Il Bologna, dagli Appennini a Varese

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Si chiama Bologna ma è forse il ristorante più varesino che ci sia: punto d’incontro per clienti di tutte le età oltre che storico albergo a due passi del centro città. Famoso, tra l’altro, per la straordinaria abbondanza delle porzioni.

STORIA
La famiglia Lorenzini è originaria di Monghidoro, l’ultimo paese dell’Emilia prima del  confine con la Toscana: il luogo natale di Gianni Morandi, che non perde mai l’occasione per visitare il locale quando è in città. Nel 1952 il nonno di Cesare Lorenzini, l’attuale titolare, si trasferì a Varese e fondò il suo albergo all’interno del Convento di Sant’Antonino, un complesso monastico del 1550: il successo fu immediato, grazie alla cordialità e all’ospitalità dei gestori ma anche alla cucina ispirata alla tradizione emiliana. Oggi l’albergo conta 18 camere ben attrezzate, il ristorante ha 110 coperti ed entrambi vanno prenotati con largo anticipo per sperare di trovare posto!

LOCALE E CLIENTI
Il look del Bologna è davvero inconfondibile: ambiente rustico, parquet e arredi in legno, lunghe tavolate per cene conviviali, ma soprattutto centinaia di ritagli, foto, poster e disegni alle pareti, un gigantesco collage in cui tutti gli ospiti VIP passati da queste parti hanno lasciato il segno. Il Bologna, infatti, è il ristorante d’elezione per il mondo del basket varesino (non a caso è uno dei membri del consorzio “Varese nel Cuore” che sostiene la Cimberio), ma anche per altri sportivi, e ancora attori, politici, artisti, personaggi dello spettacolo. Ben visibile, giusto per fare un esempio, la “firma” del disegnatore Bruno Bozzetto e del suo signor Rossi (vedi foto sotto). Le ultime ospiti in ordine di tempo sono state invece le gemelle Kessler: “Sempre uguali dopo tanti anni – racconta il titolare – e tra di loro parlano ancora in tedesco!”. Per il resto, la clientela è composta in larga parte da stranieri: francesi, tedeschi, svizzeri e anche australiani, grazie all’apertura dell’hub di Gavirate. I varesini, invece, si concentrano sull’aperitivo, altro rito cittadino da non perdere.

CHEF E SPECIALITÀ
Il ristorante di via Broggi è ormai una grande famiglia: lo chef è ai fornelli da 15 anni, l’aiuto cuoco da dieci. Insieme hanno coltivato come un’arte la preparazione delle specialità emiliane che hanno reso famoso il ristorante: risotti, pasta fatta in casa (pappardelle, gnocchi e tortellini), e soprattutto la carne, dalla fiorentina al filetto, dalla costata alla tagliata. Tutte le materie prime provengono dall’Emilia o dalla Toscana. Attenzione, perché il menu viene sempre elencato a voce: bisogna concentrarsi per non perdere qualche piatto! Ciò che ha fatto entrare il Bologna nella leggenda, comunque, sono gli antipasti: un gigantesco tagliere di salumi interi accompagnato da enormi barattoli di verdure sottaceto, tomini sott’olio, funghi e chi più ne ha, più ne metta. A pranzo, invece, si punta sui piatti unici, ma sempre senza lesinare sulla quantità: trippa e cassoeula sono due esempi eloquenti. Una particolarità: il sabato si chiude, non per snobismo ma perché è il giorno con meno richieste da parte di chi viaggia per lavoro.

INFO
Albergo Ristorante Bologna, via Broggi 7 – Varese. Sito ufficialeGruppo Facebook. Tel. 0332-234362 o 0332-232100. Mail: info@albergobologna.it.
Orari: mezzogiorno e sera.
Chiuso il sabato.
Prezzi: menu degustazione a 30 o 35 euro, alla carta sui 40-45.
Parcheggio a pagamento in via C.Battisti.


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2 risposte a Il Bologna, dagli Appennini a Varese

  1. Torres scrive:

    Non leggo del leggendario gnocco fritto……

  2. dario scrive:

    Forse c’è più quantità che qualità, ma l’insieme delle componenti che si trovano al Bologna da più di quarant’anni difficilmente si possono trovare in provincia di Varese, simpatia, calore, efficienza ed il Grande Cesare degno erede di Delmo e Fernanda,
    grazie per esserci!

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