Una quasi commissione di due piccoli ritratti di due grandi uomini: Lev Nikolàevič Tolstòj (1828-1910),scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo e di Ernesto Guevara de la Serna, “El Che Guevara” ( 1928-1967), rivoluzionario, guerrigliero, scrittore e medico argentino.
Due uomini che hanno vissuto, lavorato e lottato per gli stessi obiettivi: PACE con GIUSTIZIA, o forse meglio GIUSTIZIA e percio’ PACE, per la umanità intera, PARTENDO DAGLI ULTIMI e non dai primi.
Lev Tolstòj, è l’antesignano della filosofia non-violenta contemporanea, l’ho dipinto su di un fondo bianco di neve…mi sono ricordato del “Ritratto della figliastra” di Giovanni Fattori nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze: bianco su bianco, chiaro, la luce della chiarezza. Nel caso di Tolstòj il bianco puo’ anche essere la “purezza” degli ideali di PACE senza “se” nè “ma”, nella convinzione che solo l’amore e il perdono, possano unire le genti e dar loro la felicità.
Il Che Guevara, il rivoluzionario che, come dice Ettore Masina: “Chissà se nelle sue ultime ore, prima di essere assassinato….sentì una voce che diceva: Non v’è amore più grande di chi dà la vita per i suoi fratelli…”. Il CHE l’ho dipinto pensando alle figure del Masaccio nella Cappella Brancacci a Firenze, che sono blocchi compositivi compatti con un disegno solido e modellato eloquente ed espressivo.
Il ritratto di Tolstòj l’ho dipinto varie volte, e in particolare l’ultima, l’anno scorso, insieme a Pasolini, in un quadro che ho intitolato “GLI SCOMUNICATI” perchè entrambi, Tolstòj e Pasolini furono espulsi dalle loro rispettive chiese: la Cristiana e la Comunista.
Anche il Che Guevara l’ho dipinto varie volte, e l’ultima in un dipinto intitolato “CHE GUEVARA E CRISTO CROCIFISSO” , nel cui Post di presentazione avevo cercato di cogliere le similitudini tra questi due personaggi, uno divino (per i credenti) e l’altro umano, entrambi assassinati dall’Impero di turno:
“Entrambi sono nati e vissuti in territori occupati da un Impero, rispettivamente quello Romano e quello Nordamericano.
Entrambi hanno rifiutato le comodità, i lussi e il “potere” e si sono identificati con gli ultimi, i poveri, i diseredati e sfruttati della terra.
Entrambi hanno prefigurato la salvezza come atto individuale di solidarietà e amore verso il prossimo, rifiutando gli incentivi economici o materiali per agire in questo senso.
Entrambi hanno promosso la comunità dei beni e delle risorse e la distribuzione delle ricchezze prodotte senza distinzioni di nessun tipo.
Entrambi sono stati degli “eretici” rispetto alle dottrine, chiese, partiti o poteri ufficiali.
Entrambi hanno rifiutato qualsiasi tipo di opportunismo, corruzione, mediazione al ribasso e hanno affrontato con dignità il destino tracciato dalla purezza del loro ideale interiore.
Entrambi sono stati traditi da persone di cui avevano piena fiducia.
Entrambi sono stati assassinati, dopo essere stati arrestati con vita, da agenti dei rispettivi Imperi Romano e Nordamericano.
Il messaggio di ciascuno si è moltiplicato tra gran parte degli esseri umani sia in senso positivo e costruttivo per l’amore e la solidarietà, che in senso negativo e opportunista per il potere e l’accumulazione delle ricchezze”.
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