Carcere, quando il tempo è scandito dal vuoto

Vi segnaliamo questo lavoro prodotto dagli studenti di giornalismo dell’Università Cattolica di Milano: i cappellani raccontano da dentro una giornata in casa circondariale. E dei loro rapporti con i detenuti.

Carcere, quando il tempo è scandito dal vuoto

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Educazione alla legalità: Varese modello per la Lombardia

Riparte a Varese la collaborazione fra carcere e scuole. E quest’anno fa anche “da modello” al resto della regione.
Venerdì 26 ottobre è infatti iniziata la sesta edizione del progetto di educazione alla legalità promosso dalla Casa Circondariale di Varese. Attraverso questa iniziativa, un gruppo di 45 allievi delle Scuole Superiori (Istituto Maria Ausiliatrice, Isisi Newton, Liceo Artistico di Varese, Isis di Bisususcio e Isis di Gazzada) avranno l’occasione di confrontarsi sul tema della legalità con un gruppo composto da una decina di persone detenute.
Il progetto è stato recentemente selezionato dalla Regione Lombardia quale “caso studio” nell’ambito dell’educazione alla legalità. L’iniziativa è iniziata con la rappresentazione della commedia “Miseria e nobiltà” messa in scena dal gruppo teatrale “L’Aquilone” (compagnia artistica composta da allievi, docenti e personale non docente dell’Isis Newton). L’intervento è coordinato dalla responsabile dell’Area Pedagogica Maria Mongiello ed è sostenuto dal progetto “Agenti di Rete” (Consorzio Solco di Varese e Fondazione Enaip).

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Fuggi, fuggi….di corsa!

Martedì 30 ottobre alle 14 nel carcere di Busto Arsizio i detenuti e alcuni atleti bustocchi saranno protagonisti di “Vivicittà 2012: Fuggi… fuggi!”, la corsa podistica organizzata da Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti (Comitato Territoriale di Varese), in collaborazione con la Casa Circondariale di Busto Arsizio, l’associazione sportiva A.R.C Busto Arsizio e l’A.S.D Run & Travel, che quest’anno sarà sotto forma di staffetta, a squadre, per coinvolgere più detenuti possibile.

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Un asilo “nuovo”, un lavoro per gli ex-detenuti

Il Comune di Castiglio Olona ha deciso che sì, si poteva fare. E così l’asilo comunale è stato rimesso a nuovo e alcuni ex detenuti hanno imparato l’arte di imbiancare e hanno avuto la possibilità di lavorare. L’iniziativa rientra fra quelle del nostro progetto “Non solo accoglienza”, realizzato grazie anche al finanziamento di Cariplo.
Ecco il racconto di Varesenews.

Oltre 1.300 metri quadri imbiancati da ex detenuti. È accaduto all’asilo di Castiglione Olona, in un progetto che ha coinvolto quattro persone in stato di “esecuzione penale esterna”. L’intervento, che rientrava in un progetto di formazione curato da Enaip grazie al sostegno della fondazione Cariplo al più ampio progetto “Non solo accoglienza(c’è anche il blog Carcere 2.0 ospitato nella Blogsfera di Varesenews), è durato circa due mesi per 230 ore di formazione, di cui è titolare l’associazione Volgiter di Busto Arsizio. Coinvolta anche l’amministrazione comunale che ha seguito passo passo le persone e ha sostenuto economicamente l’iniziativa per circa 9mila euro, suddivise in materiale, attrezzature, logistica, indennità di frequenza e buoni pasto.
«Era dal 1977 che non si imbiancava questa scuola – racconta Laura Biazzi, referente del Coumune -, ora finalmente sia la scuola dell’infanzia che l’asilo nido hanno finalmente un accoglienza degna, grazie a un progetto che ha una forte valenza sociale, di integrazione di persone che hanno deciso di ricominciare imparando un’attività. I risultati, anche per loro, sono stati molto soddisfacenti».
Gli spazi interessati dal progetto di formazione sono stati i muri esterni della struttura che oggi hanno colori vivaci e accoglienti al posto del cemento grigio che caratterizzava l’immobile di via Boccaccio. Alla presentazione dei risultati del progetto erano presenti anche il sindaco Emanuele Poretti e gli assessori Pierangela Provinciale ed Erika Salvalaggio. Oltre al responsabile tuto Sergio Preite e al docente che ha seguito i quattro “studenti” Gilberto Basoni: «Si tratta di un percorso con cui abbiamo voluto dare un ruolo al detenuto cercnado di aiutarlo a integrarsi nella società, ricucendo uno strappo avvenuto quando è entrato in carcere – ha spiegato Preite -. Lo spirito che si è creato è stata una vera collaborazione tra diversi enti e siamo altamente soddisfatti del risultato».
Anche gli ex detenuti, nonostante le poche parole, si sono detti contenti di questi mesi passati: «Torneremmo in carcere solo per raccontare quanto vissuto in questi mesi e raccontare loro quanto ci siamo trovati bene in un progetto come questo».
(Manuel Sgarella)

