Ho dipinto questa opera dal titolo “FEDERICO II INCONTRA IL SULTANO AL-KAMIL” ispirato dagli eventi dedicati agli 800 anni dell’ingresso dell’imperatore Federico II Hohenstaufen nella Città di Foggia, avvenuta nel 1221, e della mostra sull’Imperatore Federico II attualmente in corso nell’Archivio di Stato di Foggia con importanti sculture, disegni e i bozzetti di studio dell’artista Salvatore Lovaglio.
Ho realizzato questa opera non casualmente negli stessi giorni della storica visita di Papa Francesco in Iraq…evento che sicuramente puó considerarsi come continuazione e consolidamento della via aperta da San Francesco e successivamente da Federico II per la convivenza pacifica tra le religioni monoteiste e tutti i popoli della terra.
……”sia Francesco che Al-Kamil credevano nello stesso unico Dio, lo pregarono insieme ed erano convinti che si potesse convivere nei luoghi santi, pur appartenendo a religioni e culture diverse.
Quasi dieci anni dopo, fallita la V crociata, tutte le speranze erano riposte nell’imperatore Federico II. Quest’ultimo, dopo avere a lungo rimandato la partenza per la Terrasanta tanto da essere stato per questo scomunicato dal papa, intraprese finalmente il viaggio via mare, imbarcandosi da Brindisi nel giugno del 1228, alla guida di una flotta di quaranta galere.
Anche l’imperatore svevo fu ospitato alla corte del Sultano d’Egitto. La profonda amicizia che nacque tra i due sovrani culminò in quello storico accordo di pace che contemplava la restituzione di Gerusalemme e altri luoghi della cristianità a Federico II, insieme a una tregua di dieci anni.
Fu così che con le sole armi della diplomazia e della cordialità, e soprattutto senza alcuno spargimento di sangue, la VI crociata riuscì laddove la V aveva miseramente fallito.
Il 17 marzo del 1229 l’imperatore Federico II entrò a Gerusalemme, e il giorno dopo, nonostante la scomunica pesasse ancora su di lui, si autoincoronò nella chiesa del Santo Sepolcro.
Fu questa l’unica crociata che si svolse pacificamente, portando alla riconquista di Gerusalemme e a una tregua di dieci anni.
Il viaggio a Damietta alla corte del Sultano, intrapreso nove anni prima dall’umile frate Francesco, non può dunque essere considerato un fallimento (come qualcuno ha invece sostenuto), ma fornì semmai un presupposto importante (se non determinante) per la successiva trattativa di pace sottoscritta da Federico II e dal Sultano Al-Kamil.
In altre parole ritengo che san Francesco d’Assisi, con l’aiuto di frate Elia (ministro in Oriente fin dal 1217), abbia in qualche modo aperto la strada alle successive trattative diplomatiche tra il potente imperatore svevo e il sultano d’Egitto, mostrando che era possibile la convivenza pacifica tra cristiani e saraceni, e creando altresì le premesse affinché Federico II riottenesse Gerusalemme senza usare né eserciti né armi”.
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