Sulla metodología di realizzazione del complesso pittorico-monumentale di Rocchetta Sant’Antonio – Foggia – Italia

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La realizzazione dei dipinti nella ex Chiesa San Giovanni Battista, oggi Sala Convegni, di Rocchetta Sant’Antonio é stata una grande opportunità per esplorare alcune nuove possibilitá metodologiche e concettuali della pittura murale italiana.

Non ci riferiamo ai “murales” o ai graffiti “spray paint art” o alla “street art” in generale, che sono forme espressive latinoamericane o statunitensi caratterizzate concettualmente dalla urgenza espressiva e da tecniche e metodologie generalmente effimere.

La chiesa di San Giovanni Battista in Rocchetta Sant’Antonio, Foggia, Italia

Parliamo della nostra Storia dell’Arte, che é fondamentalmente una STORIA DELLA PITTURA MURALE che ha aperto il cammino all’arte moderna del cosidetto “occidente” con artisti come Giotto, Masaccio e Piero della Francesca e che definiscono ancora oggi l’Italia come “LA PATRIA MONDIALE DELL’AFFRESCO”.

Nel caso di Rocchetta Sant’Antonio, a causa del tempo limitato a disposizione, abbiamo dovuto utilizzare tecniche e materiali ordinari per concentrare la nostra attenzione in modo particolare sulla metodología della pittura murale moderna che vuole continuare e magari tenta anche di innovare la grande storia degli “sfondati” del Mantegna e del Correggio e poi, distaccandosi più o meno dalle regole della prospettiva centrica e statica con i quadraturisti del Seicento e gli artisti barocchi come Pietro da Cortona, Baciccio e Andrea Pozzo, fino alle concezioni ingegnose e audaci fantasie del Tiepolo, ultimo dei grandissimi nostri pittori muralisti, per poi arrivare alle grandi intuizioni spaziali della “POLIANGOLARITÁ” e della “INTEGRAZIONE PLASTICA” del muralismo messicano moderno con la genialitá di artisti come David Alfaro Siqueiros, José Clemente Orozco ecc., che consentono alla disciplina della pittura murale di aprire un ventaglio infinito di possibilità espressive e di interventi appropriati e opportuni nello spazio architettonico e urbano.

la Parete di sinistra con gli spazi da decorare

Interno della Chiesa di San Giovanni prima dell’intervento pittorico

Riassumiamo chiarendo che la “Poliangolarità” è una tecnica artistica, utilizzata soprattutto nella pittura murale, che prevede la rappresentazione di molteplici punti di vista, dimensioni e prospettive all’interno di un singolo piano o campo visivo. Questa caratteristica crea un’esperienza spaziale dinamica e geometrica per l’osservatore, alterando la percezione tradizionale dello spazio e generando un effetto tridimensionale attraverso la fusione di diversi approcci visivi nell’opera.

La “Integrazione Plastica” propone l’unione di architettura, scultura e pittura in un’unica entità, cercando di rendere l’estetica parte integrante del progetto architettonico fin dalla sua concezione, piuttosto che un aggregato posteriore. Questa metodología promuove il lavoro interdisciplinare e la collaborazione consapevole tra architetti e artisti per creare opere d’arte pienamente e funzionalmente integrate negli edifici e nello spazio urbano.

Collocazione dei supporti mobili in legno multistrato e applicazione della imprimitura texturizzata

Il nostro intervento di pittura murale nella nuova sala convegni della chiesa di Rocchetta Sant’Antonio investe una superficie totale di circa 80 metri quadrati e i sei dipinti che compongono il complesso pittorico monumentale, sono stati realizzati con pittura acrílica su supporti mobili in legno multistrato, collocati a dieci centimetri di distanza dalle pareti, nel rispetto piú assoluto delle norme dettate dalla Soprintendenza ai Beni Culturali per gli edificidi valore storico, artistico e architettonico.

L’opera nel suo complesso rivela intenzionalmente e chiaramente alcuni aspetti metodologici e concettuali fondamentali che caratterizzano la pittura murale moderna e contemporanea, laddove nella quasi totalitá dei casi in Italia ed in Europa il muralismo viene realizzato ancora come “quadro ingrandito” e plasmato sul muro, con il parametro unico della vecchia “finestra albertiana” che prevede lo spettatore immobile nel centro visivo di osservazione del dipinto.

