54 Biennale Internazionale d’Arte di Venezia

La 54. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia apre al pubblico sabato 4 giugno ai Giardini e all’Arsenale, nonché in vari luoghi di Venezia.
Per chi non lo sapesse, questa è (o “era”) la più importante esposizione d’Arte del mondo.
Inizio’ come “Esposizione Biennale Artistica Nazionale” nel 1895 giustamente a Venezia, la città famosa nel mondo per i Pittori dei COLORI DI LUCE, i grandi coloristi veneti, e questa espozizione divenne subito famosa nel mondo.
Poi si trasformo’ da Nazionale a Internazionale, e divenne ancora più famosa. Successivamente, verso il 1960, si decise che la Pittura era morta e arrivo’ la cosidetta “Arte Contemporanea” (che escludeva la Pittura….a Venezia!)…e la Biennale si trasformo’ in un ingranaggio funzionale al “Sistema Globale dell’Arte Contemporanea”: una TORRE DI BABELE …Diceva acutamente Edoardo Bennato…“Non vi fermate, dovete costruire la vostra torre, la torre di Babele, costi quel che costi, anche guerra dopo guerra, siete o non siete i padroni della terra?”…

Il Potere è entrato e, dalla Biennale, l’Arte è uscita.

Jacopo Robusti detto il TINTORETTO, ULTIMA CENA, 1592-1594, olio su tela, 365×568 cm, Basilica di San Giorgio Maggiore, Venezia

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Ma adesso finalmente, in questa Biennale 2011, le tre opere principali in esposizione sono nientedimeno che di TINTORETTO!!!!! …..Sì proprio lui, non è uno scherzo!: Jacopo Robusti, chiamato il Tintoretto, pittore veneziano del 1500,………. ovviamente in funzione di “alcaselzer” per digerire tutto il resto (Ormai infilarci il grande Maestro del passato fa parte delle “metodologie” applicate dal Sistema per giustificare il biglietto d’ingresso all’Arte Contemporanea ).

Ma, per non essere troppo cattivi, annoveriamo che la Direttrice di questa 54. Esposizione Internazionale d’Arte Bice Curiger, storica dell’arte, critica nonchè curatrice alla Kunsthaus di Zurigo, ha dichiarato che: “Questi dipinti di Tintoretto, uno degli artisti più sperimentali nella storia dell’arte italiana, esercitano un fascino particolare per la loro luce estatica, quasi febbrile, e per il loro approccio temerario alla composizione che capovolge l’ordine classico e definito del Rinascimento. Le opere giocheranno un ruolo di primo piano nella mostra, instaurando un rapporto artistico, storico ed emozionale con il contesto locale”, mentre il Presidente della Biennale Paolo Baratta avverte che “Quel Tintoretto all’ingresso della Mostra è una presenza tutt’altro che ovvia. Saranno lì, le sue opere, come un monito agli artisti viventi a non indulgere nelle convenzioni!”.

Giustamente nella più conservatrice delle esposizioni del Sistema Globale dell’Arte Contemporanea, la Direttrice e il Presidente ironicamente e indirettamente indicano che bisogna continuare a “capovolgere l’ordine classico”, cioè noiosamente e accademicamente continuare a “rompere con il passato”, e a “non indulgere nelle convenzioni”, cioè a non dimostrarsi indulgenti o benevoli verso le usanze vigenti (sic!)

Jacopo Robusti detto il TINTORETTO, TRAFUGAMENTO DEL CORPO DI SAN MARCO, 1562-1566, Olio su tela, 397X315cm, Galleria dell'Accademia – Venezia

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Sia come sia, i tre capolavori del Tintoretto, che rischiano di essere le opere più moderne, “contemporanee” ed “emergenti” di questa esposizione sono le seguenti:
• l’Ultima Cena (proveniente dalla Basilica di San Giorgio Maggiore, Venezia)
• il Trafugamento del corpo di San Marco e la Creazione degli Animali (entrambe conservate presso le Gallerie dell’Accademia).
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La grande sorpresa per un ipotetico “ritorno al figurativo” (che non è necessariamente un “ritorno alla Pittura”) è la nomina promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso la “Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanea” (sic!), d’ intesa con la Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta, come CURATORE al PADIGLIONE ITALIA di Vittorio Sgarbi, che l’ha intitolato “L’ARTE NON E’ COSA NOSTRA”…….
Dice la presentazione: “Il curatore del Padiglione Italia, Vittorio Sgarbi, incaricato dal Ministero, ha elaborato un progetto concepito con un criterio originale: gli oltre 200 artisti in esposizione sono stati indicati da scrittori, poeti, registi, uomini di pensiero chiamati a far parte di un Comitato tecnico scientifico, presieduto da Emmanuele F.M. Emanuele. Gli Intellettuali, individuati tra le personalità di riconosciuto prestigio internazionale, volutamente non-critici d’arte, hanno espresso la loro preferenza motivandone la scelta, con risultati sorprendenti.
Il progetto curatoriale riserva inoltre un ruolo importante al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, prevedendo numerose e importanti iniziative speciali tra cui le esposizioni promosse nelle regioni italiane in collaborazione con le amministrazioni regionali, e le attività programmate negli Istituti Italiani di Cultura promosse dal Ministero degli Affari Esteri.
Il progetto del Padiglione Italia si completa con la presenza delle venti Accademie di Belle Arti d’Italia che hanno selezionato i loro promettenti allievi, in collaborazione con la Direzione Generale per l’Alta Formazione Artistica del Ministero dell’Istruzione”.

