Chi l'avrebbe mai detto: l'espressione più calorica, bisunta e maleodorante della gastronomia britannica salverà il pianeta dalle emissioni nocive? Se n'è accorto il New York Times, che descrive tra il divertito ed il semi-serio l'ormai consolidata abitudine di molti inglesi, specie nelle zone rurali, di rifornirsi di carburante "eco-diesel" dalla più improbabile provenienza: l'olio di frittura esausto! Alcuni piccoli imprenditori sono attivi già da anni nel settore - molto di nicchia - della raffinazione degli oli alimentari esausti. In genere sono piccoli allevatori od agricoltori, che insieme ai prodotti "agrituristici" come fragole, carote e patate, vendono ai loro regolarissimi clienti anche taniche di olio di cucina esausto, con tanto di colorante verde a sottolineare il carattere "ecologico" del prodotto. Esistono addirittura libri, e kit veri e propri, per la raffinazione in casa delle scomode e grasse scorie del pranzo domenicale. Molte friggitorie sono ben felici di realizzare qualche pence sul sottoprodotto dei loro sforzi gastronomici, invece di dover pagare per lo smaltimento dello stesso . Pare che il carburante Fish&Chips funzioni molto bene con i modelli più antichi di automobili Diesel, mentre le nuove generazioni, ingombre di sofisticati iniettori e diavolerie elettroniche, mal sopportano questa dieta che gli intasa le condutture per la troppa viscosità e la presenza di microparticelle di pesce strafritto (!!). Che il fritto facesse male alla circolazione, già si sapeva, ora si ha la prova che può provocare infarti anche ai motori..