Il caro amico teologo, filosofo, salesiano, scrittore e docente universitario GIULIO GIRARDI ci ha lasciati per sempre l’altro giorno a Roma.
E’ stato un uomo che ha lottato SEMPRE accanto agli ultimi, ai poveri, agli indios, agli oppressi, rischiando, schierandosi, elaborando sintesi ed indicando cammini. Credo che la umanità intera e la nostra Madre Terra abbiano perso, con Giulio Girardi, uno dei più conseguenti e strenui difensori della vita e della giustizia sociale. Sono giorni tristi, molto tristi, questi che portano il peso della partenza di persone così tanto amate da milioni di persone.
Negli anni ’80 lo andavo a trovare nel suo bugigattolo di tre metri per tre, ricolmo di libri, nel Centro Ecumenico Antonio Valdivieso a Managua, Nicaragua. Stava seduto dietro alla scrivania e mi scrutava pensieroso e silenzioso tra le montagne di libri, mentre cercavo di rimuovere il castello di libri dall’unica sedia disponibile.
Lo vedevo sempre anche alla “Messa Contadina” della domenica sera nella chiesa francescana del Barrio Riguero, dove insieme a una ventina di studenti d’arte e di collaboratori stavamo dipingendo i murali con la Storia del Nicaragua.
Il Parroco Uriel Molina aveva creato in questa chiesa una delle prime Comunità Cristiane di Base, la storica “Comunità Universitaria”….poi la famosa “Misa Campesina Nicaraguense” di Carlos Mejia Godoy cantata durante le celebrazioni eucaristiche….e infine i dipinti murali su tutte le superfici interne della chiesa, hanno fatto sì che pian piano, tra la gente, questo luogo fosse ribattezzato come “La Cattedrale dei Poveri”…cosa che mi riempiva di gioia e ovviamente di orgoglio.
Durante la settimana, a volte, raramente, Giulio appariva silenzioso in questa chiesa a vederci lavorare. Da lui ho sempre avuto preziosi chiarimenti e suggerimenti per elaborare le tematiche di queste opere.
Uriel Molina mi parlava spesso del suo sogno di creare un grande laboratorio ecumenico, dove pittoricamente potessi lavorare insieme a Giulio Girardi per la Teologia, a Ernesto Cardenal per la Poesia e a Carlos Mejia Godoy per la Musica.
Questo sogno ovviamente non si è mai potuto realizzare, anche perchè i tempi che sono arrivati successivamente sono stati oscuri e nefasti…..tutti sono stati (o siamo stati) espulsi da qualche situazione: Uriel dai Francescani, Giulio dai Salesiani, Ernesto e Carlos dal Fronte Sandinista……
Ma tutti si continua lavorando e sognando, come Giulio Girardi, che ci ha lasciati l’altro giorno a Roma, e che ha lottato fino all’ultimo minuto per una umanità più giusta, più felice, più fraterna, più solidaria….
“Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili”. Bertolt Brecht dal libro “Vita di Galileo”
Giulio Girardi era uno di questi uomini “indispensabili”.
Per ricordarlo riproduco alcuni bozzetti e dipinti murali del ciclo pittorico della “Cattedrale dei Poveri” , e un breve scritto di Giulio Girardi di presentazione al libro “LE PITTURE MURALI DELLA CHIESA SANTA MARIA DE LOS ANGELES, MANAGUA, NICARAGUA”. (Ed ACRA Milano 1989)
Estando comprometido desde hace nueve años en el campo de la solidaridad cultural con la revolución nicaragüense, he tenido la ocasión de seguir de cerca la actividad desarrollada en Nicaragua por el pintor muralista Sergio Michilini. De esta me ha impresionado no solo la calidad artística, sino también, muy particularmente, el método aplicado por él para que su obra, producida en Nicaragua, naciera también de Nicaragua, de su historia, de sus esperanzas. Tanto es así que los nicaragüenses han efectivamente podido reconocerse en ella y ser estimuladores en la toma de conciencia de su identidad.
