Collegio docenti,
tra gli argomenti all’ordine del giorno una voce che riecheggia da parecchio: mettere o no i voti on line? I proff. sono da tempo in agitazione e per questo molti si rifiutano di inserire i voti in internet. I motivi dell’agitazione sono parecchi ma, oggi, non è di questo che tratterò.
Dunque, Collegio docenti. Il solito parapiglia: Bogart contro Wayne, Connery contro Gable, la Lollo contro la Hepburn e la Novak mentre Ave Ninchi è persa tra le chiacchiere. Dico subito la mia posizione: non sono d’accordo e non da ora. I genitori, preferisco incontrarli, guardar loro negli occhi; non accetto di ridurre il contatto con le famiglie attraverso un numero a distanza. Conosco l’obiezione: non a tutti è possibile recarsi ai colloqui mattutini e quindi il voto on line sopperisce ….
E allora diciamola tutta, non mi piace l’idea del controllo, preferisco quella della lealtà che segue la fiducia: se un alunno “becca” un’insufficienza (perché questo è il dente dove batte la lingua!) deve avere l’onestà di dirlo a casa: rifiuto di essere un controllore, un cuneo tra genitori e figli; non rinuncio alla mia funzione educatrice che opera in concorso con le famiglie per favorire la crescita dei ragazzi. Crescita in tutti i sensi. Le valutazioni, positive o negative che siano, si riportano a casa in modo veritiero assumendosene la responsabilità. I giovani si devono fidare degli adulti ed i genitori si devono fidare dei figli, insomma un dialogo vero tra le generazioni.
Dobbiamo favorire una comunicazione aperta e sincera, senza alibi né manfrine. Si parte da qui. E ora permettetemi uno sfogo. Ciascuno di noi, attraverso i cellulari, telepass, carte di credito, tessere sanitarie, bancomat, carte fedeltà dei supermercati, telecamere ovunque, è quotidianamente “sotto la lente”. Più e più volte. I ragazzi, lasciamoli stare, lasciamoli vivere senza il fiato sul collo, non mettiamo loro il guinzaglio; avranno tempo per essere controllati nel corso della loro vita. Piuttosto sforziamoci di educarli alla libertà ed insegniamo, noi, docenti e genitori, che la sincerità e la responsabilità nei rapporti (anche con gli adulti) sono gli elementi imprescindibili per formare una coscienza civile. Ne guadagneremmo tutti. La scuola non è solo sapere quando è nato Dante o la soluzione di una disequazione, la scuola è soprattutto insegnamento di vita.
Gianni Barba