La befana non si festeggia il 29 agosto

Egr Presidente del Consiglio (atto secondo),

molti giornali, domenica 24 agosto, hanno riportato alcune Sue importanti considerazioni a proposito della imminente (l’ennesima?) Riforma Epocale della Scuola Italiana. Cito dal virgolettato: “… personale docente è la negletta spina dorsale del nostro sistema educativo… la scuola non è un problema ma un asset strategico del nostro Paese… tra dieci anni l’Italia sarà come l’avranno fatta le maestre, i maestri, gli insegnanti”.

Caspita! Un vecchio personaggio di Nino Manfredi avrebbe detto: “Fusse che fusse la vorta bona?” Sono rimasto senza parole. Annichilito. Poi mi sono ripreso e ho guardato il calendario: 29 agosto, santa Sabina;  la Befana si festeggia il 6 gennaio. Continua a leggere

…ancora Storia dell’Arte…

Buongiorno a tutti.

Qualche settimana fa ho scritto un articolo dove invitavo ad una seria riflessione sulla dequalificazione, se non addirittura sulla scomparsa, in alcuni indirizzi di studio, dell’insegnamento di Storia dell’Arte. Ho letto con attenzione i commenti, specialmente su facebook, di lettori attenti ma…

Ma, non ho riscontrato interventi di addetti ai lavori!

Con meraviglia ho ricevuto per posta, qualche giorno fa, un articolo (che invito a leggere) dove era riportato l’intervento dell’assessore all’Istruzione della regione Toscana Stella Targetti che criticava anch’essa la retrocessione di Storia dell’Arte nella scuola italiana. In pratica l’articolo riproponeva, anche integrando con altre considerazioni, quanto da me espresso. Lo allego confidando negli interventi dei Colleghi e delle Colleghe ma soprattutto nelle prese di posizione dei Dirigenti più sensibili.

Gianni Barba

BUONE VACANZE

Buongiorno a tutti.

esame di maturitàFinalmente! Terminata la maturità, chiudiamo anche questo travagliato (scioperi degli insegnati, sciopero degli alunni, occupazioni, disagi …) anno scolastico.  Prima di augurare buone vacanze alle/agli studentesse/studenti ed alle/ai snoopicolleghe/colleghi vorrei esternare un paio di riflessioni.

La prima fa riferimento ad un articolo pubblicato sul Corriere qualche giorno fa, vi si faceva il bilancio dell’Esame di Stato nelle scuole milanesi: la percentuale dei promossi (molto alta), i voti, le lodi. Tra le considerazioni ce n’era una molto l'Italia sono anchi'iosignificativa: aumentano gli studenti di origine extracomunitaria diplomati, spesso con valutazione molto lusinghiera. Continua a leggere

Ogni tanto gli insegnanti servono…

Posto così come mi è arrivata, senza aggiungere altro.

A tutti Voi giunga il ringraziamento dei genitori, il cui pensiero credo di interpretare nel riconoscere l’apporto prezioso del vostro ruolo alla formazione dei nostri ragazzi.
Colgo quest’ultima occasione per una riflessione:
siamo in un momento difficile nel quale vi vengono richiesti impegno e sacrifici oltre misura che, purtroppo, non solo non sono commisurati ad un riconoscimento economico, ma il più delle volte, nemmeno ad un solo gesto di gratitudine.
Saper distinguere cosa è importante da ciò che non lo è, per riconoscere il giusto valore delle cose e migliorare le condizioni di tutti, anziché di pochi, è la sfida del nostro tempo.
E’ più facile adeguarsi ad un sistema di pensiero che disgrega piuttosto che unire, dirottando l’attenzione su temi di facciata.
La scoperta della bellezza del mondo che ci circonda ed il desiderio di mettersi alla prova per raggiungere traguardi personali e di insieme è un piacere che stanno tentando di togliere a tutti.
Anche la scuola diventa un’istituzione che non ha più visibilità ed alla quale si riducono gli investimenti per la mancata consapevolezza del valore umano e del potenziale a cui si rivolge. Non è più un luogo dove scoprire i talenti e coltivarli, dove esprimere i dubbi ed avere un sostegno per indagarli.
Il pericolo è che diventi un luogo dove viene periodicamente verificato il grado di ripetizione fedele di ciò che viene “programmato” da altri, nel tentativo di uniformare le opinioni di massa.
Questo toglie qualità e dignità al pensiero personale e, quindi, al futuro che non ci appartiene e che abbiamo chiesto in prestito ai nostri figli.
E’ con un’accorata preghiera che Vi invito ad interpretare ogni giorno il prof. John Keating (L’attimo fuggente) e a non mollare, a coltivare venti di passione, di disincanto, di ispirazione, di creatività al di là di ogni riconoscimento, per rendere giustizia all’unico merito che nulla e nessuno potrà mai compensare: l’aver contribuìto alla realizzazione di un individuo libero di esprimere ciò che è, nel rispetto di sé stesso e di tutto ciò che lo circonda …
Grazie di tutto!

