, d’altro canto, ci avrei creduto ancor meno se avesse detto: “Maria deplora che per recarsi da Betlemme a Gerusalemme per circoncidere il Figlio, oggi avrebbe dovuto passare il check point israeliano mostrando i documenti e le autorizzazioni e pregare Iddio che non la rimandassero indietro”.

Ma se spostiamo l’attenzione dalla veggente a tutto quello che le sta intorno, cioè a questa umanità orante e piena di speranza, vediamo veramente l’opera di Dio, che in una maniera o in un’altra chiama i cuori alla conversione.

E allora realizziamo che non è così interessante che qualcuno veda la Madonna, ma è sempre consolante sapere che la Madonna vede noi.

Santa Maria Vergine,
non c’è alcuna simile a te nata nel mondo tra le donne,
figlia e ancella dell’altissimo sommo Re, il Padre Celeste,
Madre del santissimo Signore Nostro Gesù Cristo,
sposa dello Spirito Santo;

prega per noi,
con san Michele Arcangelo,
e con tutte le Potenze dei cieli e tutti i Santi,
presso il tuo santissimo diletto Figlio,
nostro Signore e Maestro.

(San Francesco)

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Il posto dei cristiani tra Occidente e Medio Oriente

chiesa e moschea

Cari amici,porgo alla vostra attenzione un estratto dell’interessante commento di Riccardo Redaelli, uscito sull’Avvenire del 17 agosto dal titolo “Il posto dei cristiani”, scritto a seguito dei recenti attacchi alle chiese cristiane in Egitto e in Medio Oriente (che in realtà sono iniziati da almeno un paio di anni).

Non è purtroppo una novità: in Medio O­riente, negli ultimi decenni, non vi è stata crisi politica e di sicurezza che non abbia vi­sto le minoranze cristiane quali vittime de­signate, dall’Iraq post-Saddam all’Egitto, dal­l’Algeria degli anni 90 alla Siria oggi scon­volta dalla guerra civile. Agli occhi dei setta­ri, quelle comunità appaiono infatti come una presenza pericolosa: ora accusate di complottare contro i partiti dell’islam poli­tico – e quindi di essere il nemico subdolo che mina la rivoluzione – ora additati come portatori dei deprecati valori “occidentali” e dell’idea di democrazia. Dei “diversi” da al­lontanare o da schiacciare, perché testimo­niano la pluralità culturale e religiosa che è stata la caratteristica storica del Medio O­riente e che gli islamisti vogliono cancella­re a favore di una tetra e fittizia uniformità dottrinale.

Ed è paradossale pensare che le minacce ai cristiani del Medio Oriente vengano proprio perché essi incarnano i valori della tolleran­za e della democrazia, della pluralità reli­giosa e culturale, mentre in Europa avviene l’inverso: sempre più, la testimonianza del­l’essere cristiani è infatti dipinta come una sfida di retroguardia alla democrazia e alla tolleranza. Sulla sponda sud del Mediterra­neo vengono accusati di introdurre una de­mocrazia che minaccia la religione domi­nante, lungo quella settentrionale sono in­dicati come coloro che – in nome della reli­gione – sminuiscono la tolleranza e la ric­chezza culturale occidentale.
(…)
Tutto ciò avviene perché si è diffuso il pre-giudizio – sbagliato e autolesionista – che al­la crescente pluralità etnica e culturale del­le popolazioni europee si debba rispondere nascondendo le proprie radici e omettendo ogni riferimento alla cultura cristiana che permea le nostre società. È quel fenomeno che viene chiamato di “neutralizzazione” del religioso. Apparentemente opposto a quel­lo che sembra un “eccesso di religione” dal­l’altra parte del Mediterraneo, e che invece a esso è strettamente collegato.
Perché tut­to ciò fa parte di una difficile, faticosa presa di coscienza del mutamento delle nostre so­cietà e del problema conseguente di rico­noscersi nella pluralità senza per questo di­venire una società di “indistinti”.
“Riconoscere” significa accettarsi e non negare ad alcuno e ad alcun gruppo e comunità di fede che accetti le sem­plici ed essenziali regole dell’autentica de­mocrazia piena cittadinanza, libertà di esi­stere e di dare significato e contributo alla vita delle società di cui è parte.

