Solo carcere ?

Si svolgerà lunedì l’incontro “Solo carcere per questa giustizia?“. L’evento è promosso dall’Associazione Vol.Gi.Ter. e dal Cappellano del carcere di Busto Arsizio, don Silvano Brambilla e si terrà a Busto Arsizio presso l’Oratorio S. Luigi il 21 novembre alle 21.00.
Ogni anno Vol.Gi.Ter. promuove incontri incentrati sul tema carcere e giustizia rivolti ai volontari che a Busto si occupano di questi temi. La presenza quest’anno di Claudia Mazzucato è particolarmente significativa perchè si tratta di una ricercatrice in Diritto Penale della Cattolica che davvero può aprire finestre inedite su questi problemi e che non è stata estranea alla nascita a Busto dell’Associazione Vol.Gi.Ter. e alla formazione dei suoi volontari.
Il tutto si inquadra in un processo generale di sensibilizzazione dei cittadini sui temi delle pene e del carcere, difficili certo, ma troppo spesso mortificati da un’informazione superficiale se non addirittura distorta e scandalistica.

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Fuggi fuggi!

Lunedì 7 novembre alle 14 nella Casa Circondariale di Busto Arsizio i detenuti e alcuni atleti bustocchi saranno protagonisti di “Vivicittà 2011: Fuggi… fuggi!”, la corsa podistica a passo libero organizzata da Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti (Comitato Territoriale di Varese), in collaborazione con la Casa Circondariale di Busto Arsizio, l’associazione sportiva A.R.C Busto Arsizio e l’A.S.D Run & Travel.
La corsa si snoderà su un percorso di 5500 metri all’interno del perimetro della Casa Circondariale. Cinquanta detenuti e venti atleti di varie società sportive del territorio si sfideranno, avendo come unico scopo quello di portare a termine una gara più impegnativa di quanto possa apparire. Soprattutto per i detenuti, che hanno poche possibilità di allenarsi.

La precedente edizione e il racconto di un atleta professionista “ex ospite” del carcere bustocco.

 

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Approvata la carta per il carcere!

Scusateci, siamo scomparsi per un po’…ma ora eccoci qui!
Vi ricordate la carte per il carcere? Ecco, finalmente è realà! Leggete qui a pagina 4 e 5.

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Una carta del carcere

Vi proponiamo questa novità presentata da Carte Bollate (giornale del carceere di Bollate) presentata dabato 10 settembre in un convegno a Milano.
Si tratta della Carta del carcere e delle pene, codice deontologico dedicato a chi scrive di  condannati, detenuti, delle loro famiglie e del mondo carcerario in genere.

Carte Bollate- settembre 2011

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Triste primato per Busto

Ancora una volta si parla di carcere, sovraffollamento e problemi. Qui l’articolo di Varesenews sull’istituto di Busto che secondo il sindacato Uil risulta il secondo in Italia più sovraffollato.

Qui tutti i dati della Uil carcere per carcere.

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Festa!

Una festa per tutti: ospiti, volontari, operatori. Domenica è stata uan giornata di svago e divertimento a Casa Onesimo, la struutura di Busto Arsizio che accoglie persone detenute in permesso o ex detenuti che non hanno ancora un’altra sistemazione.

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Avete presente Lady Gaga?

Avete presente Lady Gaga? Ecco, non c’entra nulla“. Inizia così il racconto di un’avventura musicale durata alcuni mesi nel carcere di Busto Arsizio. A raccontarla è Max Dealoe, titolare del Centro Espressione Musicale di Gallarate, agenzia a cui la Casa Circondariale si è appoggiata per organizzare il concerto del 31 maggio scorso. Max, che non ha condotto in prima persona il laboratorio affidato invece a Romeo Pigni, sul suo blog racconta le emozioni provate il giorno del concerto.
Prendiamo a prestito quindi le sue parole per rendervi partecipi della “magica” atmosfera che la musica ha saputo creare in un luogo che troppi credono “privo di vita”.

“Ci sono sorrisi, pacche sulle spalle e gli in bocca al lupo. Il concerto tra poco sta per iniziare e mi presentano il sassofonista, certamente di Napoli. E’ in ansia, aspetta la moglie e i tre figli che gli hanno promesso di arrivare ma non ci sono ancora. Un lungo viaggio, molte spese per vedere un padre, un marito che dopo trent’anni ha riscoperto il sax contralto tra le mura di un carcere. Pochi minuti prima dell’inizio quella famiglia spunta dal fondo del cortile. E’ dura la puntualità quando hai dieci ore di treno sulle spalle e arrivati alla stazione di Busto Arsizio devi anche scoprire se esiste un autobus che ti porta fino al carcere che sta dall’altra parte della città (ma esiste un autobus per questa gente?). E dove andranno a dormire usciti di lì? L’abbraccio che ne segue a due metri da me mi lacera. Da quanti mesi non si vedranno? Da quanto non si stringeranno in quel modo? Solo qualche secondo per affondare la faccia tra il collo e la spalla di un padre, sentirne l’odore, farsi inondare da quell’odore così rassicurante. Lo è sempre l’odore di un genitore per un figlio”.