Tracciamento delle linee strutturali con la livella laser multilinea

Tracciamento delle linee strutturali con la livella laser multilinea

Abbiamo cosí diviso la progettazione e realizzazione delle pitture murali in due fasi, con un certo proposito didattico di base: dapprima elaborando uno studio dello spazio architettonico esistente prendendo in considerazione il movimiento dello spettatore e due punti di vista privilegiati, uno all’entrata e uno al centro dell’edificio, per creare uno “scheletro strutturale” sul quale successivamente abbiamo realizzato le composizioni tematiche sopra citate.

In questa prima fase, che potremmo tecnicamente definire di correlazioni armoniche interspaziali e che abbiamo lasciato parzialmente in evidenza, si sono studiate le due direttrici basilari che hanno determinato la struttura compositiva di ciascuna pittura murale:

1) La direttrice che va dall’architettura all’occhio dello spettatore: ció che suggerisce l’architettura esistente, oggettiva, che si proietta verso il punto di vista soggettivo, con i vuoti e i pieni (porte, finestre ecc.), le rientranze e sporgenze (nicchie, colonne ecc.) e, insomma tutti gli elementi e “accidenti” che suggeriscono la “RETE GEOMETRICA” della Pittura Murale che si realizzerà, cioè il tracciato di tutte le relazioni e interrelazioni geometriche piane suggerite dalla architettura esistente, che diventa poi parte dello scheletro strutturale e costruttivo del dipinto.

2) La direttrice che va dal punto di vista all’architettura esistente, cioé quello che l’occhio dello spettatore proietta sull’architettura e che é determinato fondamentalmente, ma non solo, dal percorso dello spettatore nello spazio di fronte all’opera che verrà realizzata. Quello che chiameremo “lo spettatore mobile” proietta sulla superficie architettonica una serie infinita di coni ottici che provocano conseguentemente una serie infinita di deformazioni prospettiche, e l’analisi di questi movimenti suggerisce la “RETE POLIANGOLARE” strutturale di base della Pittura Murale.

Il grande pittore muralista messicano David Alfaro Siqueiros in uno dei suoi scritti chiarisce: “E’ il percorso normale dello spettatore in una topografia data, quello che determina la composizione pittorica dentro la stessa“… “Solo lo spettatore attivo nella concavità del murale è l’unica spina di corrente possibile per mettere in marcia questa macchina architettonica-ritmica“… “Sempre ho avuto l’impressione che la manifestazione piú poderosa della vita dell’uomo è costituita dal fatto che tutti i volumi, sia quelli che l’uomo circonda o quelli dentro i quali l’uomo cammina e palpita, si muovono non appena ha inizio il suo stesso movimento“… “Un pittore muralista che non si avvale di questo fenomeno visivo che esiste e vive solo con il movimento dello spettatore, non è un pittore muralista; ed anche se ció puó sembrare blasfemo, le migliori pitture murali della antichità, come le migliori pitture murali del Medioevo e del Rinascimento italiano, non sono ancora pitture murali … E non lo sono perché i loro autori non considerarono, con l’ampiezza necessaria, la circostanza della mobilitá dello spettatore umano“.

Ovviamente quest’ultima affermazione é un poco esagerata, ma é típica della eloquenza espressiva di questo nostro maestro messicano.

Nel nostro caso, che come scritto prima, abbiamo voluto essere anche propedéutico e didattico, si sono presi in considerazione solamente due punti di vista e poi si sono colorate in modo soggettivo ed emozionale le zone o aree tracciate dalla “RETE GEOMETRICA” e dalla “RETE POLIANGOLARE” che sono le strutture compositive fondamentali, oggettive e dimostrabili, delle Pitture Murali che successivamente abbiamo realizzato.

Tutta questa prima fase é stata fatta anche nel nostro caso, come dovrebbe essere sempre fatta, prima di discutere il tema, il contenuto e lo stile che si intendono adottare per realizzare le Pitture Murali, che sono fasi successive, interpretative e creative soggette alla contingenza soggettiva.

La seconda e conclusiva fase del Progetto, é iniziata con la scelta di 6 soggetti o temi selezionati tra una quindicina di bozzetti proposti; dal trasferimento dei bozzetti in scala sui pannelli con il metodo del proiettore elettronico di immagini e dalla rappresentazione pittorica soggettiva sullo scheletro strutturale delle reti “Geométrica e Poliangolare”.

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Questa seconda fase é stata anche pianificata dal proposito espressivo del Progetto delineato con il collega Maestro Salvatore Lovaglio a favore di una opera “in progress”, suscettibile di ripensamenti, come un “Laboratorio Aperto di Muralismo Contemporaneo”, e in questo modo ho iniziato lavorando al primo pannello, quello dedicato al Sant’Antonio Abate, forse diminuendo questa tensione o proposito nei dipinti successivi, favorendo una attenzione probabilmente eccessiva per i dettagli.

