William Gropper 1897-1977….Arte in Gringolandia.

02….” William Gropper è stato tra i primi artisti nordamericani, se non addirittura il primo, a dare l’avvio al movimento degli anni rooseveltiani. Un artista di profonda integrità e coraggio morale. Gropper ha incominciato a disegnare col gesso sui marciapiedi di Manhattan e di disegnare non ha più smesso: ha disegnato per il “New York Tribune”, per il “New York World”, lo “Spur” ecc.
Alla pittura è arrivato più lentamente: la sua prima “personale” risale infatti solo al 1936. Comunque anche la sua pittura è strettamente legata ai caratteri del suo disegno sia per la tematica sia per l’impianto grafico che la sorregge.
E’ una pittura asciutta, scandita, ben definita nella forma, dove il colore s’accende, scatta o s’incupisce con note profonde. Gropper, come molti altri artisti del suo tipo, non ama le complicazioni. Il suo mondo poetico è fatto di pietà e di indignazione, d’amore e di collera, di simpatia e di sarcasmo.

13Ci sono una freschezza e un incanto sorprendenti nel suo modo di guardare la vita, la realtà, anche se il suo occhio si fissa sui fatti più brutali e negativi dell’esistenza. I sentimenti di Gropper sono semplici e chiari: egli conserva tutta la sua carica critica per i generali, i politicanti, gli uomini d’affari, e dedica ogni suo impulso solidale agli umiliati e agli offesi, a coloro che soffrono l’ingiustizia.
Gropper possiede una vena spiccatamente grottesca, una fantasia che sa trasformare in un orso furioso un banchiere e due poveri contadini in Adamo ed Eva. Egli insomma sa raccontare per immagini una favola moderna, rivelando, attraverso il grottesco-critico e il grottesco-poetico, la verità contraddittoria e spesso feroce di una società-giungla, dove cani spettrali, famelici, e fantasmi ispidi, urlanti, dannati, inseguono e perseguitano gli uomini indifesi, privi di malizia e spogli d’ogni violenza.

22Ma c’è un gruppo di quadri dove Gropper ha espresso con particolare efficacia i suoi umori critici: sono i quadri che ha dipinto sull’attività del Senato subito dopo la guerra. Egli stesso racconta: “Molto tempo fa sono stato invitato da “Vanity Fair” a fare dei reportage grafici sul Senato. Ci sono andato per due o tre settimane e ho dipinto il Senato come l’ho visto. Io penso che quello degli Stati Uniti sia il miglior spettacolo del mondo. Se la gente vedesse, capirebbe cosa fa il governo. Ho dipinto una o due tele, e ne dipingerò altre quando qualche senatore farà un discorso da farmi imbestialire…..Nei miei dipinti del Senato io ho ritratto il tipo di senatore che si oppone al progresso e alla cultura”.

I senatori che Gropper ha rappresentato in queste opere appaiono come invasati, in preda a un’ira sfrenata in cui si rivela l’inizio delle persecuzioni contro gli artisti e la cultura radicale che di lì a poco si scatenerà con la “caccia alle streghe” del periodo di McCarthy.

GROPPER, William / UPPER HOUSE / 1945_6.Quanto alle persecuzioni sotto McCarthy, lo stesso Gropper ne dà notizia in una lettera speditami a Milano nel ’64, in occasione della sua “personale” alla Galleria Trentadue, che io stesso ho presentato:
SONO STATO CONVOCATO PER PRIMO DAL SENATORE MCCARTHY E DAL SUO INFAME COMITATO: QUANDO RIFIUTAI DI “COLLABORARE”, VENNI UFFICIALMENTE ISCRITTO NELLA LISTA NERA, PUBBLICATA NELLA PRIMA PAGINA DEL “NEW YORK TIMES” IL 5 MAGGIO 1953.

QUANDO SI FIGURA SU QUESTA LISTA NON SI PUO’ OTTENERE UN IMPIEGO, SI PERDE IL DIRITTO ALL’ASSICURAZIONE, SI E’ EVITATI DALLA GENTE. SE SI E’ PITTORI, NON C’E’ ESPOSIZIONE NAZIONALE O INTERNAZIONALE CHE ACCOGLIE LE VOSTRE OPERE. SIAMO NEL 1964, MA GLI EFFETTI DURANO ANCORA: E FINO A QUANDO DURERANNO? ANCORA OGGI, A CHI SI TROVA IN QUESTA SITUAZIONE, VIENE CENSURATA LA POSTA; IL SUO NOME APPARE NELL’ELENCO DEI SOVVERSIVI; IL COMITATO PER LE ATTIVITA’ ANTIAMERICANE FORNISCE SU DI LUI RAPPORTI A GIORNALI.

42L’AMERICAN LEGION INVIA PICCHETTI DAVANTI AI LUOGHI DOVE SI ESPONGONO OPERE DI CHI E’ SULLA LISTA, ANCHE SE SI TRATTA DI PICCOLE LIBRERIE FUORI CITTA’. E COSI’ NON SI E’ INVITATI A PREMI O CONCORSI, A RIUNIONI DI CATEGORIA, A MOSTRE. SE PUO’ ACCADERE CHE UNA GIURIA VI ASSEGNI UN PREMIO, COME E’ ACCADUTO A ME DA PARTE DELL’ACCADEMIA DI PENNSYLVANIA, NESSUNO NE PARLA. E INTANTO SI RICEVONO TELEFONATE E LETTERE CON INFAMI MINACCE.

E NESSUNO VI DA’ UNA MANO PER PAURA DI ESSERE COINVOLTO NELL’OSTRACISMO. LA STAMPA POI IGNORA REGOLARMENTE LE ESPOSIZIONI DEL BLACKLISTED, DI COLUI CIOE’ CHE E’ STATO MESSO SULLA LISTA NERA”.

Tutti gli artisti americani favorevoli al New Deal, eminenti personaggi del periodo rooseveltiano, vennero presi di mira da quell’inquisizione.

52La reazione, per fortuna, ci fu, da parte di musei, associazioni artistiche, scienziati, filosofi e critici.
Erwin Panofski, in quelle circostanze scriveva:
C’E’ UN PUNTO CHE SAREBBE MANCANZA DI FRANCHEZZA NON TOCCARE, PER QUANTO SEMBRI INDELICATO IL FATTO: IL PAUROSO AFFACCIARSI DI QUELLE FORZE CHE CI HANNO COSTRETTI A FUGGIRE DALL’EUROPA NEGLI ANNI TRENTA: IL NAZIONALISMO E LO SPIRITO DI INTOLLERANZA. NON POSSIAMO CHIUDERE GLI OCCHI DI FRONTE AL FATTO CHE GLI AMERICANI POSSONO ESSERE ORA LEGALMENTE PUNITI NON PER QUELLO CHE FANNO O HANNO FATTO, MA PER QUELLO CHE DICONO O HANNO DETTO, CHE PENSANO O HANNO PENSATO. E PER QUANTO I MEZZI PUNITIVI NON SIANO GLI STESSI USATI DALL’INQUISIZIONE SONO PERO’ SGRADEVOLMENTE SIMILI: IMPICCAGIONE ECONOMICA ANZICHE’ FISICA E IL RIDICOLO ANZICHE’ IL ROGO”…….

Mario De Micheli “LA FUGA DEGLI DEI”, Ed. Vangelista, Milano 1989
http://www.gropper.com/

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