ONU: 24 marzo 2011 GIORNATA INTERNAZIONALE PER IL DIRITTO ALLA VERITÀ …
“Trentuno anni fa, in questo stesso giorno, Monsignor Oscar Arnulfo Romero, attivo promotore e difensore dei diritti umani in El Salvador, fu assassinato durante la celebrazione di una Messa in chiesa. L’intento era chiaro: mettere a tacere un ardente avversario della repressione.
Oggi, nella prima Giornata Internazionale per il Diritto alla Verità per le Vittime delle Violazioni dei Diritti Umani e per la Dignità delle Vittime, rendiamo omaggio al lavoro di Monsignor Romero e a quello di tutti i difensori dei diritti umani in tutto il mondo”…
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Papa Giovanni Paolo II : con l’ Impero e contro la Chiesa dei Poveri
Tra il 1977 e il 1979 furono assassinati cinque sacerdoti in el Salvador, eguaci della Teologia della Liberazione e membri attivi della Chiesa dei Poveri, che lavoravano con le comunità i settori più oppressi e repressi del paese.
Monsignor Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di El Salvador, andò in Vaticano in agosto di quell’anno con un minuzioso dossier sulla brutale repressione che stava soffrendo la Chiesa e il popolo salvadoregno. Il Papa Giovanni Paolo II si rifiutò di vedere il dossier e di parlare dell’argomento. Monsignor Romero tornò abbattuto, poiché aveva creduto che in Vaticano nascondessero al Papa le informazioni . Nel marzo 1980 Monsignor Romero fu assassinato mentre celebrava la messa. In quello stesso anno, quattro religiose nordamericane morirono anche loro assassinate, dopo essere state torturate e violentate dall’ esercito salvadoregno. Il Vaticano condannò i crimini ma non emise alcuna condanna contro i regime che li aveva propiziati. Il silenzio si fece norma.
Tra gennaio 1980 e febbraio 1985, 23 religiosi furono assassinati in Guatemala. Con loro decine di migliaia di civili nel più grande bagno di sangue sofferto dalla regione nelle ultime decadi.
Si ripeteva lo scenario: condanna opaca e formale e silenzio sulla dittatura criminale. La gerarchia si accompagnava a generali e oligarchici mentre sacerdoti, religiosi e comunità cristiane di base erano sistematicamente perseguitate o assassinate.
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In Nicaragua aveva trionfato nel luglio del 1979 la rivoluzione sandinista. Con essa arrivò al potere, per la prima volta nella storia latinoamericana la Chiesa dei Poveri. Quattro sacerdoti furono designati ministri: il padre Miguel D´Escoto, ministro degli Esteri, Ernesto Cardenal, ministro della Cultura, Fernando Cardenal, Ministro dell’Educazione e Edgar Parrales, ministro del Benessere Sociale. Il Vaticano si rivoltò indignato. Tutto quello che era stato silenzio in El Salvador e Guatemala si fece strepito contro la rivoluzione sandinista e i suoi quattro ministri. Il Papa pretese ceh i sacerdoti abbandonassero le cariche e iniziò una persecuzione sistematica contro coloro che appoggiavano la rivoluzione. Curati e monaci furono obbligati ad abbandonare il Nicaragua per essere sostituiti da altri reazionari. Quando Giovanni Paolo II visitò il Nicaragua nel 1983, il padre Ernesto Cardenal, si inginocchiò davanti al Papa che rispose agitando una mano in un segno di condanna. Nella messa pubblica il Papa si rifiuta di pregare per gli assassinati dai Contras. I suoi atti si rivelarono politici e la visita, preparata con grande cura dal governo sandinista che aveva costruito una piazza speciale per la messa papale, sfocia in una competa rottura.
In una riunione con il presidente Ronald Reagan, secondo quanto riportato dal giornalista Bob Woodward, si ufficializza una alleanza informale tra il Vaticano e gli USA per combattere la “minaccia comunista” in Centroamerica. In Nicaragua le chiese diventano covi della controrivoluzione e i vescovi in dirigenti politici. La crociata anticomunista del Papa spazzerà il Centroamerica e la Chiesa Cattolica si dividerà in due settori inconciliabili: la chiesa ufficiale e quella popolare. Vincerà la ufficiale con un costo esorbitante in vite umane e in distruzioni .