Siria: un interessante reportage del Washington Post

combattente islamico

Oggi mi sento meno solo. Le notizie e le preoccupazioni sula deriva islamista della Siria (non solo islamica ma islamista) che da tempo vi segnalo sul mio blog, finalmente vengono riconfermate da un reportage di un giornale prestigioso e autorevole, il Washington Post, che avrà forse la sua influenza nel modificare – o almeno rettificare- le strategie politiche e comunicative dell’Occidente. La giornalista Liz Sly, scrive dal Libano, che è sempre stato il miglior orecchio per origliare gli affari siriani e dove i canali di comunicazione con la Siria sono i più storicamente collaudati.

E cosa scrive Liz? Quello che i lettori di Varese Terra Santa Blog già sanno:
– che il tentativo di rivoluzione iniziato da alcune parti della società siriana contro il regime di Assad sta per essere assorbito e soppiantato completamente dai terroristi di Al-Qaeda,
– che i ribelli di nazionalità siriana (compreso il loro Libero Esercito) hanno un’influenza sempre più marginale sia dal punto di vista militare che politico-organizzativo (e dunque –aggiungo io- possono dire addio alla loro lotta di liberazione nazionale),
– che i militanti di Al-Qaeda e i loro affiliati provengono soprattutto dall’estero,
– che il passaggio privilegiato per l’intrusione è la Turchia (leggi il mio blog del 5 febbraio 2012, ovvero prima che la guerra iniziasse) oltre all’Iraq,
– che i rapimenti e le vessazioni (l’articolo parla anche di decapitazioni) sono all’ordine del giorno nei luoghi dove questi gruppi sono presenti, e colpiscono indistintamente la popolazione, compresi gli attivisti politici, gli amministratori locali e gli operatori di pace, e che le zone sotto il loro controllo vengono interdette agli stessi ribelli siriani non islamisti,
– che però dei rapimenti non bisogna parlare per non fare aumentare il prezzo del riscatto e ostacolare le trattative (l’articolo cita specificamente il rapimento del gesuita italiano Paolo Dall’Oglio).

Liz Sly ci dà anche altre informazioni di cui non ero a conoscenza (anche perché io ho solo la conoscenza di dettaglio delle notizie che mi provengono da fonti dirette). Il più grosso di questi gruppi islamisti legati ad Al-Qaeda, nelle zone sotto il suo controllo, sta tentando un salto di qualità per costituirsi come uno stato vero e proprio, di cui ha già coniato il nome, che è tutto un programma: Stato Islamico dell’Iraq e del Levante. Questo gruppo sta tentando di inglobare nel suo progetto anche gli altri gruppi islamisti, i più grandi dei quali (come Jabhat al-Nusra) sono riluttanti; per non parlare dei gruppi di liberazione siriani i quali, vedendosi togliere la loro terra e svanire il loro sogno per mano di chi teoricamente era venuto in loro aiuto, vi si oppongono.

Dunque lo sviluppo della situazione siriana è tragico e prevedibile: oltre alla guerra contro Assad ci sarà la guerra per il potere dei gruppi islamisti tra di loro. Di conseguenza i profughi aumenteranno. Lasciatemi giocare un po’ alla fantapolitica, cosa che è concessa in un blog: se Assad resisterà a lungo controllando una parte significativa del paese (Damasco, Aleppo, il porto di Latakhie), nel resto della Siria verranno a costituirsi dei califfati in lotta tra loro. Una situazione peggiore dell’Afghanistan e dell’Iraq in una zona ben più strategica per l’Occidente dell’Afghanistan e dell’Iraq. E ciò richiederà un intervento diretto dell’Onu o delle principali potenze. Che dovranno tornare a riconsiderare la loro politica nei confronti di Assad.

È questo che il reportage di Liz Sly paventa, con interviste mirate ad esperti che lasciano insinuare il dubbio che la politica degli Stati Uniti sulla Siria sia stata finora fallimentare e controproducente per gli stessi interessi degli USA e dell’Occidente.

Leggi qui l’articolo completo del Wahington Post:
http://www.washingtonpost.com/world/al-qaeda-expands-in-syria-via-islamic-state/2013/08/12/3ef71a26-036a-11e3-9259-e2aafe5a5f84_story.html