LORENZO LOTTO (1480c.-1556/57) —-“La sostanziale renitenza del Lotto, prima alla riforma tonale di Giorgione, poi al classicismo cromatico di Tiziano, all’idealismo neoplatonico del primo e quindi al naturalismo aristotelico del secondo, pose subito l’artista ai margini del gusto dominante a Venezia (…) la sua vicenda umana si risolve in un lungo pellegrinaggio da Treviso a Recanati, da Roma a Bergamo, da Venezia ancora nelle Marche (…). Non solo fu ritenuto dalla critica (Banti 1953, Berenson 1955) il pittore piú altamente religioso del Cinquecento veneto, ma anche il piú vicino all’eresia luterana”…
Rodolfo Pallucchini, L’opera completa del Lotto, Rizzoli Editore, Milano,1974
…”E il Lotto, invece, a volersi ancorare alla disperata chiarezza descrittiva di certe stampe e di certe opere veneziane del tedesco (Dürer), come per resistere alla suggestione ormai pressoché generale del supremo colorismo giorgionesco”…
T.Pignatti,La giovinezza di Lorenzo Lotto, Pisa 1954
…”Tornato a Venezia nel 1525, trova l’ambiente artistico ostile: esegue stupendi ritratti, ma riesce a conquistare pochissimo spazio fra i collezionisti e le committenze religiose, in un mercato artistico ormai dominato da Tiziano. (…) Negli anni quaranta, nonostante la Pala di Sant’Antonino in San Zanipolo, si consuma il suo fallimento a Venezia: nel 1549, dopo una malinconica vendita di tutti i suoi poveri averi, Lotto torna nelle Marche e trova pace nella solitudine del santuario di Loreto”…
Stefano Zuffi, Venezia, Leonardo Arte 1999