Il contrario di “bello” non è “brutto” ma utilitaristico, interessato, opportunistico, di convenienza, strumentale. La Bellezza non è neanche solo una questione di estetica, di gusto o di moda.
La Bellezza è l’insieme, il tutto integrato.
Peppino Impastato nei Cento Passi diceva: “Dalla Bellezza scende giù tutto il resto”.
E perciò diceva Dostoevskij….. “La bellezza salverà il mondo”
E a questo proposito mi permetto di citare, come esempio o come prototipo, il fatto di Bellezza più importante di questo nuovo millennio e, direi, più bello dalle origini della umanità ad oggi: tutti e 33 i presidenti del continente latinoamericano hanno firmato l’impegno a non usare MAI PIU’ LA GUERRA per risolvere le controversie reciproche, dichiarando tutto questo immenso territorio ZONA DI PACE….: non era MAI successo prima, e credo che questo fatto politico, filosofico, concettuale, spirituale ed estetico possa essere anche considerato il punto più alto di civilizzazione della storia umana su questo pianeta.
https://blogosfera.varesenews.it/la-bottega-del-pittore/?p=13634
Auspichiamo che anche gli altri continenti intraprendano questo cammino di Bellezza
“La bellezza salverà il mondo”: Dostoevskij ci dice come.
di LEONARDO BOFF
L’abbiamo imparato dai greci – e questa intuizione ha attraversato i secoli – che ogni essere, per differente che sia, possiede tre caratteristiche trascendentali (cioè sempre presenti; mentre situazione, spazio e tempo sono irrilevanti): ogni essere è unum, verum et bonum, voglio dire che gode di una unità interna che lo mantiene nell’esistenza; che è vero, perché si mostra così come di fatto è; buono, perché svolge bene il suo compito insieme agli altri aiutandoli a esistere e a coesistere.
Sono stati i maestri francescani medievali, come Alessandro di Hales e specialmente San Bonaventura che, prolungando una tradizione venuta da Dionigi Areopagita e da Sant’Agostino, hanno aggiunto all’essere un’altra caratteristica trascendentale: pulchrum, cioè bello. Basandosi sicuramente sull’esperienza personale di San Francesco che era un poeta e un esteta di eccezionale livello, che “nel bello delle creature vedeva il Bellissimo,” hanno arricchito la nostra comprensione dell’essere con la dimensione della bellezza.
Tutti gli esseri, anche quelli che ci sembrano schifosi, se li osserviamo con affetto, nei particolari e nell’insieme, presentano, ognuno a modo suo, una bellezza singolare se non proprio nella forma, certo nel modo come in loro tutto è articolato con equilibrio e armonia sorprendenti.
Uno dei grandi estimatori della bellezza è stato Fiodor Dostoevskij. La bellezza era così centrale nella sua vita, ci racconta Anselm Grun, monaco benedettino e grande spiritualista, nel suo ultimo libro “Bellezza: una nuova spiritualità della gioia di vivere” (Vier Turne Verlag 2014) che il grande romanziere russo andava almeno una volta all’anno a vedere la bellissima Madonna Sixtina di Raffaello. Rimaneva a lungo in contemplazione davanti a quella splendida figura. Questo fatto è sorprendente, dato che i suoi romanzi penetrano nelle zone più oscure e perfino perverse dell’animo umano. Ma quello che lo spingeva, in verità, era la ricerca della bellezza, e per questo ci ha lasciato la famosa frase: “La bellezza salverà il mondo” che appare nel libro “L’idiota”.
Nel romanzo I fratelli Karamazov approfondisce il problema. Un ateo, Ipolit, domanda al principe Mynski “in che modo la bellezza salverebbe il mondo”? Il principe non dice nulla ma va da un giovane di diciott’anni che sta agonizzando. Lì rimane pieno di compassione e amore finché quello muore. Con questo voleva dire: è la bellezza che ci porta all’amore condiviso con il dolore; il mondo sarà salvo oggi e sempre fin quando ci sarà questo gesto. E come ci manca, oggi!
Per Dostoevskij la contemplazione della Madonna di Raffaello era la sua terapia personale, perché senza di questa avrebbe disperato degli uomini e di se stesso, davanti ai tanti problemi che vedeva. Nelle sue opere ha descritto persone cattive distruttive e altre che vivevano immerse negli abissi della disperazione. Ma il suo sguardo, che metteva in rima amore con dolore condiviso, riusciva a vedere la bellezza nell’anima dei più perversi personaggi. Per lui il contrario di “bello” non era “brutto” ma utilitaristico, lo spirito di usare gli altri e così rubar loro la dignità.
“Sicuramente non possiamo vivere senza pane, ma neanche esistere senza bellezza” è impossibile, ripeteva. Bellezza è più che estetica; possiede una dimensione etica e religiosa. Lui vedeva in Gesù un seminatore di bellezza. “Lui è stato un esempio di bellezza e l’ha impianta nell’alma delle persone affinché attraverso la bellezza tutti diventassero fratelli tra di loro”. Lui non si riferisce all’amore verso il prossimo; al contrario: è la bellezza che suscita l’amore e ci fa vedere nell’altro un prossimo da amare.
