Lo ammetto, dopo due settimane di silenzio, potrebbe sembrare parecchio paraculo da parte mia tornare a scrivere l’articolo della C1 proprio quando la mia squadra ricomincia a vincere.
Non è così! Questo pezzo sarebbe uscito comunque, perché questo è soprattutto un articolo che nasce dalla necessità di avere una risposta ad una semplice domanda! E per capirlo dovete continuare a leggere fino alla fine.
Se invece siete qui solamente per il calcio giocato, o semplicemente non volete sorbirvi il mio “J’accuse…!” fermatevi a “Maurizio, noi non ci conosciamo personalmente”.
Cominciamo quindi dal calcio giocato, ché c’è poco e molto da raccontare. Poco perché in questo fine settimana si è giocata una sola partita (e già questa è una notizia che ha dell’incredibile, anche alle porte dell’inverno, anche per il nord della provincia), e molto perché, in quella stessa partita, cade, per la prima volta da quando è stata fondata un anno e mezzo fa, la capolista Germignaga Calcio CSI. Una sconfitta che prima o poi doveva accadere, e che non toglie nulla al valore della squadra (sarebbe sciocco pensare il contrario).
Il Germignaga è squadra forte, e l’ha dimostrato cercando di imporre sin da subito il proprio ritmo, e mettendo inizialmente in difficoltà i padroni di casa del PV United. Ne ha dato poi prova quando, sotto di due gol (tiro chirurgico di Di Salvo e autogol di Palillo che mette la palla alle spalle del proprio portiere nel tentativo di chiudere sempre su Di Salvo servito da Rossi) ha continuato a giocare il proprio calcio. La capolista avrebbe potuto riaprire la partita con Romano su rigore (sacrosanto), se non fosse che, per i padroni di casa, tra i pali c’era il pararigori Loddo, che per l’ennesima volta chiude la porta al rigorista avversario. E ha provato comunque a rientrare in partita anche dopo il terzo gol di Giani, che avrebbe tagliato le gambe a chiunque, accorciando le distanze con Palillo. Di fronte però i ragazzi di Mister Carletti hanno trovato un PV United che domenica ha giocato con compattezza, con unità d’intenti, con concretezza, con convinzione, con un insolito cinismo, e con una ancor più inaspettata tranquillità, nonostante il momento difficile che stava attraversando (solo un punto nelle ultime tre gare): una Squadra vera!
Una squadra capace di chiudere il primo tempo in vantaggio di due gol, e, consapevole della forza degli avversari, capace di contenerli, opponendo al nervosismo che, umanamente, montava negli ospiti, una serafica calma. Serenità che è tutta nell’ultimo tiro di Giani, non quello del gol, ma quell’altro, direttamente da metà campo, con una parabola che si alza, e la palla che dopo un paio di rimbalzi sul terreno di gioco, pare non sapere se entrare o no. E forse non entra, o, per lo meno, così decide l’arbitro. Che poi fischia. Tre volte.
Si chiude così questo fine settimana calcistico in C1. Pochi eventi, ma significativi.
E se adesso volete andare avanti a leggere, sappiate che tutto ciò che segue ha relativamente a che fare con il calcio.
Maurizio, noi non ci conosciamo personalmente, ma io so chi è lei, e lei, forse, avrà sentito parlare di me. Abbiamo anche delle amicizie in comune: Luigi, Francesco, Tommaso, e pure Vincenzo.
Forse anche lei – che è persona che, come me, ama il calcio da quando ancora era un gioco di strada – pensa che molto sia cambiato negli ultimi anni in questo mondo, in questo sport. Consideriamo, ad esempio, la parte “social” del calcio, quella che spesso è fonte di polemiche e discussioni. Eppure per me, qualora non abusata, ha anche una valenza positiva, aggregante, capace di creare nuovi legami, e unire persone che altrimenti si ritroverebbero solamente sui campi un paio di volte l’anno. Di amici, grazie al fatto di poterli sentire più spesso rispetto al passato, ne ho trovati parecchi: rivali sul campo, ma compagni fuori. La possibilità di scriversi sui social è poi fonte di confronto (costruttivo, si spera, anche se, purtroppo, talvolta c’è chi degenera) e io sono certo che lei, da buon uomo di sport qual è, è sempre pronto ad aprirsi ad una discussione appassionata ed equilibrata.
E allora perché, Maurizio, lei non accetta la mia richiesta di amicizia su Facebook?
Le giuro che non è mia intenzione chiederle favori arbitrali, né tantomeno disturbarla durante i suoi innumerevoli impegni.
Per me sarebbe solo un’occasione per allacciare un’altra amicizia.
In attesa di una sua risposta (alla mia richiesta di amicizia, ovviamente) la saluto distintamente e rispettosamente.