Buongiorno a tutti,
è da un po’ di tempo che si discute animatamente di Scuola e dei problemi che l’affliggono; di quello che si fa (o più spesso di quello che non si fa …). Insomma se ne parla ed in genere se ne parla in toni poco lusinghieri (eufemismo): perdita di tempo, docenti sfaticati, fabbrica di asini, ecc. Solo ogni tanto qualcuno spessa una lancia …. ma, soprattutto, se ne parla dal di fuori (permettetemi: ex cathedra). Ed è per questo che da oggi comincia una chiamiamola così, “Corrispondenza di amorosi sensi”.
Ho scelto questo titolo, anche se, trattandosi di scuola, sarebbe stato possibile prendere a prestito qualche titolo dalla fantascienza: Cronache marziane, Fanteria nello spazio o Ai margini del caos; o, malgari, scomodare Proust se non addirittura il Dostoevskij delle Memorie dal sottosuolo.
Va bene, lo avete capito, lo confesso: sono un insegnante (al maschile o al femminile? Con l’apostrofo o senza?) e l’idea è quella di raccontarvi da un personale, anzi personalissimo, punto di vista ciò che succede quotidianamente, o quasi, in una scuola come tante.
A! dimenticavo: secondo me la parola insegnante non è un sostantivo, bensì, un participio presente. E così abbiamo eliminato il problema dell’apostrofo di prima.
Cominciamo dunque dall’attualità più immediata.
L’altro ieri, in una classe quinta, ho trovato questa scritta alla lavagna: “Come facciamo per sapere per chi dobbiamo votare senza fare una ca…ta?” Sulla cattedra parecchi “santini” e volantini di ogni “colore”.
Riassumo brevemente il mio intervento: “voi avete il diritto ma anche il dovere di andare a votare provvisti di tutte le informazioni del caso”.
“Come facciamo per informarci correttamente? Non si capisce niente!”
“Non è vero, voi che smanettate in internet, entrate nel web e collegatevi ai giornali on line: dal Corriere al Giornale, da Repubblica a Libero, dalla Stampa all’Unità, dall’Espresso a Panorama. Leggete le interviste, leggete i programmi, annotate le proposte che vi piacciono e pensate alla loro fattibilità. Confrontatevi con gli altri, difendete con passione le vostre idee, ma, siate disponibili ad ascoltare le ragioni altrui.
Soprattutto, non lasciatevi convincere dai qualunquisti che “tanto sono tutti uguali”.
Non è vero: imparate a valutare e a scegliere pronti ad accollarvene la responsabilità. Votate per chi cavolo volete, ma, fatelo consapevolmente, in piena libertà, anche per non vanificare il sacrificio di quanti, nel passato, sono morti per permetterci il diritto di scelta. E sappiate che il vostro voto non è un atomo sperduto; è la sintesi che vi lega ad altre scelte: coinvolge la vita di tutti a cominciare da quanto costerà il pane ed il latte …
Cari miei, si chiama Democrazia. Benvenuti nella Polis.
E, adesso tirate fuori i libri che cominciamo.
Gianni Barba