La nostra cultura dominata dal marketing vede la bellezza come una costruzione del corpo e non della totalità della persona. Così sorgono sempre più numerosi i metodi di operazioni plastiche e consumo di botox per rendere le persone più “belle”. Bellezze costruite, senz’anima. Se osserviamo bene, in queste bellezze fabbricate emergono persone con una bellezza fredda e con un’aura di artificialità incapace di diffondere luminosità. A questo punto fa irruzione la vanità, non l’amore perché la bellezza ha a che vedere con amore e comunicazione. Dostoiewski osserva ne ‘I fratelli Karamazov’, che un viso è bello quando tu percepisci che in esso stanno litigando Dio e il diavolo, intorno al bene e al male. Quando il bene vince, erompe la bellezza espressiva, soave, naturale e irradiante. Qual è la bellezza più grande? Quella del viso freddo, di una top model o il viso pieno di rughe e pieno di irradiazione di Irma Dulce di Salvador, (Bahia) o di madre Teresa di Calcutta? La bellezza è irradiazione dell’essere. Nelle due sorelle l’irradiazione è evidente, nella top model è impallidita.
Papa Francesco ha dato speciale importanza alla trasmissione della fede cristiana attraverso la via Pulchritudinis (la via della bellezza). Non basta che il messaggio sia buono e giusto. Deve essere anche bello, perché solo così arriva al cuore delle persone e suscita l’amore che attrae, (Esortazione La gioia del Vangelo, n.°167). La chiesa non persegue il proselitismo ma l’attrazione che viene dalla bellezza e dall’amore la cui caratteristica è lo splendore.
La bellezza è un valore in se stesso. Non è utilitarista. E’ come il sole che fiorisce per fiorire, poco importa se lo guardano o no, come dice il mistico Angelus Silesius. Trovatemi uno che non si lascia affascinare da un fiore che sorride gratuitamente all’universo! Così dobbiamo vivere la bellezza in mezzo a un mondo di interessi, scambi e mercanzie. Dunque essa realizza la sua origine sanscrita Bet-El-Za che vuol dire: “il luogo dove Dio brilla,”. Brilla dappertutto e fa brillare anche noi con il bello.
LeonardoBoff ha scritto A força da ternura, ed. Mar de idéias, Rio 2011.
Traduzione di Romano e Lidia Baraglia
LEONARDO BOFF http://leonardoboff.wordpress.com/2014/05/01/la-bellezza-salvera-il-mondo-dostoevskij-ci-dice-come/
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Lo contrario de lo “bello” no es lo “feo” sino lo utilitario, lo interesado, oportunista, instrumental.
La belleza no es sólo una cuestión de estética, del gusto o de moda.
La Belleza es un conjunto, es lo todo integrado.
Peppino Impastato en Cento Passi dijo: “Desde la Belleza sale todo lo demás”.
Por lo tanto, Dostoievski dijo….. “La belleza salvará el mundo”
Y en este sentido pienso, como ejemplo o como un prototipo, que el hecho más importante de Belleza de este nuevo milenio, y más hermoso desde los orígenes de la humanidad hasta la fecha es que: los 33 presidentes de América Latina han firmado el compromiso de no utilizar NUNCA MAS la guerra para resolver conflictos entre ellos, declarando todo este inmenso territorio ZONA DE PAZ ….: nunca sucedió antes, y creo que esto hecho de política, de filosofía, conceptual, espiritual y estético puede ser también considerado el punto culminante de la civilización de la historia humana en este planeta.
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Esperamos que también los otros continentes siguán este ejemplo e puedan terminar con la historia de guerras y violencias e iniciar el camino de la Belleza.
“La belleza salvará al mundo”: Dostoyesvski nos enseña cómo
de LEONARDO BOFF
Aprendimos de los griegos, y luego pasó a través de todos los siglos, que todo ser por diferente que sea tiene tres características trascendentales (están siempre presentes poco importa la situación, el lugar y el tiempo): es unum, verum et bonum, es decir, goza de una unidad interna que lo mantiene en la existencia, es verdadero, porque se muestra así como es en realidad, y es bueno porque desempeña bien su papel junto los demás seres ayudándolos a existir y coexistir.
Los maestros franciscanos medievales, como Alexandre de Hales y especialmente San Buenaventura fueron los que, prolongando una tradición venida de Dionisio Aeropagita y de san Agustín, añadieron al ser otra característica transcendental: lo pulchrum, es decir, lo bello. Basados seguramente en la experiencia personal de san Francisco que era un poeta y un esteta de calidad excepcional, que “en lo bello de las criaturas veía lo Bellísimo,” enriquecieron nuestra comprensión del ser con la dimensión de la belleza. Todos los seres, incluso aquellos que nos parecen hediondos, si los miramos con afecto, en los detalles y en el todo, presentan, cada cual a su modo una belleza singular, si no en la forma, en el modo en que todo viene articulado en ellos con un equilibrio y armonía sorprendentes.
