Giusto una settimana fa la disfatta della nazionale italiana di calcio, che non disputerà i Mondiali di Russia 2018, mentre oggi si decideranno le sorti della Figc, che probabilmente sarà soggetta a numerosi cambiamenti necessari.
Visto che in questi sette giorni, tra giornali, programmi televisivi, e social avrete letto e sentito le più disparate opinioni, non starò ad annoiarvi anche con le mie. Ma lasciatemi comunque fare una piccola riflessione su quanto sta accadendo, partendo da un gesto.
Siamo all’inizio della partita di ritorno con la Svezia, e nello stadio San Siro di Milano stanno eseguendo l’inno nazionale svedese, che buona parte dei tifosi italiani sta coprendo di fischi. Ma proprio lì, in mezzo al rettangolo di gioco c’è un uomo che scuote la testa, per ammonire l’atteggiamento dei tifosi azzurri, e, come se volesse coprire quei fischi, applaude picchiando con violenza una mano contro l’altra, quelle mani che solitamente sono coperte da enormi guanti da portiere, e che durante la lunga carriera di questo giocatore hanno parato centinaia di palloni indirizzati verso la porta italiana.
Se Federico Buffa dovesse raccontare Gianluigi Buffon probabilmente partirebbe da questo episodio per descrivere, più che il calciatore, l’uomo. Ma io non voglio parlare di Buffon, a me tutto questo serve per una riflessione su una cosa di cui in pochi hanno parlato: la poca cultura sportiva che c’è nel mondo del calcio italiano. Fischiare l’inno di una nazionale, andare allo stadio non per tifare la propria squadra, ma per insultare quella avversaria, pensare ossessivamente al risultato, essere scorretti o addirittura violenti, tutti questi atteggiamenti, che, ahimè, spesso devo vedere anche nei nostri campetti di provincia, dimostrano quanta poca cultura sportiva abbiamo noi italiani.
E se veramente vogliamo che le cose migliorino, innanzitutto dobbiamo lavorare sul cambiamento di questo aspetto. Per fortuna ci sono i Buffon, i De Rossi, i Vincenzo Niesi che trovi a guardare una partita, tutti i ragazzi del La Gazzetta del CSI, i giocatori e gli uomini che conosco o ho avuto la fortuna di conoscere grazie al calcio (una lista così lunga che non sto ad elencarla perché rischio di dimenticare qualcuno), che mi fanno pensare che è possibile sperare in un cambiamento culturale. Applausi a tutti voi dal campo e dagli spalti.
Per quanto riguarda la C1, applausi alla Casport, che approfitta del turno di riposo della capolista Or. Malgesso, e la scavalca in testa alla classifica grazie alla vittoria per 4 a 2 sull’Or. Pino Tronzano. Sorpasso che invece non riesce all’Or. Laveno Mombello, fermato sul campo del Torre di Velate, che vince per 1 a 0, a dimostrazione del buon momento che sta attraversando. Guadagna posizioni in classifica anche il Besozzo-Bogno-Brebbia, che con un netto 6 a 1 batte lo Spes Or. Gemonio, alla seconda sconfitta consecutiva dopo un avvio molto buono.
L’Hellas Cunardo/B comincia a scalare la classifica, allontanandosi dalle ultime posizioni, grazie al successo per 6 a 3 sul CSI Brinzio il Borgo.
Chiude l’ottava giornata il derby di Dumenza, tra PV Virtus Dumenza e PV United. In campo la giusta voglia di vincere e il giusto agonismo, e dopo la partita terzo tempo che ha visto coinvolte entrambe le squadre, con Mister Lorenzini della Virtus, un esempio di sportività, che ha fatto i complimenti ai giocatori di entrambe le squadre, anche se a vincere è stato il PV United, con un 2 a 1 che dimostra l’impegno di tutti.