Además, el trabajo de Michilini se ha caracterizado por la preocupación de no substituirse a la creatividad de ese pueblo, sino de suscitarla y valorizarla. El ha, por lo tanto, sabido asociar a su obra jóvenes artistas locales y ha abierto, en colaboración con el Ministerio de Cultura, una escuela para la formación de muralistas nicaragüenses.
Apoyando así sus nuevas iniciativas, no solo se respalda una producción artística de gran valor, sino también una concepción de la solidaridad internacional que anuncia un nuevo estilo de relaciones entre los pueblos.
Giulio Girardi 1989
Essendo compromesso già da nove anni nel campo della solidarietà culturale con la rivoluzione nicaragüense, ho avuto l’occasione di seguire da vicino le attività sviluppate in Nicaragua dal pittore muralista Sergio Michilini. Di questa mi ha impressionato non solo la qualità artistica, ma anche, molto particolarmente, il metodo da lui applicato perchè la sua opera prodotta in Nicaragua, nascesse anche dal Nicaragua, dalla sua storia, dalle sue speranze. Tanto è così che i nicaraguensi hanno effettivamente potuto riconoscersi in queste opere ed essere stimolati nella presa di coscienza della propria identità.
Inoltre, il lavoro di Michilini si è caratterizzato dalla preoccupazione di non sostituirsi alla creatività di questo popolo, senno’ di suscitarla e valorizzarla. Egli ha, pertanto, saputo associare alla sua opera giovani artisti locali e ha aperto, in collaborazione con il Ministero di Cultura, una scuola per la formazione di muralisti nicaraguensi.
Appoggiando così le sue nuove iniziative, non solo si sostiene una produzione artistica di grande valore, ma anche una concezione della solidarietà internazionale che annuncia un nuovo stile di relazioni tra i popoli.
Giulio Girardi 1989
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Ho conosciuto Giulio quando era a Roma nel 1970 e usciva la sera dalla Gregoriana per venire con noi tra le baracche di vigna Mangani, dove già lavorava don Lutte. C’era una sede del PCI con un cancelletto con scritto in calce bianca “pace”. Lo scostavamo e ci siedavamo su sedie sgangherate con i ragazzi e i loro genitori che ci aspettavano. Si leggeva a sprazzi L’Unità, i primi numeri del Manifesto; si sfogliava fermandosi su frasi intercalate dai suoi riassunti, un Senza famiglia pieno di disegni colorati dai bimbi, un don Milani sgualcito, le lettere dal carcere di Gramsci o le Città invisibili di Calvino riposte con cura in un armadietto del pronto soccorso. Intanto si progettava una comunità-quartiere non più invisibile (Non c’erano contatori della luce, le sbarre della ferrovia erano sempre abbassate e bisognava affrontare i binari a rischio, perchè la baraccopoli non era censita) e una scuola con i gabinetti non separati per i residenti e “i vignaioli zozzi”. Poi Bruna ed io risalimmo a Varese e incontravamo Giulio alle riunioni a cui portava la sua sapienza e la sua visione ampia di un mondo in conflitto da pacificare sotto il segno di una giustizia sociale sempre più lontana. Infine, sempre più radi gli incontri al Punto Rosso, ma sempre più affettuosi e intensi. Fino ad una dipartita che tale non è, per tutto quello che di lui ci portiamo per sempre.
Grande pintor!!!
ciao GIULIO
Ho ritrovato in camera una copia di “Rivoluzine popolare e occupazione del tempio” recuperata qualche tempo fa nelle cantine di Acra…
…ora ha preso posizione sul comodino per essere presto letta.
Sarebbe stato un bell’incontro, mi accontenterò della parola scritta!
sono stato allievo di don Girardi negli anni 60. E’ statoper me maestro e testimone che ha segnato tutta la mia vita ed il mio impegno di cittadino e di credente.