CAVARIA-OGGIONA-JERAGO:la Stazione fantasma

12Ho vissuto la mia infanzia e adolescenza nel Casello della Stazione ferroviaria di CAVARIA-OGGIONA-JERAGO intorno agli anni ’60: mio padre era ferroviere e io lì ho incominciato a dipingere verso i 13 o 14 anni. Lì ho avuto il mio primo Studio bohemio, con tanto di stufetta a legna, cavalletto, colori, libri e un giradischi che di notte facevo andare a tutto volume, sognando la vita, l’Arte, Modigliani e Montmartre.
La Stazione di CAVARIA-OGGIONA-JERAGO era una specie di paradiso, un microcosmo di cose e di persone belle.
22Nella Stazione ci vivevano, al primo piano, i due capistazione con le loro famiglie; e poi c’erano un paio di manovali che facevano di tutto, e il magazziniere per le merci ecc.ecc.
Insomma, della Stazione di Cavaria ci vivevano 5 o 6 famiglie.
E la Stazione era pulita, bella, piena di fiori, di fontanelle e c’era pure la vasca con i pesci rossi.
L’orto dei capistazione e il nostro, quello del Casello, era pieno di tutto: frutta e verdura di tutti i tipi, ovviamente uva, ma anche di conigli e galline ecc.
Della Stazione ci viveva, in parte, anche la famiglia della giornalaia “Clarina”, che tutte le mattine installava la vendita dei giornali sul tavolo della Sala d’Aspetto (per un certo periodo anche io ho venduto lì i giornali, forse è stato il mio primo lavoro).
32Mio padre era Caposquadra, con sei o sette operai, che lavoravano sui binari tra Gallarate e Castronno.
La ferrovia, le “scarpate”, i ruscelli ai lati dei binari e tutto il resto, in questi più o meno 10 chilometri, erano una specie di Parco Nazionale: una bellezza di tecnologia integrata alla natura. Anche i treni avevano quell’autorevole colore ossido che sembravano uscire dalla terra ed erano tutt’uno con il tono dei sassi, le traverse e i binari che serpeggiavano lungo la Valdarno lombarda.
A pensarci bene, se ci mettiamo insieme anche i casellanti dei Passaggi a Livello e il personale delle Stazioni di Albizzate e di Castronno, di questa tratta ferroviaria ci vivevano allora una ventina o forse una trentina di ferrovieri con le loro famiglie, che si ritrovavano spesso, come nei festeggiamenti di Capodanno, o per tagliare le rubinie o in altre occasioni, ed era una festa di fratellanza e solidarietà umana.
41Tutti erano orgogliosi di lavorare per le Ferrovie dello Stato (FFSS), anche le mogli e noi figli.
E i nostri padri lavoravano duro e sempre, non avevano orario, giorno o notte al servizio dei treni e dei passeggeri: quando nevicava, c’era da pulire gli scambi e i marciapiedi e spargere il sale prima del primo treno delle 5 e venti, e poi gli stessi ferrovieri aiutavano a salire e a scendere i passeggeri dai treni, principalmente gli anziani perché non scivolassero. Oppure quando c’era la nebbia e c’era da passare le notti nella “garitta” per mettere i petardi, e anche noi bambini a volte passavamo queste notti con la stufetta a legna, la lampada al carburo, in mezzo alla nebbia, all’inquietante silenzio e ai fantasmi.
Ricordo che spesso mio padre passava nottate di allarme per questioni atmosferiche o altro, e che spesso allertava anche i suoi operai, o passava le serate a scrivere a mano i “rapporti” per il Sorvegliante, che era il suo capo e che stava a Varese: mio padre aveva una assoluta e totale devozione e rispetto per il Sorvegliante.
La Stazione di CAVARIA-OGGIONA-JERAGO era piena di fiori, c’erano i pesci rossi e d’inverno i manovali andavano ad accendere la stufa a legna della Sala d’Aspetto una ora prima del primo treno per creare un ambiente caldo e accogliente per i primi pendolari.
Era piena di vita, di amore, di lavoro e di rispetto per l’uomo, per la natura, per le cose, per i passeggeri e per i treni la Stazione di CAVARIA-OGGIONA-JERAGO e, insieme alla piazza della Chiesa e ai giardini di Cavaria, era un punto di ritrovo, di passeggio serale e domenicale per le famiglie, per i ragazzi , per i giovani e per gli anziani.
Oggi questa Stazione è in completo abbandono. E’ in rovina e sta cadendo a pezzi.
I pesci rossi non ci sono più, e neanche i fiori, e non ci lavora più nessuno, né capistazione, né capisquadra, né manovali, né casellanti nei Passaggi a Livello, nessuno.
La Stazione è sporca, piena di spazzatura come una discarica a cielo aperto, è tutta imbrattata da graffiti americani e sta cadendo a pezzi. E’ disumana e fredda e non c’è amore per niente e per nessuno.
Solamente passano solitari come bisce i nuovissimi e bruttissimi treni di TRENITALIA, estranei, con colori falsi e forme marziane in mezzo al niente.
La gente arriva e parte rapidamente da questo posto, in silenzio e con facce serie, preoccupate, tristi e stressate e a nessuno viene ormai più in mente di venire qua a passare il suo tempo libero.
Neanche le merci arrivano più alla stazione di Cavaria, e il binario morto…è morto per davvero e quasi sepolto dai rovi e dalle erbacce.
E’ un disastro, e né i dirigenti di Trenitalia, né quelli di Cavaria, Oggiona, Jerago si preoccupano: sicuramente lavorano anche loro solamente per lo stipendio e per i soldi.
E pensare che i passeggeri oggi sono moltissimi di più degli anni ’60: vien da pensare a chi si divora i guadagni di Trenitalia, se qua nessuno più ci lavora.
Vien da pensare anche che la Crisi Economica sia una scusa, e che in realtà si tratta di una rovinosa crisi morale e civile di massa, quella che stiamo vivendo.
C’era una GRU GIREVOLE a MANO fino a pochi anni fa, per scaricare i pesi e le merci dai vagoni al magazzino: era un gioiello, un monumento, una opera d’arte dell’Archeologia Industriale. Io ho assistito, anno dopo anno, al suo lento deperimento, ossidandosi tutta e cadendo i pezzi uno dopo l’altro fino, inesorabilmente, a cadere tutta per terra e rimanere lì distesa a terra per anni….e adesso non c’è più: l’avranno venduta come ferro vecchio.
C’è ancora, in piedi, il Magazzino (sicuramente per poco ancora), che è un gioiello di Architettura d’Uso, molto semplice, in mattoni e travi di legno…(questa si un’opera autenticamente Minimalista)….dove arrivava il carretto col cavallo della epocale Fonderia Filiberti (……che è stata sciaguratamente distrutta totalmente e completamente senza lasciare traccia, né gloria né memoria ….come è successo anche con la storica Maino, con la leggendaria Isotta Fraschini, con l’Asilo infantile ecc.: qua a Cavaria i distruttori della Memoria Storica sono da Guinnes!…pare che a Cavaria non si pensi né al passato né al futuro….ma forse nemmeno al presente: Cavaria è forse un caso emblematico della vera e profonda crisi italiana!).
Questo Magazzino della Stazione di Cavaria potrebbe trasformarsi in Biblioteca, in Museo, in ufficio delle Pro Loco della zona, in Ufficio di Collocamento, o in zonale dei Beni Culturali e Ambientali o in qualsiasi altra cosa UTILE.
Ma è destinato sicuramente a sparire e a essere divorato da un anonimo, inutile e bruttissimo parcheggio, che sta ormai dilagando come un cancro…… (ma perchè le macchine non vengano messe sotto terra o in zone meno significative e importanti per la socialità e cultura del territorio?).
Che disastro che è diventato tutto lì, in questo ex-paradiso di lavoro, di natura, di socializzazione, di cultura, di autenticità e dignità umana.