Anche la musica, quindi, come percorso di rieducazione e reinserimento. Un altro tassello in un puzzle complesso e delicato che ben si affianca alle azioni che portiamo avanti con il progetto Non solo accoglienza.

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“Volere è potere”

Vi proponiamo un altro breve articolo scritto da Aminatou, studentessa  dell’Istituto “Verri” di Busto Arsizio

Ciao a tutti. Sono una ragazza che ha assistito allo spettacolo “Nella pancia della balena”.
Che dire? L’idea di andare in carcere mi metteva un po’ d’ansia, ma l’accoglienza ricevuta ha dissipato tutte le mie false paure…
Ihhhhhhh……!!!!!! Che stupida che ero… Mi sono accorta che i detenuti sono persone normali come noi.
Quando siamo arrivati, abbiamo dovuto attendere un’ora prima che tutto fosse pronto e la maggior parte di noi, compresa me, si è lamentata, perché eravamo annoiati e stanchi.
Ma appena è iniziato lo spettacolo, avevo il sorriso sulla bocca, che mi ha accompagnato per tutta la sua durata. Continuavo a pensare a quanto erano bravi tutti: musicisti e attori. Più mi piaceva lo spettacolo, più ero curiosa di sapere quali azioni illegali avessero tolto loro la libertà.
Avrei voluto chiedere tante cose … ma solo perché, avendo visto lo spettacolo, era come se si fosse creato un rapporto sincero, tranquillo, leale.  Sono una ragazza che si emoziona e si affeziona alle persone. Avrei piacere di incontrarli tutti nuovamente tra qualche anno… sapere come stanno… ma non credo succederà, così come non sarà possibile andarli a visitare, per trasmettere loro CORAGGIO. Come ha detto Giuseppe, VOLERE E’ POTERE, quindi, dopo essere usciti dal carcere, possono lottare (metafora) per ricostruirsi una vita diversa.
Vorrei che il mio saluto arrivasse a tutti i detenuti che hanno realizzato questo bellissimo spettacolo, soprattutto a Giuseppe e ad Antonio, ma anche a tutti gli altri. Scusatemi, non conosco tutti i nomi… Comunque ricordo che qualcuno proveniva dall’America Latina, dal Ghana, da Napoli e dalla Germania. Vorrei salutare anche chi si è definito timido e non ha voluto parlare.
Concludo, dicendo che è valsa la pena di aspettare… Spero che si continuino a fare progetti di questo tipo, perché sono straordinari sia per gli spettatori che per gli attori.
Sono convinta che non dimenticherò lo spettacolo del 20 maggio 2011.

Grazie per questa meravigliosa esperienza!

Aminatou – Istituto “Verri” Busto A.

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Applausi da noi studenti

Vi proponiamo questo breve articoli scritto da Gloria, studentessa della 4D dell’Istituto “Verri” di Busto Arsizio. A breve pubblicheremo una seconda riflessione.

Il 20 maggio 2011 ci siamo recato alla casa circondariale di Busto  Arsizio, per assistere allo spettacolo: “Nella pancia della balena“ interpretato da un gruppo di detenuti.
All’inizio eravamo spaesati e agitati all’idea di entrare in carcere. L’ambiente poco curato, i diversi cancelli che abbiamo dovuto attraversare, le celle di transito davano l’idea di un luogo tetro e angoscioso.
I detenuti hanno recitato più di un ruolo nello spettacolo durato circa un’ora. Lo stesso personaggio principale, Pinocchio, è stato interpretato da vari attori. Al termine della recita, si è aperto un dibattito introdotto dall’educatrice. L’argomento riguardava la vita dentro il carcere. E’ emerso che uno dei problemi principali dei detenuti è come occupare il tempo per conservare un minimo di serenità e dimenticare almeno per un po’ la causa che li ha portati lì. Il lavoro, per esempio, offre un valido aiuto. All’interno, i detenuti svolgono attività di recupero come il teatro, la musica e la scuola; all’esterno, i pochi che hanno il permesso, si dedicano al giardinaggio e alla cioccolateria.
A nostro parere, è stata una bella esperienza, che è servita ai detenuti per capire che fuori non sono dimenticati e per dimostrare che un uomo può cambiare il corso della sua vita. Hanno tirato fuori la loro voglia di libertà, hanno cancellato in noi il pregiudizio che li vuole solo persone negative e per un po’ anche loro si sono svagati.
A noi, questo incontro è servito. Non avevamo mai pensato ai detenuti come a persone che provano i nostri stessi sentimenti e a quanto sia difficile per loro ricominciare a vivere in spazi così ristretti. Soprattutto è cresciuta la nostra consapevolezza su cosa sia il carcere e sul valore della libertà che per niente al mondo va persa con scelte sbagliate.

Gloria
Istituto “Verri” Busto A.

 

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Carcere e Regione?

Cosa può la Regione, ovvero l’istituzione regionale lombarda, per il carcere? Se lo sono chiesti i consiglieri regionali del Partito democratico che hanno organizzato un convegno proprio su questa tematica. Più info su: www.blogdem.it

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