Una splendida mostra del TINTORETTO è in corso a Roma alle Scuderie del Quirinale (dal 24 febbraio al 10 giugno 2012). In questa nostra Italia IN CRISI DI IDENTITA’ iniziata con l’american way of life, non c’era di meglio che proporre una esposizione d’Arte come questa, che è piena di significati simbolici anticrisi.
Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1519 – 1594) è stato, insieme al Veronese, l’ultimo grande pittore del Rinascimento italiano, nella “scuola veneta”, quella del COLORE e della LUCE, che insieme ai Bellini, a Giorgione, a Tiziano ecc. ha raggiunto i massimi livelli di eccellenza e ha reso celebre l’Arte italiana nel mondo.
Appunto al Quirinale di Roma, uno dei principali simboli dello Stato italiano, non c’è solo la mostra di un grandissimo Pittore di Venezia, ma c’è un pezzo di quella che fu la Grande Arte della “Serenissima Repubblica di Venezia”…..cioè un pezzo della risposta alla domanda “DA DOVE VENIAMO?”….
Il Tintoretto non nascose mai le sue origini umili (il padre era un tintore di stoffe) anzi, a volte firmava i suoi dipinti “Jacobus Tentorettus” o “Jacomo Tentor” e pare che da giovane, per ottenere nuove commissioni chiedesse pagamenti che potevano coprire a malapena le spese dei materiali: cioè prima che un grande artista è stato un grande lavoratore della Pittura, un uomo che esprimeva CON LE MANI la sua genialità creativa, che si è fatto strada lavorando duro, lottando e cercando di fare il meglio e meglio degli altri, praticamente “senza raccomandazioni” d’alto livello…… e per la sua straordinaria energia nel Mestiere della Pittura è stato soprannominato addirittura “Il Furioso“……..e le opere del Furioso TINTORETTO stanno ora in mostra nel Quirinale di Roma……ricordando l’articolo Art. 1 della Costituzione italiana, che dice che: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro….!”.
“Tintoretto fu il pittore più chiacchierato del suo tempo – scrive la Mazzucco -La sua maniera sperimentale di dipingere, la sua prestezza e prolificità, il suo carattere aggressivo e competitivo suscitarono fra i contemporanei reazioni vivaci, la cui eco è giunta fino a noi, grazie alle loro lettere, ai trattati e alle biografie scritte su di lui”.
Lo Storico dell’Arte Roberto Longhi lo descriveva come “di natura geniale, grande inventore di favole drammatiche da svolgersi entro coreografie di luci ed ombre vibranti….. Uno spettacolo continuo”.
E Giorgio Vasari scrisse di lui come “Il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura”
Questa mostra delle migliori opere del “Furioso” Pittore TINTORETTO suona anche come un potente antidoto contro le truffaldine furberie, le concettualità ingannevoli e le scorciatoie fraudolente di tanta cosidetta Arte Contemporanea (come per esempio la penosa Arte Povera nei festeggiamenti ufficiali del 150° dell’Unità d’Italia …..o l’altrettanto miserevole esclusione della Pittura dalle Biennali di Venezia, dimentica delle sue “Serenissime” radici).
Quando nel 1553 il Veronese arrivo’ a Venezia per dipingere nel Palazzo Ducale aveva solamente 25 anni….e quando verso il 1540 il Tintoretto apre orgogliosamente uno studio indipendente come Maestro aveva solamente 21 anni (poi trascorrerà la vita nel lavoro intensissimo avendo come collaboratori solamente i suoi tre figli)…….immaginatevi che periodo d’oro hanno vissuto questi pittori! E nonostante i pericoli della Santa Inquisizione e dei giudizi taglienti del vecchio Tiziano Vecellio, indiscusso patriarca della pittura veneziana , i giovani potevano iniziare una loro carriera di lavoro e genialità senza grossi problemi.
Il Tintoretto, a differenza del Veronese, non cadde nelle simpatie del patriarca Tiziano, anzi, esattamente il contrario, e ciononostante riuscì a imporsi professionalmente e ad imporre una nuova visione della Pittura, completamente rivoluzionaria, antagonista agli impasti densi e tonali del Tiziano….una pittura espressiva e fantasiosa, schizzata, fatta di tocchi abbreviati , trasparenze e vivacità luministiche del colore, portando tutte le novità “manieristiche” del continente toscano-romano nella laguna….pare che avesse affisso sui muri del suo atelier il motto programmatico “colore di Tiziano, disegno di Michelangelo“……
Contrariamente al Veronese , tranquillo e virtuoso della composizione e della luce, il Tintoretto era un passionale “impetuoso e tormentato” e il suo uso drammatico della prospettiva, della stesura pittorica fulminea e piena di tensione e delle vampate di luce emergenti da grandi masse di ombre lo hanno fatto diventare, secondo alcuni, un precursore dell’arte barocca.
Il Tintoretto fa parte di quella schiera di anime tormentate su menti lucidissime, come il Masaccio, l’Aleijadinho (Antonio Francisco Lisboa), El Greco, Goya, Géricault, Gauguin ecc…….e personalmente devo confessare che per molte cose mi sento molto vicino a questi Maestri e colleghi.
Ovviamente, per certo nostro gusto estetico “contemporaneo”, tante cose di questi Maestri risultano oggi abbastanza “sgradevoli”, come per esempio certe ESAGERAZIONI, certe TEATRALITA’ e, non ultimo, il cosidetto HORROR VACUI che non permette di lasciare spazi vuoti sulla superficie della tela….(quest’ultimo è anche un mio personale e claustrofobico peccato veniale da cui difficilmente mi salvo).
Ma quando c’è dell’Arte vera e della genialità creativa, parecchie di queste cose diventano anche accettabili e magari anche dei “pregi”…….per esempio che il Tintoretto è sempre “esagerato e piena di roba” è una grande verità, come dice il mio amico e collega Gianfranco Tognarelli, che ha da poco visitato la mostra a Roma:
“Come sai alle scuderie del Quirinale c’è una mostra sul Tintoretto.
Ci sono andato prevenuto: scenografico, esagerato, pieno di roba… quasi soffrisse di “horror vacui” ….. Ma era pur sempre il Tintoretto!
E… alla fine dei grandi teleri, da basso,…… tutto vero, come sopra, ma che potenza di pittura!! Il re degli sporchi!! Sporchi potenti, robusti, luminosi in grado di sostenere luci incredibili, e in questi lavori anche misurato!
La “Susanna ed i vecchioni” di Vienna è un dipinto che sembra del miglior 400, il nudo è di una misura eccezionale.
Naturalmente si sarà fatta una scelta di lavori, e quelli presenti sono tutti notevoli e non di bottega. Quasi quasi alla fine è accettabile anche il famoso “Miracolo di san Marco”, il quadro fatto per stupire, considerando che c’era da andare oltre Tiziano….
Un dipinto che mi ha veramente colpito è stato “l’incoronazione della Vergine” o “Paradiso”. Dipinto eseguito per il concorso per Palazzo Ducale. Concorso finalmente non vinto, lo aveva vinto il Veronese, che però non lo eseguì, la morte lo colse prima di… ma Tintoretto si rifiutò di farlo… ed il dpinto in Palazzo Ducale(deludente) è fatto dalla bottega….. questo lavoro ora al Louvre 170 x 362 cm…. è una vera sinfonia di luce e si sente come dice la piccola guida l’aspirazione ad una vera amonia cosmica!”
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