UN VECCHIO PALLONE E TANTI PIEDI NUDI

Partita giocata venerdì 16 novembre 2012. Articolo scritto mercoledì 21 novembre.

Così, in questo ordinario venerdì pomeriggio di novembre, mi sono ritrovato nel bel mezzo di una partita di pallone.

Sono circondato da questi ragazzi, hanno si e no, dai dieci ai quindici anni.

Il sorriso è stampato sui loro volti, i denti sono serrati dall’impegno per riprendersi il pallone che, abilmente, il loro avversario gli ha tolto, l’energica tenacia è visibile sui loro visi, l’abilità e la destrezza è racchiusa nei loro piedi nudi.

Vi è tanto correre, avanti e indietro, per segnare il gol decisivo.

Due le squadre, miste, più numerosa, cavallerescamente, quella con le ragazze, le quali, con mia grande meraviglia, si sono dimostrate ben al disopra dei loro coetanei maschietti.

Zero le magliette, quelle belle con il grande numero appiccicato sopra, ma solo magliette lacerate e sporche, zero le scarpe con i tacchetti di plastica da 13 ma solo piedi nudi, capaci di passare sopra un sasso rovente ed appuntito senza dare il minimo segno di cedimento, zero le porte cosi come zero le reti dove insaccare i goal, ma solo due pali che sostengono i rispettivi canestri da basket, senza reticella, zero il bel campo da calcio, ma solo una colata di cemento incompleta che copre circa il 50% dell’area da gioco. Zero le canoniche ed immacolate righe bianche che indicano le aree di tiro, di penalty, di metà campo, ma solo immaginazione, per chi le ha conosciute magari dal vivo o forse le  ha potute vedere in televisione.

Così inizia la nostra partita, che partita che abbiamo giocato.

All’inizio eravamo in sei, poi in poco più di 10 minuti, in una 30ina.

Una partita dura fino alla fine, nessuno dei due team perdeva un solo colpo, pur di dare un mezzo vantaggio all’avversario.

Sui loro volti si leggeva la felicità e la vera gioia di farsi una partita col pallone niente di più, passando del tempo tutti insieme.

Dopo alcuni goal fatti, alcuni rigori sbagliati, alcune new entry la partita è andata terminando.

La partita iniziata alle 15:00, cogliendo l’occasione di grandi nuvole nell’azzurro cielo, che hanno temperato, in parte, con la loro stazza il torrido caldo, è andata fisiologicamente sfumando verso le 16:30.

Stato generale psicofisico: mio personale, no comment, quello degli altri standard, leggermente accaldati.

Così ho passato questo pomeriggio in compagnia di questi calciatori.

Gabriele

vlcsnap-325305 vlcsnap-322271 vlcsnap-324078

Loiyangalani’s People

 

100_1328

 

Donna della tribù Samburu, febbraio 2013

SAMSUNG

Ragazze della tribù Turkana, febbraio 2013

SAMSUNG

 

Madre della tribù Turkana, febbraio 2013

SAMSUNG

 

Famiglia Turkana presso la tanica governativa dell’acqua a Sarima, dicembre 2012

Gabriele

ITALIA

Giovedì mattina, dopo aver fatto due scali, rispettivamente ad Addis Abeba (Etiopia) e a Roma, sono giunto all’aeroporto di Malpensa, nel nord Italia, avvolto da nuvole e da basse temperature.

E’ stato un volo lungo, circa 10 ore, ma piacevole, con un buon servizio gestito dalla Ethiopian Airlines.

Numerose ed immediate sono le differenze di cultura, mentalità, comportamento e caratteristiche strutturali delle due società, africana ed italiana, che mi si presentano davanti agli occhi.

Gabriele

SAMSUNG