Buongiorno Signor Pittore!

Nella grande mostra/spettacolo “Raffaello verso Picasso” aperta nella Basilica Palladiana di Vicenza fino al 20 gennaio 2013, tra i tanti capolavori esposti, ce n’è uno che consigliamo di vedere molto attentamente, perchè è commovente e perchè stimola a riflettere su tante cose. Si tratta del famosoBONJOUR MONSIEUR GAUGUIN” di Paul Gauguin,  dipinto nel 1889 e proveniente dall’ Hammer Museum di Los Angeles, USA.

Nel 1889 Gauguin viveva già da un anno in Bretagna, in una situazione economica disastrata e con sulle spalle una buona serie di fallimentari imprese (collezionista d’arte, agente finanziario, rappresentante di commercio, attacchino di manifesti ecc.) ed era appena tornato dal tragico viaggio in Centroamerica (Panama e Martinica)….ma aveva fatto la scelta DEFINITIVA di fare il Pittore….a qualsiasi costo.

In Bretagna aveva trovato alloggio, a credito, nella pensione Gloanec, e lì concepisce e realizza questo “BONJOUR MONSIEUR GAUGUIN”….malinconica testimonianza di se stesso e messaggio alla umanità….dopo una giornata di faticoso lavoro pittorico, nel momento del rientro a “casa”, forse in un freddoloso primo pomeriggio….si nota che è un “ritorno”, sconfitto, con il peso del lavoro sulle spalle….ma il titolo del quadro è “BUONGIORNO SIGNOR GAUGUIN”!

Paul Gauguin (1848–1903), BONJOUR MONSIEUR GAUGUIN (I), 1889, oil on canvas mounted on panel, 74.9 × 54.8 cm, Los Angeles, Hammer Museum The Armand Hammer

Ci sono quattro quadri, che presento in questo Post, nei quali i pittori si sono auto-augurati il BUONGIORNO, perchè avevano teneramente bisogno di affermare la loro presenza umana e professionale in contesti evidentemente avversi e ostili: tre di questi dipinti sono famosissimi e uno, l’ultimo, totalmente sconosciuto.

Nei quattro dipinti il pittore si rappresenta di fronte ad un “intrerlocutore simbolico” per trasmettere una idea/protesta agli spettatori futuri dell’opera….e alla umanità intera.

Nel “BONJOUR MONSIEUR GAUGUIN” l’interlocutore è una donna bretone che, spuntando dal lato sinistro del dipinto,“accoglie” cristianamente il pittore bisognoso di tutto…forse è la stessa locandiera che ospita Gauguin “a credito”. Il messaggio è evidente: sommerso da una natura che occupa i due terzi del dipinto, l’unica persona disposta a soccorrere il Pittore Gauguin è una semplice donna bretone, e sicuramente non per ragioni “artistiche” ma per normalissimi (a quel tempo) motivi di carità cristiana.

C’è un’altra versione dello stesso Gauguin di questo medesimo dipinto, che attualmente si trova nella Repubblica Ceca, nella Galleria nazionale di Praga…questa opera è molto simile alla precedente, ma forse un poco più misteriosa e pittoricamente più “matura”. La donna bretone, in quest’altro dipinto, appare completa, come fermandosi, durante il suo cammino verso destra: il senso dell’accoglienza è meno evidente e piuttosto sembra solamente voltarsi per un dignitoso saluto.

Paul Gauguin, BONJOUR MONSIEUR GAUGUIN (II), 1889, Oil on canvas,113 x 92cm, Praga, Repubblica Ceca, Národní galerie v Praze (Galleria nazionale di Praga)

Entrambe queste opere il maestro Paul Gauguin le ha dipinte ispirandosi direttamente e chiaramente al molto più famoso “BONJOUR MONSIEUR COURBETdipinto da Gustave Courbet nel 1854, poco più di quarant’anni prima.

La situazione, in questo quadro di Courbet, è in parte simile a quella di Gauguin e pero’ anche molto differente.
La similitudine è nella metafora del dialogo del Pittore con l’“intrerlocutore simbolico”, che in questo caso è l’amico borghese o il nobile con servo e cane, secondo le varie interpretazioni che si vogliano dare a questi personaggi.

Il messaggio allo spettatore del quadro e a tutta la umanità è: io sono un Pittore, sono un Signor Pittore, e il buongiorno ce lo scambiamo a testa alta, sia di fronte al borghese o al nobiluomo con servo e cane. Anzi, a scanso di equivoci, e per essere più “realisti” (Courbet è stato il fondatore del REALISMO in Pittura  ) il Pittore Courbet si è dipinto occupando metà del quadro e stagliandosi, imponente, in primissimo piano.

Gustave Courbet, BONJOUR MONSIEUR COURBET, 1854, olio su tela, 129×149 cm, Museo Fabre, Montpellier

E’ interessante notare come in questo dipinto siano rappresentate varie componenti sociali di quel periodo di grandi sconvolgimenti nella società francese… la borghesia /nobiltà (antagoniste/alleate contro il popolo), la servitù e il Pittore, come libero professionista .

La Rivoluzione francese del 1848  era appena terminata nella repressione e nel sangue e il governo reazionario aveva sistematicamente imposto misure antipopolari come l’inalzamento dell’orario di lavoro e il divieto del diritto di sciopero. Si stavano creando le condizioni conflittive che portarono poi alla Comune di Parigi  e alla quale Courbet partecipo’ attivamente come reponsabile del Governo Rivoluzionario per tutti i musei della città.