 

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“Olimpiadi” dietro le sbarre

A Londra stanno scorrendo le ultime giornate delle Olimpiadi, e a Busto Arsizio si conclude il torneo più particolare della città: quello di calcio giocato dai detenuti della Casa Circondariale cittadina. Perché l’estate è il momento difficile per i detenuti e la Casa Circondariale di Busto Arsizio, in collaborazione con Sol.Co. Varese, Enaip Lombardia e UISP Varese, ha concluso oggi l’attività più impegnativa: un torneo di calcio a cinque che ha coinvolto le sezioni comuni. Un torneo combattutissimo, che ha visto coinvolti circa 80 detenuti divisi in 4 sezioni: i giocatori sono stati scelti tra i ristretti nelle varie sezioni, creando così un campionato davvero internazionale, visto che all’incirca l’80% di loro è straniero.
Squadre a nazionalità miste, con molti musulmani che hanno giocato e vinto nonostante le difficoltà fisiche create dall’osservanza del digiuno per il Ramadan. Perché lo sport, e in particolare il calcio, è una passione che non ha età e non conosce confini. E se è l’unico modo per «evadere» con il pensiero da una situazione opprimente come quella del carcere, allora ogni partita, ogni gesto atletico prende un sapore più intenso, e ogni gol trovato con onestà diventa un piccolo riscatto per sé e per la squadra. Soprattutto quando, in semifinale, strappi un pareggio all’ultimo minuto per poi vincere ai rigori.
La combattutissima finale ha visto opposte le rappresentative della prima e della seconda sezione. Una partita che si è dimostrata per nulla a senso unico, e che ha visto alla fine il trionfo della seconda sezione, 3-2.  Oggi sono stati anche premiati i migliori giocatori in campo: K.N. dal Marocco, U.M. dalla Romania e l’italiano P.G.
Fondamentale, per la realizzazione dei tornei, la collaborazione di tutto l’istituto: dai vertici direttivi dell’Istituto, nella persone del Direttore Orazio Sorrentini, della Responsabile dell’Area Trattamentale Rita Gaeta, del Commissario Rossella Panaro che ha in capo l’area sicurezza, a tutto il personale della Polizia Penitenziaria. E anche il sostegno fondamentale di quanti da anni lavorano all’interno della Casa Circondariale: i due educatori di Consorzio Sol.Co Varese ed Enaip Lombardia, organizzazioni che stabilmente collaborano con la Casa Circondariale e UISP Varese che ha messo a disposizione arbitro e palloni per giocare.
Sono stati organizzati i turni degli operatori, attivate tutte le procedure che rendono possibile l’accesso dei detenuti al campo sportivo il martedì pomeriggio dalle 13.30 alle 15.00; informate le persone ristrette, ribadite le regole, formalizzati permessi per l’ingresso degli arbitri. Si sono attivati anche i detenuti: in ciascuna delle sezioni un responsabile ha formato le squadre, dribblando le numerose difficoltà che questo particolare luogo impone. E così, dicono gli Agenti di Rete Sabrina Gaiera e Sergio Preite: «Abbiamo visto le persone ristrette caricarsi di entusiasmo, riuscire per un attimo ad “evadere” dai pensieri circolari che affollano la mente quando te ne stai sdraiato sulla tua branda in cella. Il calcio per un attimo ci ha “de-istituzionalizzati” ci ha reso persone capaci di correre, fare goal, esultare e rattristarci per la sconfitta».

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“Eppur si gioca”

Cosa succede in un carcere in estate, quando la scuola e tante attività si fermano? Ce lo spiega un’operatrice (Sabrina Gaiera, Consorzio Provinciale Sol.Co Varese) che lavora negli istituti di Busto Arsizio e Varese. 