Praticamente, per non scontentare nessuno si crea la Torre di Babele, che alla fine della fiera rientra dalla porta di servizio nei parametri metodologici e concettuali dell’”Arte Contemporanea”.
Contro Sgarbi si sono scagliati tutti, che poi è il metodo migliore per “aumentare l’audience“.
Per esempio
Stefano Questioli nientepocodimeno che da Chicago- USA dice “Ciò che invece è semplicemente inaccettabile è che questo curatore sia nominato per meriti politici; che questo curatore, sia un incompetente, nonostante egli stesso si autodefinisca ‘grande esperto di arte antica’ millantando oltre 200 titoli (199 dei quali sono feccia e l’unico buono è quello su Botticelli, copiato da un Maestri del Colore del 1964)
Oppure Stefano Romano da Bergamo/Tirana dice “Chiaramente Sgarbi è un politicante a cui importa poco o niente dell’arte ed è difficile non criticare il suo lavoro, il linguaggio e le offese al lavoro di quanti investono tempo, fatica e sentimenti per un lavoro responsabile nel mondo dell’arte”.
E non poteva mancare Achille Bonito Oliva, che non le ha mandate certo a dire e ha paragonato il padiglione d’arte al “padiglione di Arcore” in cui starlette, parenti e amanti vanno avanti senza particolari lodi.

Jacopo Robusti detto il TINTORETTO, LA CRAZIONE DEGLI ANIMALI,1550-1553, Olio su tela, cm 151x258 Venezia, Gallerie dell'Accademia

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Comunque, se volete sapere anche se partecipa la squadra nazionale del vostro cuore, le rappresentanze sono queste (supponiamo tutte bene allineate con le “Sette Sorelle del Sistema Globale dell’Arte Contemporanea”:
ALBANIA, ANDORRA, ARABIA SAUDITA, ARGENTINA, ARMENIA, AUSTRALIA, AUSTRIA, AZERBAIJAN, BANGLADESH, BELARUS, BELGIO, BRASILE, BULGARIA, CANADA, CILE, CINA, CIPRO, CONGO, COREA, COSTA RICA , CROAZIA, CUBA, DANIMARCA, EGITTO, EMIRATI ARABI UNITI, ESTONIA, FINLANDIA, FRANCIA, GEORGIA, GERMANIA, GIAPPONE, GRAN BRETAGNA, GRECIA, HAITI, INDIA, IRAN, IRAQ, IRLANDA, ISLANDA, ISRAELE, ITALIA, LETTONIA, LITUANIA, LUSSEMBURGO, MACEDONIA, MESSICO, MOLDOVA, MONTENEGRO, NORVEGIA, NUOVA ZELANDA, OLANDA, POLONIA, PORTOGALLO, REPUBBLICA CECA e SLOVACCA , ROMANIA, RUSSIA, SAN MARINO, SERBIA, SINGAPORE, SIRIA, SLOVENIA, SPAGNA, STATI UNITI D’AMERICA, SUDAFRICA, SVEZIA, SVIZZERA, THAILANDIA, TURCHIA, UCRAINA, UNGHERIA, URUGUAY, VENEZUELA, ZIMBABWE, CENTRAL ASIA PAVILION (KYRGYZSTAN, KAZAKHSTAN, TAJIKISTAN, UZBEKISTAN), ISTITUTO ITALO-LATINO AMERICANO.


3 pensieri su “54 Biennale Internazionale d’Arte di Venezia

  1. La presenza del Tintoretto, secondo me, andrebbe letta in un altro modo, ossia come presenza-ricordo di cosa è l’arte. Oggi vedo solo creatività ma non Arte. E creatività ed arte non coincidono: fare ed essere sono due cose separate e distinte. Comunque, la creatività contemporanea rimane pur sempre testimone del tempo in cui viviamo: tempo di mistificazioni; tempo di intrallazzi; tempo di falsificazioni e caduta dei valori; tempo di interessi.

  2. E’ proprio vero quello che scrivi Antonio. Pero’ questa “creatività” potrebbero esporla in altri ambiti e lasciare la Biennale d’Arte all’Arte, o no? Mistificazioni, intrallazzi, falsificazioni ecc. esistevano anche nell’epoca di Tintoretto (forse anche più di oggi). Pero’ in quel tempo si LAVORAVA BENE e grazie a Tintoretto siamo diventati famosi nel mondo. E invece oggi si LAVORA MALE e ci si accontenta della spazzatura…come dice Jean Clair: “La vacuità del contenuto, la volgarità e la stupidità della maggior parte degli oggetti presentati erano meno urtanti dell’apparato concettuale che, in catalogo, pretendeva di giustificarne la presenza“

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