Si direbbe che non c’è più bisogno…”del patrimonio….che testimonia della storia di un paese, la sua memoria visibile……i prodotti della laboriosa attività degli uomini, i manufatti….fino ai frammenti dell’architettura industriale o della civiltà contadina, gli utensili……”
Anche se sappiamo che…..”il mondo della tecnica evolve a gran velocità e che tutti i suoi prodotti sono votati alla discarica…..”
Pare ormai predominante l’atteggiamento….”che si manifesta nel contesto di una globalizzazione capitalista…(che)…si fonda sul disprezzo della storia, della cultura, del passato, del patrimonio ereditato”…..
(da Jean Clair, “La crisi dei musei”, Ed.Skira 2007)

“Le intelligenze si atrofizzano, l’elevazione spirituale diviene impossibile…..e ci manca poco che lo spirito d’eroismo si spenga completamente”……..
(Adam Smith,1776)

“In futuro chi guarderà a noi sarà stupito scoprendo lo smarrimento collettivo che ci ha condotto alla situazione in cui ci troviamo”…..
(Sarkozy, Arte e Cultura, 2009)

“Ci sono due cose che sono infinite: l’universo e la stupidità umana. Però dell’universo non sono sicuro”
(Albert Einstein)

13 pensieri su “CAVARIA-OGGIONA-JERAGO:la Stazione fantasma

  1. sono perfettamente d’accordo e non ho parole per commentare tutto cio’,ho lavorato 15 anni a cavaria,sono tornato poco tempo fa e mi sono perso…
    irriconoscibile; in compenso si sono sviluppati agglomerati di edilizia orrenda,parcheggi e cemento tanto cemento troppo cemento…….poveri bambini…

  2. Increible papa…
    Yo recuerdo que la ultima o penultima vez que fui a Italia, creo que fue la penultima, cuando tenia 14 anos, vos me pasaste ensenando esa casa donde viviste cuando eras joven con la nonna, el nonno y tus hermanos. Recuerdo el jardin como si lo estuviera viendo ahorita.
    …Se encontraba en mejores condiciones que, por lo visto, ahora.
    Concuerdo completamente con vos en que deberian de rehabilitarlo y darle algun tipo de uso.
    Es una lastima ver como la gente le resta importancia a estas cosas.