Uno de los grandes apreciadores de la belleza fue Fiodor Dostoyevski. La belleza era tan central en su vida, nos cuenta Anselm Grün, monje benedictino y gran espiritualista, en su último libro Belleza: una nueva espiritualidad de la alegría de vivir (Vier Türme Verlag 2014) que el gran novelista ruso iba todos los años a Dresde en Alemania a contemplar la hermosa Madonna Sixtina de Rafael. Permanecía largo rato en contemplación delante de esa espléndida obra. Tal hecho es sorprendente, pues sus novelas penetraron en las zonas más oscuras e incluso perversas del alma humana, pero lo que en verdad lo movía era la búsqueda de la belleza. Nos legó esta famosa frase: “La belleza salvará al mundo”, escrita en su libro El idiota. ´
En la novela Los Hermanos Karamazov profundiza la cuestión. Un ateo, Ippolit, pregunta al príncipe Mischkin: “¿cómo “salvaría la belleza al mundo?” El príncipe no dice nada pero va junto a un joven de 18 años que está agonizando. Y se queda allí lleno de compasión y amor hasta que muere. Con eso quiso decir que belleza es lo que nos lleva al amor compartido con el dolor; el mundo será salvado hoy y siempre mientras ese gesto exista. ¡Y que falta nos hace hoy!
Para Dostoyevski la contemplación de la Madonna de Rafael era su terapia personal, pues sin ella habría desesperado de los hombres y de sí mismo, ante tantos problemas como veía. En sus escritos describió a personas malas y destructivas y otras que se asomaban a los abismos de la desesperación. Pero su mirada, que rimaba amor con dolor compartido, conseguía ver belleza en el alma de los personajes más perversos. Para él, lo contrario de lo bello no era lo feo sino el utilitarismo, el espíritu de usar a los otros y así robarles la dignidad.
“Seguramente no podemos vivir sin pan, pero también es imposible existir sin belleza”, repetía. Belleza es más que estética; posee una dimensión ética y religiosa. Veía en Jesús un sembrador de belleza. “Él fue un ejemplo de belleza y la implantó en el alma de las personas para que a través de la belleza todos se hiciesen hermanos entre sí”. Dostoyevski no se refiere al amor al prójimo; al contrario: es la belleza que suscita el amor y nos hacer ver en el otro un prójimo al que amar.
Nuestra cultura dominada por el marketing ve la belleza como una construcción del cuerpo y no de la totalidad de la persona. Entonces surgen métodos y más métodos de plásticas y botoxs para hacer a las personas más “bellas”. Por ser una belleza construida, no tiene alma. Y si lo miramos bien, estas bellezas fabricadas hacen emerger personas con una belleza fría y con un aura de artificialidad, incapaz de irradiar. Ahí irrumpe la vanidad, no el amor, pues belleza tiene que ver con amor y comunicación. Dostoyesvski en Los hermanos Karamazov observa que un rostro es bello cuando se percibe que en él litigan Dios y el Diablo en torno del bien y del mal. Cuando percibe que ha vencido el bien irrumpe la belleza expresiva, suave, natural e irradiante. ¿Qué belleza es mayor, la del rostro frío de una top model o el rostro arrugado y lleno de irradiación de la Hermana Dulce de Salvador de Bahía o de la Madre Teresa de Calcuta? La belleza es irradiación del ser. En las dos hermanas la irradiación es manifiesta, en la top model no tiene fuerza.
El Papa Francisco ha dado especial importancia en l transmisión de la fe cristiana a la via pulchritudinis (la vía de la belleza). No basta que el mensaje sea bueno y justo. Tiene que ser bello, pues solo así llega al corazón de las personas y suscita el amor que atrae (Exhortación La alegría del Evangelio, n 167). La Iglesia no busca el proselitismo sino la atracción que viene de la belleza y del amor cuya característica es el esplendor.
La belleza es un valor en sí mismo. No es utilitarista. Es como la flor que florece por florecer, poco importa si la miran o no, como dice el místico Angelus Silesius. ¿Pero quién no se deja fascinar por una flor que sonríe gratuitamente al universo? Así debemos vivir la belleza en medio de un mundo de intereses, trueques y mercancías. Entonces ella hace realidad su origen sanscrito Bet-El-Za que quiere decir: “el lugar donde Dios brilla”. Brilla por todo y nos hace también brillar por lo bello que existe en nosotros.
Leonardo Boff escribió La fuerza de la ternura, Editorial Mar de Idéias, Rio 2011.
Traducción de Mª José Gavito Milano
LEONARDO BOFF http://leonardoboff.wordpress.com/2014/05/01/la-belleza-salvara-al-mundo-dostoyesvski-nos-ensena-como/