La Chiesa dei Poveri è spazzata via dall’azione congiunta delle purghe vaticane e della repressione delle dittature. L’epilogo sarà l’omicidio di sette gesuiti nell’ Università di El Salvador nel 1989. La Chiesa Cattolica cade in un grave discredito e il vuoto spirituale viene riempito dalla più pericolosa e distruttiva arma di cui dispongono gli USA, le sette religiose.
Promosse dagli Stati Uniti, e protette dalle oligarchie e dalle forze armate, come arma per combattere ideologicamente contro la Teologia della Liberazione, le sette protestanti si propagano come funghi per il centroamerica. La loro diffusione diventa più capillare nei paesi dove i movimenti progressisti e popolari erano più forti: Guatemala, El Salvador e dopo la sconfitta elettorale dei sandinisti, in Nicaragua. Le sette si installano nelle zone più povere e tra la popolazione più analfabeta, trasformandosi in una calamità. Il loro fanatismo religioso abbrutisce i loro seguaci acutizzando l’arretratezza e il sottosviluppo e avendo presa facile sui politici dell’ultradestra, ugualmente o più fanatici di loro.
Il risultato è stato una discesa drammatica del numero di cattolici che, come è avvenuto in Guatemala, sono oggi la metà della popolazione. Il Nicaragua si avvicina vertiginosamente a questa cifra, mentre i cattolici compromessi continuano ad esser condannati alle catacombe.
Come Papa che veniva dal freddo, Giovanni Paolo II non fu capace di comprendere la tragedia che affliggeva la regione centroamericana e il resto dell’Americalatina.
La crociata contro la Chiesa dei Poveri lo portò a sottomettere nel 1984 padre Leonardo Boff all’ex Santo Uffizio che lo condannò nel 1985 al silenzio e alla privazione di tutte le sue cariche.
Gustavo Gutiérrez fu obbligato a “rivedere” le sue opere in un processo simile a quello sofferto da Galileo. I vescovi difensori della Teologia della Liberazione venivano confinati in minuscole diocesi ed esclusi di fatto dalla Chiesa ufficiale. La diocesi di Rio de Janeiro, gestita da Paulo Evaristo Arns, fu divisa in cinque più piccole. E così circa 500 teologi furono perseguitati per aver difeso una teologia che metteva Dio accanto agli oppressi.
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La forza spirituale della parola di Monsignor Oscar Romero
La verità non produce denaro ma amarezze
Che peccato ci siano tante penne vendute, tante lingue che attraverso la radio si alimentano della calunnia perché è quella che rende! La verità spesso non produce denaro ma amarezze. Ma vale di più essere liberi nella verità che avere molto denaro nella menzogna. (7.5.78)
Sono troppi i falsi profeti
Dio non disprezza i fatti concreti. Voler predicare senza riferirsi alla storia in cui si predica non è predicare il Vangelo. Molte vorrebbero una predicazione tanto spiritualista da lasciare contenti i peccatori, che non dicesse nulla agli idolatri, a coloro che stanno in ginocchio davanti al denaro e al potere. Una predicazione che non denunci le realtà peccaminose nelle quali si fa la riflessione evangelica non è Vangelo. Sono troppi gli adulatori, troppi i falsi profeti, troppi – in tempi conflittuali come i nostri – quelli che hanno una penna pagata e una parola venduta. Ma questa non è la verità. (18.2.79)
Comunità ecclesiale di base
Come potrebbe non riempirmi il cuore di speranza una chiesa dove fioriscono le Comunità Ecclesiali di Base?! E come potrei non chiedere ai miei amati fratelli sacerdoti che facciano fiorire comunità da ogni parte, nei quartieri, nei cantoni, nelle famiglie?! (10.9.78)
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La verdad os hará libres, y puedo asegurarle que aunque quieran borrarlos estará un pueblo y el barrio unidos por este necio capricho no se de quien de censurar y no dejar ver la verdad, nuestra historia e irrespetando la memoria de nuestros hermanos y de Monseñor Romero.
Sabemos muy bien don Sergio que esto ha sido el resultado de los Gobiernos neoliberales juntos con los pactos del Gobierno Sandinista, por envidia y la falta de lealtad hacía el Arte, pues cuando existe la desunión de los artistas este es el resultado, les invito a que formemos una asamblea en el barrio para discutir, criticar y buscar una solución entre nosotros porque he leído el libro en ingles de David Kunzle y es terrible lo que se dice de Nicaragua, del Arte y de esos detalles queremos hablar. Un enorme abrazo y sigamos adelante salvemos nuestro patrimonio.
Hola Alberta, me parece buena idea la asamblea de barrio. Mi cel es 83702818 Un abrazo Sergio M