  3. Desde Madrid,se me ocurre comentar que si bien las cosas desaparecen o se deterioran con el paso del tiempo, lo que no se nos olvida es el sentimiento y los recuerdos en esos lugares vividos que nos hacen aprender y permanecerán de aquella forma original, siempre en nuestra memoria. Bonito relato.

  4. Hola Victor, que bonito que se comente sobre CAVARIA desde Madrid!!!!! (y no desde Cavaria misma!)….cada vez que regreso a Italia la encuentro menos Italia y màs Disneylandia, esto es: menos de Italia AUTENTICA y màs Italia de APARIENCIA……… Gracias por tu comentario.

  5. Hola Maria Estelì, pues si, la gente le resta importancia a estas cosas y a otras tambièn……y en Italia tengo la impresiòn que le està restando importancia a casi todo, menos las cosas efimeras, artificiales, estupidas, de pura apariencia y consumistas. Es una tristeza que Italia sigua viviendo de sus glorias del pasado, y que los mejores cientificos, tecnicos, profesionales etc. tengan que irse del pais, igualito como en Nicaragua. Gracias por tu lindo comentario!

  6. Mi dispiace ma non capisco lo spagnolo,si è veramente un disastro come le stazioni in Italia sono in degrado ma non è colpa delle attuali generazioni ma bensi di quelle precedenti che non hanno saputo tramandare il loro amore per il territorio e per le persone.
    Penso che l’unica cosa da fare non è lamentarsi ma rimboccare le maniche e lavorare per migliorare il territorio, vivere il territorio, impegnarsi a fare capire ai giovani la sua importanza, coinvolgerli …

  7. Caro Sergio
    La situazione di Cavaria va al di la della situazione in cui si trova la Stazione è una situazione di degrado non tanto del territorio quanto delle persone che lo abitano e del fango che esiste addosso alle persone
    dopo tanto lavoro per tanta gente spiace raccogliere poco di quello che si è seminato è comunque non è vero che la maldicenza non paga almeno a Cavaria con Premezzo

  8. Caro Giampaolo, interessante il tuo commento: fa riflettere. Però…..che strano che ci sia così poca gente che interviene in questo problema del DISASTRO CAVARIESE (e zone limitrofe).

  9. Hai ragione da vendere, come consigliere comunale di Jerago con Orago ti dico che il problema non ci è indifferente, soprattutto riguardo la messa in sicurezza dei pedoni che si recano in stazione, tuttavia la stazione è su territorio di Cavaria e di proprietà di Trenitalia… Sono loro che devono fare qualcosa per il degrado della stazione.

  10. solo oggi ho potuto leggere il Suo articolo, segnalatomi da un commerciante di Cavaria. Mi trova perfettamente d’accordo con suo articolo e in qualità di consigliere comunale di minoranza lista “Fare futuro noi con Voi – il popolo della libertà” elezioni del 6-7 giugno 2009 – sottoporrò al Sindaco un’interrogazione in merito. E’ vero, la stazione è Cavaria-Oggiona-Jerago. Mi chiedo: forse è la volta buona che le tre amministrazioni riescono a parlarsi. Vorrei aggiungere un appunto, mi permetta.L’allora Amministrazione di Cavaria e l’ Assessore ai Lavori Pubblici Alberto Tovaglieri, ora Sindaco, erano sicuramente in prima fila durante la manifestazione del centenario della stazione e magari anche al deposito della targa alla stazione, ma poi dove sono stati stati? credo che le sue immagini pubblicate siano già una risposta.Ne posso anticipare magari altre: non ci sono soldi. Io dico: è facile nascondere le PROPRIE RESPONSABILITA’dietro frasi fatte…LA GENTE ESIGE RISPOSTE.
    Daniela Marelli -Consigliere di Minoranza IL POPOLO DELLA LIBERTA’

  11. E assurdo constatare che come al solito il ns paese presenti infrastrutture abbandonate a lasciate andare, fosse soltanto la stazione il problema!!! La stazione rispecchia il problema del nostro comune che da troppi anni è amministrato con estrema inefficienza e superficilità, mi auguro che il “nuovo” sindaco sappia porre rimedio a questi gravissimi problemi, anche se nutro della forti perplessità in quanto la scelta del popolo di Cavaria con Premezzo non è stata di cambiamento ma di continuità. E ora che qualcuno si prenda l’impegno di cambiare e di lavorare in maniera concreta per la crescita e per lo sviluppo del nostro paese. Giovanni Mazzucchelli Il popolo delle Libertà!!

  12. Cari lettori io ho abitato 20 anni propio nella stazione di Cavaria, e con tutta sincerità vi dico che il problema basilare è uno solo! Il Dio denaro. Se una cosa non frutta soldi la si abbandona.
    A discapito del buon servizio che comunque potrebbe rendere alla società.
    Ora però ai signori del Dio soldo non basta più ora anche le persone fisiche vengono abbandonate a se stesse se non sono più produttive. Ma anche uno stupido capirebbe che tutto questo porterà solo all’auto distruzione è solo questione di tempo. Prima o poi non ci sarà più nulla che creerà guadagno.

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