GIORGIONE, 500 anni fa se n’è andato, giovanissimo

01La notizia della morte di Zordi o Zorzo di Castelfranco, detto GIORGIONE (per via “delle fattezze della persona e della grandezza dell’animo”, come ci racconta il Vasari), è contenuta in due lettere: una di Isabella d’Este a Taddeo Albano del 25 ottobre 1510 e la successiva risposta del 7 novembre in cui viene detto che il pittore era morto di peste nell’ottobre 1510.

Quindi è passato mezzo millennio esatto, nello scorso ottobre,  dalla scomparsa di GIORGIONE, che con solo 33 o 34 anni ha lasciato un segno permanente e universale nella Storia dell’Arte,  sul fronte del linguaggio esprerssivo della Pittura.

La grandezza di questo che, tra l’altro, fu uno dei maestri di Tiziano e di tutto il Colorismo Veneto, sta fondamentalmente nel Colore e nel Mistero.
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Dipingere solo con i colori stessi senz’altro studio di disegnare in carta” scrive il Vasari, cioè disegnare dipingendo direttamente sulla tela. ”Immergendo le figure nella luce naturale dello spazio aperto Giorgione modula l’intensità del colore in funzione della qualità luminosa dell’ambiente dando vita al cosidetto TONALISMO in cui si attua una sintesi della tradizione veneta del colore e quella fiorentina del disegno” (Federico Zeri, Un velo di silenzio, BUR Arte).

…..”Presenta sempre una curiosa atmosfera, si direbbe misteriosa, magica, strana. Un’atmosfera che, nelle figure dei quadri più avanzati, si esprime in personaggi che raramente guardano negli occhi lo spettatore, molto spesso guardano in terra o molte volte di lato. Non si stabilisce quasi mai un rapporto diretto tra chi legge i quadro e le cose ivi rappresentate” (F.Zeri op.cit.)

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Giorgione, VENERE (1506-1508), Gemaldegalerie di Dresda, Tela cm. 108 x 175

 

Qui di seguito alcuni versi poetici di quando Venezia era orgogliosa della sua “scuola di colore e di luce” (oggi ormai la Pittura è stata abolita anche dalla Biennale, dove tutto è sommerso nella spazzatura della cosiddetta “arte contemporanea”)

Zorzon, ti è stà el primo, che ‘l se sa
Za far meravegie in la pitura;
E, fin che ‘l mondo, e le persone dura,
Sempre del fato too se parlerà.
Fina ai to zorni tuti quei Pitori
Ha fato de le statue, respetive
A ti, che ti ha formà figure vive;
L’anima ti gh’ha infuso coi colori.
No digo che Lunardo no sia stà
(Per cusì dir) el Dio de la Toscana:
Ma anche Zorzon la strada venexiana
Con eterna sua gloria ha caminà.

(M.Boschini, La carta del navegar pitoresco, 1660)

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Giorgione, LA TEMPESTA (1504 circa), Galleria dell’Accademia – Venezia, Tela cm. 82 x 73

 

Castelfranco Veneto ha celebrato Giorgione fino all’aprile scorso con una sua grande mostra
http://www.youtube.com/watch?v=i-ERTKlnCOg&feature=related
http://www.giorgione2010.it/

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