Ebbene si. Molti non ci potevano credere, ma alla fine l’hanno spuntata: L’ARTE POVERA è stata inserita nei festeggiamenti ufficiali del 150° anniversario dell’Unità d’Italia:
…….da settembre 2011 ad aprile 2012 l’Italia è sotto martellamento di “ARTE POVERA”, che sarà ovunque…a partire:……….dal MAMbo – BOLOGNA (Museo d’Arte Moderna); poi al MAXXI-ROMA (Museo nazionale delle arti del XXI secolo); poi al Castello di Rivoli- TORINO (Museo d’Arte Contemporanea); poi al MADRE-NAPOLI ( Museo d’Arte contemporanea Donna Regina );
poi alla Triennale di Milano-MILANO ; poi alla alla GNAM-ROMA (Galleria nazionale d’arte moderna); poi al Teatro Margherita- BARI; poi al GAMeC- BERGAMO (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea).
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E’ una incredibile raffica di esposizioni con faraonici FINANZIAMENTI PUBBLICI: sono coinvolte sette città, otto musei per complessivi 15.000 mq con oltre 250 opere che dovranno sancire definitivamente il trionfo dell’ARTE POVERA come il più importante fenomeno artistico italiano della seconda metà del secolo scorso…con queste botte non c’è dubbio che il chiodo entrerà per forza anche nelle coscienze dei più ricalcitranti!
I cosidetti grandi artisti (apparentemente contestatori della politica, della società, del consumismo e dell’arte di quei tempi…in realtà grandi furbacchioni, solamente paragonabili alla categoria dei “politici”) sono Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio……
E’ il trionfo dell’ARTE POVERA per le sue consonanze con l’ARTE CONCETTUALE (la tendenza alla de-materializzazione dell’opera in aria fritta); con la POP ART (il ricorso a oggetti di scarto e a spazzatura); con l’ANTIFORM (la scelta di “rompere” con il linguaggio dell’Arte)….insomma un atteggiamento tuttaltro che contestatario, in realtà servilmente in linea e completamente omologato ai dettami statunitensi del Piano Marshall per la cultura e l’arte in Europa e in Italia.
Un funzionario italiano d’alto livello ha dichiarato: «L’Arte Povera è un movimento tanto importante che negli Stati Uniti viene chiamato senza traduzione “Arte povera”.….(e percio’)questo movimento degli anni sessanta è a pieno titolo una delle più importanti avanguardie del XX secolo». Ha ragione: è l’unico movimento italiano ufficialmente riconosciuto dall’Ufficio Arte e Cultura del Pentagono.
Gli Artisti dell’ARTE POVERA sono perfettamente funzionali al Sistema dell’Arte Contemporanea e, fin dai loro esordi, sono Artisti Ufficiali, sono ARTISTI DI STATO coccolati dai vari governi italiani (nazionali, regionali, provinciali e comunali) che si sono susseguiti dagli anni ’60 ad oggi (altro che “avanguardia”!!!)….sono ARTISTI NEO-ACCADEMICI, per il loro servilismo rispetto ai canoni, norme, metodi e concetti ufficiali.
Fortunatamente l’ITALIA reale (non quella delle veline o delle apparenze o dei musei/allineati/omologati), dell’ultimo mezzo secolo ha espresso opere e artisti di ben altro e alto valore, che non hanno bisogno delle coccole dei corrotti, dei buffoni e dei servili….e il 150-esimo lo festeggiano con un bel bicchiere di vino tra la gente che lavora e fatica per guadagnarsi da vivere.
Nel ’68 una pioggia di uova marce è caduta sulle signore in pelliccia alla Prima della Scala a Milano, e una cisterna di letame è stata scaricata all’interno della villa di un sindaco mafioso della Sicilia….bisognerebbe ritornare a queste sane tradizioni per queste pagliacciate dell’Arte Povera in tutti i Musei pubblici d’Italia!
……..(1968-1970…quelli erano proprio gli anni in cui noi si iniziava a dipingere nella Accademia di Belle Arti di Firenze. Ricordo perfettamente il gruppetto di “artepoveristi” che avevamo costretto a ritirarsi in una stanzetta attigua all’aula di Pittura, dove arrivavano comodamente a tarda mattinata e si intrattenevano a chiacchierare, fumare e sprecare il loro tempo senza disturbare coloro che volevano imparare a dipingere con uno degli ultimi grandi Maestri italiani di questa disciplina, il pittore Goffredo Trovarelli….e…altro che “arte e vita”: quando si è trattato di occupare l’Accademia per delle sacrosante rivendicazioni studentesche, di questi “artepoveristi” NEANCHE L’OMBRA!).