P.S. E’ la lettera giuntami dalla sig.ra M.G., reppresentante di una classe quinta.

Una volta c’era il signor maestro

Una volta c’era il signor maestroIl Maestro

Leggo,oggi su Varesenews che un bel po’ di insegnanti precari non percepiscono lo stipendio così come non lo percepiscono altri lavoratori impegnati nel Pubblico o nel Privato.
Ad essi va la mia totale ed incondizionata solidarietà ed auguro che le difficoltà possano risolversi al più presto. In altri contesti mi è capitato di affermare che nei confronti dei lavoratori ( ed anche delle Imprese creditrici che hanno bisogno di denaro per pagare i lavoratori ed investire) lo Stato è fellone.
Fellone nell’accezione etimologica del termine. Nel Medioevo tale era il mancatore di fé, ovvero il mancatore alla parola data; il reprobo non aveva scampo: marchiato per la vita! Continua a leggere

Meno male che a scuola ci sono gli alunni

Meno male che a scuola ci sono gli alunni.
Lo so che a prima vista, detta così, sembra una banalità. Magari lo è ma, fino ad un certo punto .
Ce ne sono di tutti i tipi, diversi l’uno dall’altro e ciascuno diverso dal giorno precedente. A volte sono svogliati, altre inventano scuse paradossali per giustificare evidentissime mancanze (fenomenale quella di un gatto portato al pronto soccorso), capita di vedere moribondi resuscitare l’ora successiva, per non parlare delle “pene d’amor”. I Romei si isolano e fumando, passeggiano “soli e pensosi” nei cortili mentre le Giuliette sono circondate da amorevoli prefiche che si prodigano coi fazzoletti sporchi di rimmel. Continua a leggere

Voti on line?

Collegio docenti,
tra gli argomenti all’ordine del giorno una voce che riecheggia da parecchio: mettere o no i voti on line? I proff. sono da tempo in agitazione e per questo molti si rifiutano di inserire i voti in internet. I motivi dell’agitazione sono parecchi ma, oggi, non è di questo che tratterò.
Dunque, Collegio docenti. Il solito parapiglia: Bogart contro Wayne, Connery contro Gable, la Lollo contro la Hepburn e la Novak mentre Ave Ninchi è persa tra le chiacchiere. Dico subito la mia posizione: non sono d’accordo e non da ora. I genitori, preferisco incontrarli, guardar loro negli occhi; non accetto di ridurre il contatto con le famiglie attraverso un numero a distanza. Conosco l’obiezione: non a tutti è possibile recarsi ai colloqui mattutini e quindi il voto on line sopperisce ….

 

