Adolescenza “etichettata”: vivere tra i pregiudizi

Abbiamo tutti un etichetta che indica il nostro valore? E quanto ci condiziona?

Tutti vivono in modo diverso la propria adolescenza, chi in positivo e chi in negativo. C’è chi è una superstar e chi invece è il classico sfigato secchione da film americano.

Ma se fossimo tutti contrassegnati come cibo nei supermercati?
Per provare a dare una risposta a questo quesito, ho intervistato dei ragazzi.

Alcuni studiosi dicono che al giorno d’oggi, molti problemi degli adolescenti sono causati da etichette che limitano le personalità dei ragazzi; ma i giovani la pensano allo stesso modo?

Tutti gli intervistati hanno confermato il fenomeno, aggiungendo inoltre che gran parte delle etichette sono date dai social mediacome Instagram, da personaggi influenti, come attori e cantanti, e dalla TV.

«Io seguo molto Kylie Jenner (modella, personaggio televisivo e creatrice di una linea di cosmetici). Uso i suoi trucchi e seguo la sua moda. Tendo sempre a rientrare nei canoni di bellezza dettati da lei e da altri influencer per cercare di non essere esclusa e isolata. – e aggiunge – Alla società odierna non importa della tua vera personalità, le interessa solo la taglia che porti, se ascolti il cantante che ascoltano tutti e se ti vesti come la fashion blogger del momento».

Per i ragazzi etichettare è una moda diffusa? Per quale motivo lo fanno?

«Sì, mi è capitato di classificare qualcuno. Soprattutto per il suo aspetto fisico o dai vestiti che indossava» risponde la maggior parte degli adolescenti. Altri ragazzi formano i propri giudizi sui commenti di altre persone.

 I giovani si sono mai sentiti etichettati?

Qui le risposte sono state molto varie, alcuni non si sono mai sentiti etichettati, altri fin troppo. Una ragazza racconta la sua esperienza: «Sì, io mi sento etichettata e giudicata. Sono stata messa da parte per molte cose. Alle elementari, per esempio, per gli occhiali, dato che ero l’unica bimba della classe che li portava. Alle medie sono stata definita brutta, perché non mi truccavo e non avevo il ragazzo come le altre. Ora alle superiori va meglio, ma mi sento comunque a disagio per le miriadi di giudizi che ci sono».

Secondo gli adolescenti questo fenomeno si può eliminare o quanto meno ridurre?

La maggioranza degli intervistati pensa che non ci sia soluzione per questa piaga sociale, essendo fin troppo radicata nell’immaginario collettivo. Un ragazzo, però, propone una soluzione: « Le etichette sono pregiudizi e per ridurli bisognerebbe essere più aperti e ampliare le nostre conoscenze. Alla fine non sappiamo che cosa ci sia dietro ogni persona che giudichiamo ed etichettiamo. Magari molti di loro stanno combattendo una guerra».

Noemi Ciaravolo

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