Eccellenza, il protagonista della settimana – Matteo Astuti, presidente (non) giocatore dei Bidone

L’intervista della settimana tocca a Matteo Astuti, presidente dei Bidone, una delle squadre “veterane” dell’Eccellenza: 40 anni, 2 figli, gran lavoratore, fa parte della rosa muccata anche se in campo ci va col contagocce.

Matteo Astuti, presidente dei Bidone, se ti descrivessero così non saprei riconoscerti… ormai per tutti sei Puddu (o Pdu). Come nasce il tuo soprannome?
È una storia vecchissima, che nasce prima dei Bidone…

Già che parliamo di nomi strani, vuoi raccontare come nasce il nome “Bidone”?
Come nasce il nome Bidone? “Grazie” alla tecnologia obsoleta del T9. Il nome della squadra era storicamente “Oratori Ciemme”, C come Casciago, M come Morosolo. Digitandolo sui telefonini col T9 ogni volta veniva fuori “Bidone”, il nostro nome non poteva che essere quello… Digitatelo col T9! Ah, no, non esiste più…

Si narra di un tuo esordio coi fiocchi da giocatore, a Luvinate, condito da rimessa laterale memorabile in puro stile Bidone, cosa successe?
Sì. Prestazione di classe infinita. Dopo venti secondi cambio rimessa. Dopo quaranta secondi goffo scapicollamento correndo indietro verso l’area. Applausi a scena aperta. Cambio. Totale un minuto e venti. Indimenticabile. Roba da raccontare ai figli.

2012/2013, l’anno della promozione in Eccellenza dopo un ottimo secondo posto. Che campionato è stato?
L’anno dell’esilio. Lontani dal campo dell’onore di Morosolo, ospiti del campo di Inarzo. Innesti di livello, con l’arrivo di amici da sempre che avevano solo bisogno di ritrovare la loro famiglia naturale dopo aver smesso col calcio “vero” e altri che sarebbero diventati amici con la A maiuscola. Iniziato molto male, poi quella presa di consapevolezza che ci ha portato lì davanti. E la celebrazione a Luvinate, dopo un piovoso e storico derby.

2015/2016, stagione da incorniciare, campioni provinciali nel fango di Cuasso, campo della Brusimpianese, cosa ricordi di quell’annata?
Vabbè, una cavalcata meravigliosa. Unità d’intenti, spirito di sacrificio, grande armonia e un pizzico di buona sorte. Tutto festeggiato a lungo, tra Morosolo e Roma. Commozione.

Purtroppo ai regionali vi siete fermati al secondo turno pur avendo la sensazione di poter arrivare in fondo, cosa non ha funzionato?
La maledetta lotteria dei… (la parola mancante è stata rimossa dal vocabolario di squadra). Le premesse erano ottime e ci credevamo davvero. Grande rimpianto (c’è gente che ancora versa lacrime…)

Una delle cose migliori di quella stagione per voi e per tutte le altre squadre è stata l’acquisto della griglia che consolida il terzo tempo Bidone, molto apprezzato da tutti. Da dove nasce questa idea?
Se ti rispondessi dicendo che una delle colonne portanti della squadra è Bistecca? Veganesimo in spogliatoio è una mezza bestemmia. L’idea di condividere un momento extra campo è stata una deriva naturale del nostro spirito. La birra e la griglia (o pane e salame) sono lo strumento di pace per eccellenza…

Infine, la domanda che tutti ci poniamo e alla quale solo voi potete rispondere: è vero che le mucche fanno muu ma una fa muu muu?
Non ho capito la domanda…Poco importa. Rispondo a tono: ditemi perché, se la mucca fa muu, il merlo non fa mee… (cit. Eelst)

Vincenzo Niesi

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