Il campionato C3 della stagione appena conclusa 2013-2014 ha avuto un solo comandante in testa: la Gallaxy, che facendo fede al proprio nome ha mostrato di avere qualità superiori alla categoria, vincendo con merito il girone.
Solo un paio di formazioni sono riuscite a tenere testa alla squadra gallaratese, che però nel finale ha dato l’accelerata definitiva per vincere il campionato e fare il salto in serie B.
Ci scrive Marco Castagna, presidente della società: «Innanzitutto mi piace raccontarvi che siamo una squadra fondata solo sulla passione di chi ne fa parte. Aldilà di qualche donazione, nessuno sponsor alle spalle, nessuna società calcistica a finanziarci o fornirci prodotti del vivaio, nessun oratorio che ci aiuti nelle spese o che ci fornisca gratuitamente il campo. Da sei anni ci autofinanziamo ogni stagione per continuare a seguire la nostra passione. La società è composta da noi giocatori. Io stesso che sono presidente mi ritengo soprattutto uno dei giocatori della squadra. Anche il mister è un ragazzo come noi, che da tre anni ci segue senza ricevere altro se non le soddisfazioni che la sua squadra gli ha saputo regalare in campo».
«La Gallaxy – continua il “pres” – è uno splendido gruppo che ha saputo far spogliatoio. Una rosa di 18 “compagni di bevute” prima che compagni di squadra. E in aggiunta altri due del gruppo nelle vesti di mister e direttore sportivo. Questo aspetto si è rivelato determinante, partita dopo partita, quando chi ci affrontava era consapevole dei nostri mezzi e si presentava contro di noi con grinta e desiderio di strappare un buon risultato. Poche volte infatti siamo stati protagonisti di una vittoria ampia in termini di risultato, ma in ogni partita abbiamo sempre mostrato quel qualcosa in più che ci ha permesso di perdere pochissimi punti durante tutto il campionato».
«Molto spesso – prosegue il numero uno dei Gallaxy – si sente dire che il segreto di una vittoria negli sport di squadra è l’unità del gruppo. Devo dire che noi siamo una dimostrazione della verità di questo concetto. Il merito è di un mister bravo tatticamente ma anche ottimo psicologo, e di una rosa di ragazzi che con umiltà e sacrificio si sono impegnati per raggiungere l’obiettivo della vittoria finale, sentendosi tutti allo stesso modo essenziali, dal bomber da più di 20 gol in stagione, a chi ha giocato meno ma non per questo si è sentito meno importante. Ho anche un aneddoto per dimostrare che le mie non sono solo belle parole: a marzo in una delle sfide decisive per il campionato ci scontriamo contro la New Team Brunello; il punteggio è di 1 a 1 e manca circa un quarto d’ora alla fine; non stiamo nemmeno giocando molto bene; in una fase cruciale quindi il mister decide di buttare nella mischia Lucone, uno dei ragazzi che ha giocato meno in questa stagione. E lui ripaga la fiducia con una mirabolante azione sulla fascia, salta due avversari e serve l’assist per il 2 a 1 finale. Questo a mio parere può essere il riassunto della nostra annata, di un gruppo forte in campo ma anche fuori, in cui chiunque può fare la differenza».