29-12-2013

Ho sempre pensato che questi ultimi due anni fossero stati i migliori della mia vita. Ho sempre creduto che la mia famiglia fosse perfetta, soprattutto dopo la nascita della piccola Lisa, la nostra prima figlia. Chi non sarebbe felice con una grande casa in città, una moglie e una figlia adorabili, un lavoro gratificante e ben pagato?

Ho sempre considerato la mia vita è un quadro perfetto, almeno fino a quando, un giorno, mi è stato mostrato come stavano andando le cose realmente.

Una sera, pochi giorni prima di Natale, mia moglie mi aveva preparato una cenetta deliziosa; eravamo soli perché la bambina stava già dormendo. Avevo una strana sensazione che mi pervadeva, ma tutto procedeva bene. Così, ad un tratto, quando la cena era finita, mia moglie ha deciso di mostrarmi la dura realtà, ammettendo con tono arrogante e altezzoso che l’unico motivo che l’aveva spinta ad avere un figlio, era il semplice fatto che in questo modo lei si sarebbe assicurata un futuro. In quel momento, incredulo e shockato, non ero riuscito a dire una parola. Mi era caduto il mondo addosso. Della mia vita perfetta in un secondo non era rimasto più nulla. Così, dopo aver litigato con mia moglie e aver salutato la piccola, me ne sono andato. La piccola Lisa, per quella gelida e indegna moglie, era sempre e solo stata una garanzia. Adesso sono solo, sono lontano dalla città e da qualsiasi ricordo di quel quadro perfetto. Mi sento stanco e abbandonato. Non so se riuscirò mai a reagire.

 

 

Questa voce è stata pubblicata in Laboratorio. Contrassegna il permalink.