Uno degli eventi italiani più importanti degli ultimi anni è la spettacolare mostra del TIEPOLO (1696-1770) a Villa Manin di Passariano, in Friuli, aperta fino al 7 aprile del 2013….. “la più grande mostra mai dedicata a un protagonista della pittura europea del ‘700”…..”che evoca l’altro evento straordinario, la mostra del 1971 sempre a Villa Manin, realizzata in occasione dei duecento anni dalla morte del pittore e destinata a segnare il punto di svolta nella sua fortuna critica”.
Quella mostra di 42 anni fa io l’ho vista. Ero ancora studente all’Accademia di Belle Arti di Firenze e, un fine settimana, ho fatto visita ai miei parenti friulani a Spilimbergo e da lì, prestissimo la mattina, sono partito in bicicletta per Casarsa- Codroipo- Passariano e Villa Manin. Era una bellissima giornata di sole, la campagna friulana meravigliosa e Villa Manin una emozione totale, tutto chiaro, pulito, sereno e inondato dalla luce.
Ma poi il TIEPOLO è stato davvero la mia personale scoperta pittorica, che ha segnato tutta la mia vita professionale: pittura dai colori di luce, di chiari luminosi, di bianchi su bianchi, e di grandi e audaci composizioni dove tutto è indispensabile, dalle figure in primissimo piano all’ultima nuvola o ramo d’albero stagliato sul cielo che riporta l’attenzione su di un gesto o movimento contiguo. E’ una pittura che, al di là dei temi o dei contenuti o dei concetti rappresentati, prima di tutto è da godere per quello che è: la magia della grande pittura, che ti avvolge e ti coinvolge di forme, di colori, di spazi vuoti e di improvvisi assembramenti umani e animali, che ti rimandano compositivamente ad altri gruppi, ad altre scene in un vortice tormentoso, agitato, ma anche pieno di serenità, di “chiarezza sensoriale” e di pace.
Chi ha letto il mio Post “Il Veronese e il trionfo di Venezia” sa di cosa parlo: il Tiepolo è, se si vuole, la logica continuazione e maturità del cammino intrapreso dal Veronese, e se questo è stato l’ultima grande voce del Rinascimento italiano e l’ultimo artista ufficiale della Serenissima e diretto testimone del la sua decadenza, il Tiepolo visse direttamente nella Serenissima Repubblica di Venezia, ormai politicamente sulla via dell’irreversibile e irrimediabile tramonto, ma che seppe dare culturalmente ancora un potentissimo colpo di coda, con personaggi come Vivaldi (1678 – 1741)nella musica, Goldoni (1707 – 1793)nella letteratura e il Canaletto (1697 – 1768)nella pittura…..e Giovanni Battista Tiepolo, che è stato l’ultimo grande affreschista italiano.
Giovanni Battista Tiepolo, acrobata, trapezista e giocoliere del disegno e delle prospettive e composizioni inusitate e audacissime integrate all’architettura, con l’antichissima tecnica dell’AFFRESCO, che è “maestra di tutte le tecniche pittoriche” , e che, a partire da Giotto, a Masaccio, Raffaello e fino, appunto, al Tiepolo, ha raggiunto livelli altissimi di eccellenza e di perfezione tanto da riconoscere universalmente l’Italia come LA PATRIA DEGLI AFFRESCHI.
Dal Tiepolo in avanti purtroppo la tecnica dell’Affresco si è fatta sempre più precaria e incerta, e anche se con sporadici e importanti tentativi successivi come quelli di Andrea Appiani 1754-1817, Giuseppe Bezzuoli 1784-1855, Francesco Hayez 1791-1882, Francesco Podesti 1800-1895, Aristide Sartorio 1860-1932, Adolfo De Carolis 1874-1928 ecc…fino agli anni ’30 con il “muralismo e l’arte totale” diretta dal grande Mario Sironi 1885-1961, insieme ad artisti come Carlo Carrà 1881-1966, Corrado Cagli 1910-1976, Giorgio De Chirico 1888-1978, Massimo Campigli 1895-1971, Achille Funi 1890-1972 e Gino Severini 1883-1966 che apprese i segreti della “grande tecnica” forse dal più grande affreschista della prima metà del secolo scorso, il maestro Anton Luigi Gajoni 1889-1966 ….e infine la isolata e tutta da scoprire figura di Pietro Annigoni 1910-1988.
Ma il vero risorgere dell’AFFRESCO come tecnica materiale , metodologica e concettuale dell’Arte Pubblica fiorirà nuovamente, e a livelli di eccellenza comparabili al grande momento italiano, in Messico all’inizio e metà del secolo scorso con grandissimi artisti come Diego Rivera 1886-1957, José Clemente Orozco 1883-1949, David Alfaro Siqueiros1896-1974, Juan O’Gorman 1905-1982, José Chávez Morado 1909-2002,
Arturo García Bustos 1926, e tantissimi altri messicani e latinoamericani, davvero scopritori di nuovi cammini per l’Arte Pubblica negli spazi architettotici e urbani delle città di oggi e del futuro (purtroppo oggi tutta questa storia appassionata dell’Arte è occultata dal “sistema dell’Arte Contemporanea” che imperversa come una piovra a livello globale…)
Ma, in Italia, il nostro TIEPOLO è stato e rimarrà probabilmente l’ultimo grande “frescante”, la cui arte chiuse definitivamente quel fortunato periodo in cui la Pittura godeva di grande rispetto ed identificava le nostre radici artistiche e culturali nel mondo.