In questo dipinto è rappresentato l’orgoglio dell’”intellettuale organico” a un progetto politico popolare. Il Pittore si trova nel mezzo di una società avversa e ostile, quella Aristocratica decadente e morente, e quella Borghese che ha tradito il popolo e i suoi ideali di libertà. Ma reagisce e si rappresenta come un lottatore, come un Pittore che affronta con coraggio i problemi sociali e politici, a testa alta, con dignità, da uomo libero.

Negli stessi anni di questo dipinto Courbet scrisse ad un amico « …nella nostra società, così civilizzata, sento il bisogno di vivere la vita di un selvaggio. Devo essere libero anche dai governi. Le mie simpatie vanno al popolo, e devo rivolgermi direttamente a loro.» E poco più tardi scrisse: « Ho cinquant’anni ed ho sempre vissuto libero; lasciatemi finire libero la mia vita; quando sarò morto voglio che questo si dica di me: Non ha fatto parte di alcuna scuola, di alcuna chiesa, di alcuna istituzione, di alcuna accademia e men che meno di alcun sistema: l’unica cosa a cui è appartenuto è stata la libertà

Sergio Michilini, BUENOS DIAS DON SERGIO, 1996, olio su tela, cm.70×60

Il quarto dipinto è stato realizzato dal sottoscritto nel 1996, ovviamente ispirato ai tre dipinti di cui abbiamo parlato.

154 anni dopo Courbet e e 107 anni dopo Gauguin, anche io ho sentito la necessità di auto-augurarmi il BUONGIORNO in questo mondo diventato, per i Pittori, ancora più avverso e ostile di quei tempi andati.

Pero’ il mio “intrerlocutore simbolico” non è nè la locandiera bretone di Gauguin nè il nobile/borghese con servo e cane di Courbet, ma la rigogliosa natura e la fauna che ho incontrato nei tropici latinoamericani.

I tempi della Fantasia, della Pace e dell’Amore del ’68 studentesco erano finiti, ed erano finiti anche i tempi dei Diritti, della Giustizia e della Solidarietà del ’69 operaio. In Italia era finita pure la Prima Repubblica, sfociata in una parodia di repubblica, una sorta di “installazione” informe, sempre più lontana dalla Costituzione Italiana e molto simile alle opere della cosidetta “arte contemporanea”.

Affermare, con un dipinto, la mia presenza umana e professionale in questo contesto, a differenza di quello di Courbet e di Gauguin, non aveva ormai più nessun senso.

In America Latina ho trovato prima di tutto questa tremenda flora e fauna con la quale interloquire, sicuro che gli animali e la natura avevano più chiarezza del loro posto, ruolo e funzione in questo pianeta, rispetto agli esseri umani. Ma anche rispetto alla Pittura pensavo che la flora e la fauna fossero più comprensivi e tolleranti degli esseri umani.

Il “BUONGIORNO SIGNOR SERGIO” (BUENOS DIAS DON SERGIO), nel 1996, me lo sono dato narcisisticamente sommerso dalla natura e dagli animali. Poi gli anni sono passati, e mentre l’Europa si arrotolava su se stessa, nei meandri del non-senso, dell’alta finanza e degli armamenti, le popolazioni latinoamericane iniziavano il loro primo, vero e grande cammino di decolonizzazione, di giustizia, uguaglianza e fraternità umana. …e probabilmente qui,  in America Latina, arriverà presto il giorno in cui sarà necessario ancora ri-affermare la propria presenza umana e professionale di “SIGNOR PITTORE”.

In Europa chissà…speriamo che si riesca ad uscire dal labirinto per rivedere la luce.

BUENOS DIAS DON SERGIO, particolare

Courbet il suo BONJOUR MONSIEUR COURBET, forse di tarda mattinata, lo aveva dipinto così come sarebbe successo nella realtà, brutalmente, realisticamente, senza i contemporanei “imbellettamenti accademici”, le “vibrazioni impressionistiche” o le interpretazioni romantiche e “naturalistiche” della natura e delle cose.

Gauguin i suoi BONJOUR MONSIEUR GAUGUIN, probabilmente di mezzo pomeriggio, li aveva dipinti con il suo metodo del “cloisonnisme” che prevedeva linee di delimitazione delle aree pittoriche, come nelle vetrate medioevali, con colori complementari piatti, in modo da ottenere grande intensità luminosa e armonia generale dell’opera, priorizzando il senso e il sentimento individuale sulla riproduzione dei dati reali e oggettivi della natura e delle cose.

Il mio BUENOS DIAS DON SERGIO, di prima mattina, l’ho dipinto non “rompendo” con il passato ma, al contrario, pensando di utilizzare al meglio tutte le innovazioni della storia della pittura italiana ed europea, non riproducendo brutalmente la realtà ma inventandola, cercando il senso e il sentimento senza necessariamente rifiutare i dati oggettivi e reali della natura, con particolare interesse per il colore e i suoi valori di chiarezza e luminosità.

BUENOS DIAS DON SERGIO, particolare

Oggi i tempi sono cambiati, e il BUONGIORNO, oltre che gli animali e la natura nella quale sono immerso qua, vicino a Managua, sono anche in tanti che me lo danno…. specialmente il mio angelo custode, che nel 1996 lo avevo solamente inventato nell’angolino a sinistra in alto del mio dipinto, e che ora si è fatto realtà….ma il Buongiorno è anche con tanta gente che sta “costruendo futuro” nella semplicità e complessità della vita di tutti i giorni.

Rimane l’interrogante della “Pittura”, alla quale non sappiamo ancora se augurare il BUON GIORNO o, purtroppo, davvero, la BUONA NOTTE.

 

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