Estate 2012 in carcere. Tante sono le sensazioni e i pensieri che vengono evocati dal tempo e dal luogo. L’estate è un periodo difficile per chi è ristretto(ovvero detenuto): meno attività a causa delle ferie, tempo che se mai è possibile si dilata ancora di più, attesa di quel che potrà essere: amnistia o un’altra misura di grazia; sovraffollamento che si fa ancora più evidente e rende rovente un clima già caldo.
In questo carcere si possono fare cose, semplici, piccole, forse “banali” agli occhi di chi sta fuori, ma tali da dare movimento ad un’estate troppo simile o forse, se possibile, ancora più difficile di altre. Continua a leggere

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La parola “Libertà” a “Quello che (non) ho”

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Plateali in carcere con studenti e detenuti

Si è chiuso anche quest’anno il progetto di educazione alla legalità realizzato nel carcere di Varese in collaborazione con alcune scuole superiori.
Ecco un resoconto, tratto da Varesenews.it, della festa di chiusura.

Si è concluso ieri, con uno spettacolo di interpretazione teatrale, a cura dell’Associazione culturale Plateali, il progetto dedicato all’educazione alla legalità promosso dalla Casa circondariale di Varese in collaborazione con Enaip e alucune scuole superiori della provincia. Un momento di svago e di festa al termine di un articolato percorso fatto di incontri e di momenti di confronto.

«Il dialogo e la lettura delle esperienze in chiave critica ha permesso un arricchimento sia agli studenti che ai detentuti – ha spiegato il direttore del carcere Miogni, Gianfranco Mongelli -. Agli incontri e alle lezioni “teoriche” sono seguiti dei momenti di collaborazione pratica come i laboratori e gli approfondimenti dedicati all’intercultura».

Al progetto, che è giunto quest’anno alla sua quinta edizione hanno collaborato anche alcuni genitori degli alunni. «Abbiamo ottenuto dei segnali positivi anche da parte della Regione Lombardia che sta monitorando le nostrre attività. Il progetto nel suo complesso è stato considerato uno dei più interessanti tra quelli dedicati all’educazione alla legalità» ha aggiunto Sergio Preite di Enaip Varese. All’iniziativa hanno partecipato: l’Isis Newton, l’Istituto Maria Ausiliatrice e il liceo artistico Frattini di Varese oltre all’Isis di Bisuschio.

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Storie di viaggi e di vita

Sabrina Gaiera, Agente di rete in carcere e operatrice del Consorzio SolCo Varese, ci racconta l’incontro avvenuto pochi giorni fa nell’istituto varesino fra alcuni denetnuti e alcuni studenti.

Giovedì 29 marzo, ore 14.00: appuntamento in Carcere a Varese tra i ragazzi delle scuole che aderiscono al progetto legalità e le persone ristrette, quelle del gruppo della legalità e gli stranieri.
Ci siamo preparati negli ultimi mesi per incontrarci e per provare a raccontare con le nostre storie di viaggio, di rapporti nelle nostre famiglie, di fatiche trascorse su un treno e chissà dove, di come siamo finiti qui in Italia e in questo posto in particolare. Il gruppo stranieri è variamente rappresentato: c’è chi arriva dall’Albania, dal Marocco, dal Pakistan, da Capoverde, dal Perù. Chi è cresciuto qui, chi è arrivato più grande inseguendo un sogno: quello di stare meglio in un Paese che tutti immaginano ricco, pieno di possibilità, libero.
Rompe il ghiaccio Leon, con la sua voce forte, si presenta. E poi legge la sua storia fin dal primo giorno, quella volta che scese dal treno alla stazione Centrale… poi Mustapha, Mohamed, Dongo, Fernando, Butt…. Tutti hanno da raccontare. Chi si è ritrovato a camminare solo in autostrada perché il passaggio dalla Spagna era troppo controllato, chi ricorda il suo paese e le sue tradizioni, i cambiamenti della primavera araba e immagina che ora non si potrà che stare meglio, chi ha un ricordo preciso della sua storia con un padre severo e testardo, chi ha rivisto la mamma dopo tanti anni proprio qui, in carcere. Continua a leggere

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“Depenalizzare l’uso delle droghe”

L’intervista di Varesenews al direttore del carcere di Busto Arsizio, Orazio Sorrentino:
Il cosiddetto “svuotacarceri” non è servito in via per Cassano che resta sovraffollato. Il direttore Sorrentino: “Su 40 aventi diritto solo 4 sono usciti“.

>>>> Leggi l’articolo: Carcere, l’emergenza continua anche dopo il decreto Severino

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