Giovanni Battista Tiepolo è anche uno dei primi pittori dell’epoca moderna. Ha vissuto il secolo dell’Illuminismo con le sue certezze e le sue prime contraddizioni….le prime rivoluzioni moderne e la divisione del lavoro…e in un certo tempo della sua maturità ha pragmaticamente suggerito ai giovani pittori di “ lavorare in grande, procurarsi il favore dei principi e dei signori, perché sono gli unici che possono pagare e sponsorizzare opere gigantesche”….così come lui ha fatto in tutta la sua vita, eseguendo opere su commissione in chiese, palazzi, ville…affrescando vasti soffitti, come per la Residenza di Würzburg o per il Palazzo Reale di Madrid con le sue Glorie di Spagna e Apoteosi della Monarchia spagnola, dove re e principi, cortigiani, cani, pali e polli, bandiere, putti, vergini, nobildonne, carrozze e cavalli hanno tutti la stessa medesima importanza gerarchica nel “nuovo ordine interno” che è la Pittura e nient’altro.
Una Monarchia che non era in grado di capire il nuovo e “grande gioco” della vendita della propria genialità al migliore offerente, anche perchè inebriata dalla più grande rapina d’oro che la storia umana ricordi, quella perpetrata nel Nuovo Mondo, che correva parallela al più grande genocidio di popoli nativi che la storia umana ricordi…con grande soddisfazione per lo sviluppo della manifattura, dell’industria, dell’arte e delle scienze di tutta Europa.
(Ironicamente, come abbiamo visto, le terre d’America che hanno involontariamente finanziato la grande stagione italiana ed europea dell’AFFRESCO, dal 1492 al Tiepolo, hanno poi saputo far germogliare i loro propri ed eccelsi maestri “FRESCANTI” e continuare, là, questo nostro primo “linguaggio visivo” della umanità sulla terra).
Tutta questa ubriacatura di ricchezza da una parte e di bellezza esteriore dall’altra, tutt’altro che “spirituale”, non ha impedito al Tiepolo di realizzare le sue cose più “intime” e personali nella famosa sequenza di trentatré incisioni: i Capricci e gli Scherzi. ….come un romanzo nero, abbagliante e muto, popolato da personaggi disparati e sconcertanti: efebi , satiresse,maghi, gufi, serpenti, e anche Pulcinella e la Morte, e una variegata, zingaresca compagnia e umanità sempre in cammino…
…preludio di quelle che saranno poi le incisioni della Tauromachia, I disastri della Guerra, i Proverbi e i Capricci,di Francisco Goya (1746-1828), e poi delle sue Pitture Nere della “Quinta del Sordo”.
Tiepolo ci traghetta dal mondo parassitario dell’aristocrazia e dell’Inquisizione a quello delle certezze scientifiche, della “ragione” , dei diritti cittadini e della separazione dello Stato dalla Chiesa….dal Rinascimento controriformistico del Veronese all’espressionismo romantico di Goya e a tutti gli espressionismi successivi dell’Arte Moderna fino alla babilonia Contemporanea che, parafrasando Edoardo Galeano, potremmo definire “un viaggio con più naufraghi che naviganti”….
Ma adesso non facciamoci prendere dalla tristezza. Godiamoci uno di questi prossimi fine di settimana.
Quella di Villa Manin, che fu la residenza dell’ultimo Doge della Serenissima Repubblica di Venezia, è una splendida mostra che rappresenta , attraverso 142 opere in catalogo provenienti da prestigiosi musei di tutto il mondo, il lungo percorso della vita di Giovanni Battista Tiepolo “dalle prime esperienze fino alla tarda maturità attraverso dipinti sacri e profani… grandiose pale d’altare e dipinti devozionali o ispirati a temi di vita quotidiana, disegni, caricature e bozzetti dei monumentali cicli di affreschi realizzati nei palazzi delle più importanti città europee: una mostra di entusiasmante bellezza e alta scientificità, spettacolare ma nel contempo largamente didattica”.
E personalmente un consiglio: …..prendetevi un fine settimana di LUCE e dedicatelo al TIEPOLO, prima a Villa Manin, e poi a Udine per i suoi meravigliosi affreschi nel Museo Diocesano, nel Duomo e nell’Oratorio della Purità…..e poi magari, verso sera, non ci starebbe male una puntatina a San Daniele per un assaggino del paradisiaco prosciutto inaffiato da un appropriato vino friulano.
AUGURI (e ricordatevi di salutare i miei conterranei)
VIDEO:
LA MOSTRA – Tiepolo a Villa Manin
Tiepolo – Dal Vecchio e Nuovo Mondo
grazie infinite per aver pubblicato queste bellissime immagini e descrizioni. Io l’ho vista. Mi è piaciuta tantissimo, ma lei ha dato la possibilità di vederla anche a chi non ha potuto esserci. Grazie ancora di cuore