Casa a impatto zero: diamo i numeri!inserito il 25/3/2009 alle 15:18
A novanta giorni dall’entrata dei primi “veri” inquilini all’interno della LEAF House di Angeli di Rosora nella Marche, sono disponibili i primi numeri sui consumi e soprattutto sui “risparmi” in termini di emissioni di C02 in atmosfera, ma anche di quattrini sonanti. Il progetto LEAF – Life Energy and Future – nasce dall’impegno di un imprenditore marchigiano “illuminato”, Enrico Loccioni, titolare di un’azienda di primissimo ordine nella fornitura di sistemi di controllo elettronici. Quest’uomo semplice, caparbio e visionario, ha trascinato con se in quest’avventura anche Enel e Whirlpool. I sei appartamenti della palazzina sono infatti dotati di elettrodomestici Whilrpool di ultima generazione, oltre ad un avanzatissimo sistema di domotica in grado di gestire in modo ottimale l'ambiente di vita, garantendo un livello di comfort raramente raggiunto in una abitazione "tradizionale". La casa produce autonomamente e da fonti rinnovabili tutta l’energia di cui ha bisogno, riuscendo addirittura a creare un surplus che viene immesso nella rete. Vi è anche un “loft” particolare, ZEOS – Zero Emissions Open Space – già teatro del primo Web-reality in diretta streaming ad opera della Cisco, riservato a Whirlpool per la sperimentazione in scala naturale di nuovi concetti e soluzioni tecnologiche (vedi foto). L’arredamento dell’intero edificio è stato affidato ad IKEA. Queste scelte non sono casuali, e tendono a dimostrare la tesi che la sostenibilità può e deve essere affare di tutti. Persone “normali” vivono la "loro" vita, senza rinunce ne particolari idealismi, in quattro appartamenti di una palazzina dall’aspetto “normale”. Uno di loro commenta così questi primi giorni di vita a impatto zero: "Più che una semplice abitazione dove vivere, io la definirei "Esperienza Leaf". Quando torno a casa dei miei mi sembra di tornare indietro nel tempo! Controllare e gestire quasi tutto da un monitor è semplicemente spettacolare! E poi il comfort ambientale è ottimo." I prezzi di un eventuale affitto non sono affatto insostenibili, a fronte dell’azzeramento perenne delle bollette, così come un eventuale acquisto. La tecnologia impiegata è oramai di dominio pubblico e si può reperire facilmente sul mercato. Soprattutto LEAF House non è un marchio registrato. Più ci copiano più siamo contenti. Solo così si può avere un reale impatto sull’ambiente, rendendo queste realtà accessibili al maggior numero possibile. Ecco i primi dati dopo novanta giorni di vita vera vissuta all’interno della LEAF House: 2.750 kWh elettrici prodotti dai 115 pannelli fotovoltaici integrati nel tetto della Leaf House
8.000 kWh termici prodotti da pompa geotermica e pannelli solari termici
2 tonnellate di CO non emesse nell'atmosfera
1676 € risparmiati in riscaldamento grazie alla pompa geotermica, che sarebbero stati spesi da una palazzina tradizionale di dimensioni simili alla Leaf House
164 € risparmiati in acqua calda sanitaria grazie ai pannelli solari
535 € risparmiati in elettricità grazie alla produzione di energia solare da fotovoltaico
|
Archivi:
Ultimi post:
(24/5/2010 - 11:23)
(3/5/2010 - 16:03)
(1/4/2010 - 16:11)
(25/2/2010 - 11:31)
(23/2/2010 - 15:28)
(16/12/2009 - 14:18)
(20/11/2009 - 14:41)
(18/11/2009 - 10:32)
(20/8/2009 - 10:14)
(28/7/2009 - 14:53)
|