Dopo i tre giorni in giro per rifugi durante i quali abbiamo dato prova, io e Marco, delle nostre capacità; é arrivato il momento di metterci alla prova, ma da soli.
Così abbiamo deciso di salire il Cevedale da soli, ma comunque con il nostro amico, guida alpina, pronto a darci un occhio. Ci alziamo quindi alle 3 e alle 4.30 partiamo a piedi dal rifugio Forni ed in due ore siamo ai 3254 m del rifugio Casati. Beviamo un té, ci imbraghiamo e partiamo: io faccio la guida, Marco il cliente-aiuto guida, e mio papà, in mezzo: il cliente. Procede tutto liscio, in fin dei conti il Cevedale é una camminata su una bella traccia, quest’anno nemmeno tormentata dai crepacci grazie alla molta neve rimasta; l’unica difficoltà puó esser data dalla nebbia e noi, ovviamente, ne siamo avvolti. All’improvviso peró, appena sotto il terminale, dove inizia l’unico tratto minimamente ripido prima della vetta, la nebbia ci abbandona e ci consente di percorrere la panoramica cresta abbracciando con lo sguardo tutte le cime circostanti. Nonostante la semplicità della salita é sempre bello arrivare in cima, avendo fatto da guida per giunta!
Ammiriamo il panorama dall’Adamello, la nord della Presanella, il Tresero, il Gran Zebrù, l’Ortler, la quasi nostra Thurwieser, il Bernina e avanti cosí a perdita d’occhio. Una buona mezz’oretta in cima e poi si scende, questa volta Marco fa la guida e sta ultimo, io, l’aiutante, vado per primo. La discesa non ci crea problemi e tornati al rifugio possiamo concederci una bella mangiata, pieni d’orgoglio per la nostra prima ascensione senza guida