Marzo Aprile 2009, presso “Un pizzico d’arte”, vicolo Canonichetta 5, Varese: 19 Acqueforti sul tema della “FORNACE DELL’AGRESTI ALL’IMPRUNETA”, tirate dall’artista su torchio calcografico a mano e stampate su carta riso giapponese o su carta india incollata.
Il maestro Poretti è forse il più grande artista contemporaneo della Lombardia e, molto probabilmente, uno tra i migliori pittori italiani viventi.
Questa è la mia modesta opinione, che scaturisce dalla conoscenza del suo operare fin dagli anni della gioventù, dalla analisi oggettiva della grande produzione di opere di grande e grandissima qualità e, infine, dalla visione di un panorama pittorico attuale piuttosto modesto e mediocre…..per dirla con Jean Clair …..”Giammai si è dipinto cosí male come in questi ultimi decenni”.
Poretti è un vero “Maestro di Bottega”, un innamorato del suo mestiere di Pittore, che domina con professionalità e meticolosità principalmente le discipline del disegno, dell’acquerello, dell’incisione, dell’olio e dell’affresco.
Radicato profondamente nella cultura lombarda, è un pittore totalmente italiano, che spazia tra le sue fonti di ispirazione, dai grandi maestri del passato alla terra e alla gente semplice della pianura Padana, fino alla Toscana e a Venezia.
Nel grande e assordante rumore della società odierna, fatta di apparenze, mode e conformismi, bombardamenti di immagini e pseudo-comunicazioni, mediocrità ai vertici del successo e parole, parole, parole….il Presidente Sarkozy afferma che….”c’è una perdita collettiva di buon senso, di senso della misura e una grande confusione negli spiriti, confusione tra mezzi e fini. In futuro chi guarderà a noi sarà stupito scoprendo lo smarrimento collettivo che ci ha condotto alla situazione in cui ci troviamo”…..
Il maestro Poretti è…..”un artista riservato….(ma con) i segni di una sicura vocazione che ci arrivano senza clamore, ma in modo convincente, irrefutabile”. (Mario Luzi).
…..”Forse l’operazione difficile e stremante, di Poretti è resa possibile dalla pacifica naturalezza con cui egli s’è allacciato alla tradizione lombarda; e, dunque, alla naturalezza con cui s’è affidato ai poteri e alle grazie dell’aria. Impalpabile, epperò infinitamente duttile, infinitamente partecipe e abbracciante, a ben guardare, è proprio l’aria che permette al segno di Poretti di farsi colore, tono; colore e tono nella luce; colore e tono nell’ombra. Ciò che rende così affascinanti le sue incisioni è l’accorata fede, e insieme, la pudica prudenza con cui egli accetta il suo cammino. In questo modo la difficoltà dell’operazione mantiene, sempre una casta innocenza; un’innocenza che par sorpresa di sé e della sua capacità di restituire nei pochi termini dei neri e dei grigi i colori, tutti, della natura. Incisione come diario; e diario come notizia quotidianamente verificata d’un tenero e, insieme, fermo e colmo amore per ciò che, nella vita, è più semplice, accostante e vero”…..(Giovanni Testori).
La mostra di Poretti a Varese vale davvero: sono opere autentiche, sincere, vere.
Non lasciamoci ingannare dalle mode e dai clamori: immergersi nelle opere di Poretti è una ricarica di pace, di natura, di energia e di poesia.
Sergio Michilini 9-3-09