Concludendo possiamo affermare che nel complesso pittorico-monumentale di San Giovanni siamo riusciti a creare una certa unitá descrittiva che “lega” e che “lavora” con l’edificio architettonico, che lo valorizza aumentandone lo spazio visivo e che evidenzia alcune illusioni ottiche o “magie visive” dovute al movimento dello spettatore, come la figura del Sacerdote del Buon Samaritano o l’indifferente nel pannello del naufragio, che appaiono solamente avvicinandosi all’altare.

In sostanza nelle Arti Visive oggi abbiamo una marcia in piú. Oltre a godere dei temi rappresentati e del modo come questi temi vengono interpretati iconograficamente dal singolo artista, considerando il movimiento dello spettatore, mettiamo in moto un meccanismo incredibilmente espressivo, che i nostri maestri chiamavano tendenzialmente “MURALISMO CINEMATOGRAFICO”, sia a livello della creativitá progettuale che della lettura dell’opera, e nel caso di Rocchetta Sant’Antonio abbiamo cercato di incamminarci in questo senso, con solo alcuni degli elementi innovativi possibili a causa del tempo limitato a disposizione.

Come conclusione possiamo affermare che oggi abbiamo la consapevolezza che nel quadro filosófico generale del “BUEN VIVIR”, o del “vivere bene”, é necesario ricostruire lo spazio urbano e architettonico armonicamente integrato, ritornando alla INTEGRAZIONE PLASTICA della pittura, scultura e architettura delle grandi civilizzazioni umane, nel camino della possibile “cittá ideale” o “cittá utópica” del nostro tempo.

Scriveva nel 1919 Walter Gropius nel “Manifesto programmatico del Bauhaus”: “Oggi le arti si trovano in una situazione di compiacente isolamento, da cui possono essere salvate soltanto attraverso il consapevole sforzo cooperativo di tutti gli artigiani. Architetti, scultori, pittori, tutti noi dobbiamo tornare ai mestieri! … Non c’è alcuna differenza essenziale tra l’artista e l’artigiano. L’artista è un artigiano esaltato. Il cielo misericordioso, nei rari momenti d’ispirazione e al di là della volontà dell’uomo, può far sbocciare l’opera d’arte. Ma la competenza è il mestiere essenziale per ogni artista. Questa è la fonte originale dell’immaginazione creativa. Quindi creiamo una nuova corporazione di artigiani, senza distinzione di classe che alza, arrogante, una barriera tra l’artigiano e l’artista. Cerchiamo, concepiamo e creiamo la nuova costruzione del futuro che sappia unire ogni disciplina, architettura, scultura e pittura, e che un giorno salirà al cielo dalle mani di milioni di lavoratori come il chiaro simbolo di una nuova fede”.

Quindi, una buona idea o proposta o auspicio che sorge da questa nostra esperienza di Pittura Murale a Rocchetta Sant’Antonio potrebbe essere quella di fomentare in ciascuno dei 29 comuni dei Monti Dauni la creazione di nuove BOTTEGHE D’ARTE E DI ARTIGIANATO che possano essere punti focali di formazione simultanea alla produzione di opere e che possano contemporaneamente collaborare e cooperare tra di loro nell’interscambio di conoscenze ed esperienze, nell’acquisto di materiale e nella creazione della STRADA DELLE BOTTEGHE DEI MONTI DAUNI con itinerari segnalati che collegano borghi storici, laboratori, ateliers e centri studi d’arte e artigianato, offrendo opere di pitture murali mobili, ceramiche utilitarie e robbiane, mosaici romani e bizantini ma anche, sognando … lavorazione del vetro, incisione, fabbricazione della carta a mano, lavorazione del legno, delle pietre e metalli; fotografia e grafica digitale, restauro, cornici e quant’altro … unito alle conoscenze personali degli artigiani e artisti all’opera e alle esperienze nella scoperta del meraviglioso territorio della Daunia.

Nel frattempo, ritornando al nostro complesso pittorico-monumentale rocchettano, ci lasciamo con l’auspicio che la popolazione di questo incantevole borgo possa assumere l’opera della Chiesa di San Giovanni Battista come propria, come patrimonio cittadino e lo possa difendere, mantenere e divulgare. In secondo luogo esprimiamo la speranza che questi postulati concettuali e metodologici possano ispirare i giovani studenti di arte, architettura, urbanistica e paesaggioe le nuove generazioni di artisti plastici o visuali per il futuro della nostra Pittura Murale e della nostra Arte Pubblica.

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