Continua a leggere

La fiducia

Buongiorno,
oggi ho riconsegnato in classe le verifiche svolte qualche giorno fa. Parte di esse sono state svolte in modo soddisfacente, altre in modo ottimale, alcune non hanno conseguito la sufficienza. Devo dire che le insufficienze mi hanno particolarmente soddisfatto.
Fermi!!!
Lo so che state pensando: il solito (o la solita) insegnante affetto da “sadismo progressivo”, quello che gode un mondo quando dispensa beffardamente voti negativi.
E invece no!
Vi state sbagliando e ve lo dimostro subito; abbiate solo un po’ di pazienza.
Dunque, a suo tempo, dopo aver distribuito le fotocopie del compito da svolgere mi sono reso conto di aver dimenticato il registro in sala docenti. Avrei potuto chiamare il bidello ma mi è balenata un’idea: ci vado io e confido nella lealtà dei ragazzi!
Pressappoco è andata così: “Devo assentarmi qualche minuto, non ho intenzione di chiamare nessuno per vigilare. Sarete da soli, posso fidarmi? Io scommetto di sì … che faccio … vado?”
Si sono guardati un attimo e: “Vada tra”
“Tra?”
“Tranquillo! Si aggiorni.”
“Allora vado, però sappiate che mi fido … però chi ne approfitta e copia è str ….”
“Troppi però. Vada!!!”
Sono andato. Al ritorno un silenzio che a volte, manco con le cannonate; ciascuno lavorava per conto suo.
Non hanno approfittato! Quelli che non hanno svolto il compito correttamente, si sono beccati il cazziatone di prammatica, subito dopo, però, i complimenti per l’onestà e la maturità dimostrate. Ne sono stato molto ma molto soddisfatto. Se volete, consideratelo come me: un passettino per sentirsi adulti e responsabili. Uno di questi giorni racconterò di un’opera di Pirandello: “Il piacere dell’onestà”

Gianni Barba

P.S.: Si capisce che a breve si farà una verifica di recupero

Benvenuti a scuola

Buongiorno a tutti,
è da un po’ di tempo che si discute animatamente di Scuola e dei problemi che l’affliggono; di quello che si fa (o più spesso di quello che non si fa …). Insomma se ne parla ed in genere se ne parla in toni poco lusinghieri (eufemismo): perdita di tempo, docenti sfaticati, fabbrica di asini, ecc. Solo ogni tanto qualcuno spessa una lancia …. ma, soprattutto, se ne parla dal di fuori (permettetemi: ex cathedra). Ed è per questo che da oggi comincia una chiamiamola così, “Corrispondenza di amorosi sensi”.
Ho scelto questo titolo, anche se, trattandosi di scuola, sarebbe stato possibile prendere a prestito qualche titolo dalla fantascienza: Cronache marziane, Fanteria nello spazio o Ai margini del caos; o, malgari, scomodare Proust se non addirittura il Dostoevskij delle Memorie dal sottosuolo.
Va bene, lo avete capito, lo confesso: sono un insegnante (al maschile o al femminile? Con l’apostrofo o senza?) e l’idea è quella di raccontarvi da un personale, anzi personalissimo, punto di vista ciò che succede quotidianamente, o quasi, in una scuola come tante.
A! dimenticavo: secondo me la parola insegnante non è un sostantivo, bensì, un participio presente. E così abbiamo eliminato il problema dell’apostrofo di prima.

Cominciamo dunque dall’attualità più immediata.
L’altro ieri, in una classe quinta, ho trovato questa scritta alla lavagna: “Come facciamo per sapere per chi dobbiamo votare senza fare una ca…ta?” Sulla cattedra parecchi “santini” e volantini di ogni “colore”.
Riassumo brevemente il mio intervento: “voi avete il diritto ma anche il dovere di andare a votare provvisti di tutte le informazioni del caso”.
“Come facciamo per informarci correttamente? Non si capisce niente!”
“Non è vero, voi che smanettate in internet, entrate nel web e collegatevi ai giornali on line: dal Corriere al Giornale, da Repubblica a Libero, dalla Stampa all’Unità, dall’Espresso a Panorama. Leggete le interviste, leggete i programmi, annotate le proposte che vi piacciono e pensate alla loro fattibilità. Confrontatevi con gli altri, difendete con passione le vostre idee, ma, siate disponibili ad ascoltare le ragioni altrui.
Soprattutto, non lasciatevi convincere dai qualunquisti che “tanto sono tutti uguali”.
Non è vero: imparate a valutare e a scegliere pronti ad accollarvene la responsabilità. Votate per chi cavolo volete, ma, fatelo consapevolmente, in piena libertà, anche per non vanificare il sacrificio di quanti, nel passato, sono morti per permetterci il diritto di scelta. E sappiate che il vostro voto non è un atomo sperduto; è la sintesi che vi lega ad altre scelte: coinvolge la vita di tutti a cominciare da quanto costerà il pane ed il latte …
Cari miei, si chiama Democrazia. Benvenuti nella Polis.

E, adesso tirate fuori i libri che cominciamo.

Gianni Barba