Anche a causa di queste tristi notizie per l’Arte Italiana, dedichiamo ai nostri lettori queste riflessioni di Rudolf Arnheim, tratte dal bellissimo volume “PER LA SALVEZZA DELL’ARTE” Ed. Feltrinelli 1994:
….”Non dobbiamo lasciarci ingannare dalla profusione senza precedenti di Gallerie, di Musei e di Scuole d’Arte, dalla stupefacente quantità di artisti di professione e dai prezzi assurdi pagati per talune opere d’arte di grande prestigio.
A questi fenomeni si accompagna un inconfondibile senso di stanchezza, una mancanza di disciplina e di responsabilità……..
Tra i sintomi meno attraenti di questa situazione notiamo una stravaganza sfrenata, una volgarità del gusto, un abbassamento di livello del pensiero.
Siamo troppo pronti ad accettare quel che viene, ad accontentarci dell’ultima prodezza, di opere prive di quel pieno impegno di tutte le risorse che costituiva la conditio sine qua non di ogni arte rispettabile.
E questa povertà si esprime chiaramente nel mediocre livello di molte produzioni contemporanee, nonchè nella corrività dei giudizi critici espressi dai mass media.”…..
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Arte Povera=Arte Contemporanea= TOTALITARISMO DEGLI IMBECILLI
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Questa volta non parlerò, come al solito, di ‘massimi sistemi’ ma semplicemente di ‘persone’.
Ho avuto la fortuna, o comunque l’occasione, di conoscere e frequentare personalmente alcuni di questi ‘poveristi’.
Mario Merz, ormai passato a miglior vita, era un signore un pò scorbutico, forse anche a causa di trascorsi abusi di alcool, ma che credeva fermamente nel proprio lavoro, tanto da prendersi delle belle ‘incazzature’ se le cose non venivano fatte come diceva lui.
Zorio l’ho visto varie volte, sono stato anche ospite a casa sua a Torino, e ricordo quando gli feci vedere una mia opera ‘giovanile’ che lui – molto sinceramente e semplicemente – criticò, dandomi anche dei suggerimenti ‘poetici’. Posso serenamente affermare che Zorio è una persona sensibile, generosa, entusiasta, che ama profondamente il suo lavoro ed è attento a quello degli altri.
Parmeggiani era un signore schivo, molto introverso, non ho mai capito bene cosa gli passasse per la testa.
Di Fabro posso solo dire che i suoi allievi dell’Accademia di Brera lo adoravano, tanto da rimaner fin troppo impelagati nei suoi insegnamenti.
Paolini lo ricordo come un signore molto compassato e distinto, più un ‘intellettuale’ che un vero e proprio ‘artista’, ma disponibile e pronto alla ‘battuta’.
Kounellis mi stava più antipatico, viveva in un mondo tutto suo, forse dipenderà dal fatto che è il più famoso e richiesto di tutta la squadra.
Con Boetti c’ho fatto un breve viaggio in macchina, abbiamo parlato d’arte, e lui mi ha detto un paio di cose molto interessanti. Ma si interessava di molte cose, era un tipo stravagante, sembrava venire da un altro pianeta…
Insomma quel che voglio dire è che non ho mai avuto l’impressione di trovarmi di fronte ad un ‘esercito’ di pirati pronti al saccheggio…ma persone.
Avevano, senz’ombra di dubbio, un’idea di arte figlia dei loro tempi, del ’68 etc., e forse si trovavano in qualche modo a disagio in quella veste di più o meno anziani signori di successo.
Non avevano una formazione artistica classica, venivano da altri percorsi: la contestazione, la rivoluzione.
Ma tutti, ognuno a suo modo, credevano in quello che facevano.
La loro eredità si sente fin troppo pesantemente, specie fra i giovani artisti venuti fuori negli anni ’90, che fanno ancora fatica a svincolarsi da quel pesante fardello.
Se fossero nel giusto o meno, i ‘poveristi’, ce lo dirà un giorno ‘la storia’.