1 Gennaio 2012

Sonnacchioso mi sveglio tardi la mattina di questo primo di gennaio 2012.  Ieri, pensando a oggi, mi era venuta in mente una bella canzone di Luis Enrique Mejia Godoy. “PRIMERO DE ENERO
E questa mattina fresca e assolata, dopo aver inserito in Facebook due belle riproduzioni di Diego Rivera e di Giovanni Segantini……..

visitando il web mi ritrovo una bellissima riflessione del nostro grande intellettuale Antonio Gramsci intitolata “Odio il Capodanno”…che condivido totalmente.

E ovviamente mi ricordo del mio vecchio ritratto di Gramsci di cui mi è rimasta solamente una altrettanto vecchia fotografia in bianco e nero……Chi l’ha visto il mio quadro del Ritratto di Gramsci? (dovrebbe stare nel varesotto, o forse a Milano o, chissà, forse in Toscana)…

Sergio Michilini, 1975, "ANTONIO GRAMSCI", olio su tela, cm.80x80

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Odio il capodanno

(Antonio Gramsci, 1° Gennaio 1916 su l’Avanti!, edizione torinese, rubrica “Sotto la Mole”)

Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno.

Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date.

Dicono che la cronologia è l’ossatura della storia; e si può ammettere. Ma bisogna anche ammettere che ci sono quattro o cinque date fondamentali, che ogni persona per bene conserva conficcate nel cervello, che hanno giocato dei brutti tiri alla storia. Sono anch’essi capodanni. Il capodanno della storia romana, o del Medioevo, o dell’età moderna. E sono diventati cosí invadenti e cosí fossilizzanti che ci sorprendiamo noi stessi a pensare talvolta che la vita in Italia sia incominciata nel 752, e che il 1490 0 il 1492 siano come montagne che l’umanità ha valicato di colpo ritrovandosi in un nuovo mondo, entrando in una nuova vita. Cosí la data diventa un ingombro, un parapetto che impedisce di vedere che la storia continua a svolgersi con la stessa linea fondamentale immutata, senza bruschi arresti, come quando al cinematografo si strappa la pellicola del film e si ha un intervallo di luce abbarbagliante.

Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore. Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni dei nostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno del tripudio. Tutto ciò stomaca.

 

Tratto da: Odio il capodanno | Informare per Resistere

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DIEGO RIVERA

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GIOVANNI SEGANTINI

2 pensieri su “1 Gennaio 2012

  1. Otro de tus pensamientos y opiniones…me encantò leerlo..un saludote a Michilini Ocampo! Ciao Giancarlo!

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