Bologna: come si distrugge la pittura di Morandi

20090129123139“Giorgio Morandi 1890-1964” a cura di Maria Cristina Bandera e Renato Miracco, 22 gennaio – 13 aprile 2009
Il MAMBO (Museo d’Arte Moderna di Bologna) sta quasi concludendo il suo “gran servizio” a Giorgio Morandi…… nella sua stessa città natale: un pessimo allestimento ha praticamente reso impossibile la lettura e il godimento delle opere di questo grande Maestro del ‘900 italiano.

mostra15-08morandiChi ce ne parla è il Pittore Poretti Erminio, che esordisce in questi termini:”…tu sai quanto io ami Morandi……sono uscito dalla mostra distrutto!”.
Qualche mese fa abbiamo visto insieme la mostra di Morandi a Villa Panza di Varese, e avevamo diverse critiche da fare agli allestitori di quella mostra. “Però a Bologna la cosa è stata molto, molto peggiore……non si vedeva più niente, sono uscito e stavo male!”.

Eccole alcune delle sue considerazioni:
1-Illuminazione disastrosa: completamente artificiale, con faretti a volte a luce calda e a volte fredda, alcune opere più 06illuminate e altre meno….e in più la collocazione dei faretti sopra le opere proiettavano delle ombre, anche di vari centimetri, delle cornici sul quadro.

2-Il fondo delle pareti alte due metri e mezzo era VERDE!!!!. Un verde freddo o caldo in dipendenza dal tipo di illuminazione, ma sempre un verde forte e intenso che, allontanandosi dall’opera non permetteva di vedere più niente “le delicatezze della pittura di Morandi vengono ammazzate……a Varese il fondo delle pareti era bianco e le opere si potevano vedere bene, chissà anche meglio che con un fondo grigio, che avrebbe interferito con i delicati passaggi tonali delle opere…. per esempio, nella mostra di Bologna, un bellissimo paesaggio quasi in penombra di Morandi del 1934 (che fu esposto nella famosa Mostra alla Besana di Milano morandi_-_natura_mortanel 1971) praticamente era distrutto dal verde della parete e da una pessima illuminazione”.

3- le cornici erano un altro disastro, soprattutto quelle che finiscono con tonalità in rosso (bolo per dorature o legno naturale) che, con il verde del fondo (complementare intenso) spiccano ancora di più e uccidono totalmente i valori grigi della pittura di Morandi. Per esempio, i due autoritratti (quello degli Uffizi e quello della Collezione Magnani/Rocca di Parma) non si potevano vedere allontanandosi. I quadri si devono vedere a una distanza giusta che equivale a circa 3 volte l’altezza del dipinto, e quindi bisogna avere un cono ottico che permetta la visibilità completa dell’insieme….poi ci si può anche avvicinare per vedere i dettagli, pennellate ecc. Quindi è indispensabile che il fondo (e la cornice) non interferiscano con i valori giorgiomorandi_autoritrattoessenziali dell’opera.
C’era una cornice nera olandese del ‘600 su di un dipinto di vasetti di fiori con tonalità basse. Questo cornicione largo una spanna, nero, ammazzava tutto. Poteva forse andar bene e reggere un Veermer luminoso e contrastato. Ma per Morandi era assolutamente nefasto. Poi cornici con passepartout totalmente bianchi a tempera (che è il massimo della luminosità)…dove vanno a finire i dipinti ad olio delicatissimi di Morandi? SPARISCONO!
4)- Pessima la scelta delle opere: una incisione solamente, qualche acquerello invisibile nel mare di verde delle pareti, le opere giovanili scelte un pochino meglio delle cose della maturità….

06_morandi_-_natura_morta_-_pereInsomma, una Mostra allestita da incompetenti di Pittura (e forse specialisti di cose hollywoodiane, o di veline per i programmi TV), proprio nella città di Bologna: non suona come una ennesima volontà prefabbricata di finire anche con quel poco che rimane del Linguaggio della Pittura?
Perché nel MAMBO le installazioni e opere di Arte Contemporanea godono di tutti i saloni illuminati con luce naturale (quando probabilmente starebbero meglio nella penombra delle luci artificiali)…e invece Morandi è stato obbligato ad essere visto “in scatola”  con i capricci e la incompetenza dei curatori e allestitori di questa mostra?
E’ come pretendere di ascoltare Beethoven in mezzo a tutti i rumori di una officina meccanica.
Ma sono poi gli allestitori e i curatori i veri responsabili di un disastro come questo….o gli amministratori del Comune di Bologna o della Regione Emilia Romagna che, con i soldi dei contribuenti, si avvalgono di questi personaggi, che farebbero bene, come minimo, a studiare un poco di più, e con più umiltà la nostra grande Storia della Pittura Italiana.

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