Le muse inquietanti

Le muse inquietanti”, di cui esistono innumerevoli versioni dello stesso Giorgio De Chirico, é una opera realizzata nel 1916 o 1917 ed è ambientata nello spazio urbano di Ferrara. Sullo sfondo campeggia il castello estense fiancheggiato da moderni edifici industriali sormontati da ciminiere che sembrano fare da contraltare alle antiche testimonianze architettoniche, richiamando alla mente la celebre serie delle “piazze d’Italia”.

Un grande palcoscenico ligneo giunge sino al primo piano, in una prospettiva deformata e incongruente in cui trovano posto oggetti inanimati dalle cromie cangianti quali scatole e balocchi che sembrano convivere pacificamente con tre reperti della scultura antica con un chiaro riferimento alla statuaria classica.

Giorgio de Chirico, LE MUSE INQUIETANTI, 1916, oliotela, cm.97×67

Questa visione immobile ed immersa nella solitudine straniante di uno spazio vuoto, artificiale, e bloccato nell’immobilità atemporale, più che rappresentare qualcosa che sta al di la della realtà, nel sogno, é una immagine metafisica, cioè assoluta dell’Italia industriale dell’inizio secolo, teatralmente legata alla storia e vuota di fronte all’avanzare del capitalismo.
Quel capitalismo industriale duro, crudo, dignitosamente corrotto e mafioso che ho conosciuto negli anni ’60 al suo interno, avanzare come una piovra in Lombardia.

Diretto dagli stessi giovani industriali e commercianti che, arricchiti precocemente, riempivano i voli di turismo sessuale per soli uomini verso la Thailandia e il Brasile.

Rigorosamente anticomunisti li ho visti sbarcare anche a Cuba negli anni ’90 e deambulare alla ricerca di giovani prostitute nel Varadero o nel Malecón de La Habana.

Sergio Michilini. LE MUSE INQUIETANTI, 1996, bozzetto, cm.38×27

Sergio Michilini, LE MUSE INQUIETANTI, 1996, tempera, cm.38×27

Nel 1996 ho dipinto la mia versione delle “Muse inquietanti”, cioè di questi manichini del capitale, con l’industria del lucro conficcata sulla testa, deambulando in uno spazio “altro”, un ruscello, un bosco, un luogo puro, naturale, primario, autentico, e corrompendo una giovane afroamericana: é la fine della metafisica capitalista e la nascita della tragedia neoliberista antiumana che oggi viviamo a livello pandemico.

Sergio Michilini, LE MUSE INQUIETANTI, 1996, oliotela, cm.70×50

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