Due pittori, Salvatore Lovaglio e Sergio Michilini, con formazione ed esperienze differenti hanno lavorato per una settimana tra le spettacolari alture della Daunia Settentrionale, accompagnati creativamente in questa prima originale esperienza da una ventina di colleghi delle diverse espressioni artistiche, uniti nella ricerca del senso e significato di lavorare oggi “En Plein Air”, all’aria libera, all’aperto.
La postazione centrale dell’evento é stata il bellissimo Rifugio Casonetto del CAI di Foggia: l’unico del Club Alpino Italiano nella Regione Puglia.
In questo edificio e nelle postazioni creative adiacenti il romantico argomento “en Plein Air” è stato ampiamente affrontato e attualizzato come “spazio-altro” rispetto al senso intimista da galleria delle sue origini, e ne é sorta una idea di progetto originalissima, di ricerca, di conoscenza, di riflessione ed espressione con i mezzi specifici delle arti sul rapporto uomo-natura, su questo paradigma che sta portando alla distruzione o alla salvezza della nostra specie su questa unica e fragile navicella spaziale che è il pianeta terra.
Il progetto prevede che la cittadina di Castelluccio Valmaggiore insieme a tutta la Valle del Celone diventino permanentemente un punto di riferimento regionale, nazionale e chissá, anche internazionale…un punto d’incontro di pittori, poeti, illustratori, caricaturisti, scultori, landartisti, filosofi, scrittori, musicisti, ballerini, cantanti, fotografi, teatranti, cineasti ecc. per stimolare la crescita di una cultura di pace, di convivenza in armonia con l’essere e con il tutto.
Uno dei piú grandi filosofi latinoamericani contemporanei, il nicaraguense Alejandro Serrano Caldera riflette e ci suggerisce: “Gli esseri umani, credenti o no, sperano nel profondo della propria coscienza o della propria illusione. Moltitudine solitaria di sognatori che si dibatte tra la coscienza di esistere e la impossibilità di essere, tra il mondo che è e quello che vorremmo che fosse; tra la ‘felicitá zoologica e la infelicitá metafisica’; e questa è l’ origine e l’essenza dell’arte con la quale ci creiamo il mondo che la realtà ci nega…… Perché l’arte non è solo il riflesso della realtà, e non è neanche pura evasione verso mondi fittizi; è sempre diversa dalla realtà però senza smettere di essere la realtà stessa. È la realtà che trascende dalla soggettività del creatore, per darci in questo supremo atto di trasformazione il mondo che la realtá ci nega”….
Il pensiero di questo filosofo si puó riassumere nel concetto di “UNITÁ NELLA DIVERSITÁ”…..dove “la unitá che fa la forza” é fortunatamente ormai storia del passato, mentre oggi ci vuole “unitá” per combattere le fragilitá, le debolezze, le paure, le stupiditá e meschinitá della nostra razza nefasta e distruttrice.
Continua Alejandro Serrano Caldera, quasi a stimolare il dibattito nel nostro EN PLEIN AIR di Castelluccio Valmaggiore: “L’arte é profonditá etica e metafisica, trama e dramma dell’esistenza, dardo inchiodato nella radice dell’essere per esprimere la sua angustia o la sua felicitá, la sua rassegnazione o la sua recondita illusione. In ogni caso é ammirabile che l’arte sopravvive tra la violenza, il tradimento e la paura, come testimonio della grandezza dell’uomo in mezzo alle sue proprie debolezze e alla miseria che lo circonda. Per questo l’arte moltiplica, non tanto la realtá – dato che non é riproduttrice di quella- ma le possibilitá di questa realtá duttile, modellabile e multiforme con le numerose possibilitá soggettive. Il sogno irrealizzato frustra, mentre che il sogno realizzato salva”.