L’aldilà di Eastwood non è un altro mondo

hereafter_xlgL’aldilà secondo Clint Eastwood. È questo Hereafter, niente di più. Nessuna presa di posizione religiosa, nessuna imposizione concettuale, ma solo l’analisi della morte tra i vivi, della vita tra i morti. Mesi fa avevo letto che sarebbe stato un thriller-horror e pensando a film di Eastwood come Debito di Sangue sono rimasto affascinato all’idea, pensando a un nuovo Seven.
Man mano che passavano i mesi e arrivavano notizie sul film, mi sono aspettato qualcosa di diverso: non un film con una semplice storia, ma un racconto senza risposte. E così è stato, alla fine Eastwood dice di prenderla con più leggerezza, la morte, ma è il primo ad averne timore e rispetto allo stesso tempo.
Hereafter a molti fa paura, non nella rappresentazione, ma per viene rifiutato per il contenuto, giudicato semplicistico. Chi lo giudica banale, forse non considera che Eastwood è ormai un artista e come tutti gli artisti le opere vanno contestualizzate in un percorso.  Personalmente preferisco pensare a questo film come un approfondimento di Milion Dollar Baby e Gran Torino, dove la morte è il tema principale. Come Invictus lo è stato per Changeling, dove il tema stava del rapporto tra generazioni.
Storie diverse che hanno a che fare con la realtà. Con temi forti. Che fanno discutere. Nessuna delusione, quindi, in Hereafter, ma uno sforzo per capire una visione della morte che vada al di là del paranormale. Anzì, che rimane tra noi.

Metti che… Gran Torino

 

Clint Eastwood in Gran Torino

Clint Eastwood in Gran Torino

Metti una vecchia auto Ford in garage. Metti che la tiri fuori tutti i giorni e la metti via tutte le sere. Metti che hai appena perso tua moglie. Metti che sei vecchio, che vivi in un quartiere dove l’unico giardino verde sia il tuo. Metti che i nuovi vicini abbiano gli occhi a mandorla e che tu non capisca la loro lingua. Metti che gli stranieri, quelli che ti odiano, quelli brutti e cattivi, siano i tuoi figli.

Metti che Clint Eastwood non sia un genio, che Gran Torino non sia un capolavoro.

Metti che questa sia la storia di ogni nazione, regione, provincia, paese che chiude gli occhi all’integrazione e all’ascolto e rispetto degli altri.

Metti che Gran Torino non sia solo un film.

Metti che non ci sia sempre bisogno della tragedia per comprendere di aver preso una direzione senza uscita.

Metti che qualcuno alla fine apra gli occhi.