C’è una mancanza profonda e fondamentale dell’etica professionale nei media dei giochi. Non è la corruzione palese del “ci date questo voto, noi vi diamo la pubblicità”, stile cospirazione, tanto caro ai commentatori dei forum di Internet, che esiste anche, ma è raro e limitato a una minoranza di pubblicazioni, assolutamente disprezzata e denigrata dalla maggior parte degli scrittori e degli editori. E’ piuttosto una questione culturale – una cultura di come scrittori ed editori si rapportano ai PR, e di come sia permeabile (per non dire inesistente) la barriera tra tali professioni. Si tratta di una cultura in cui gli scrittori in invitati ai viaggi stampa più lussuosi, si vantano dei loro amatissimi omaggi e esclusive, e coltivano amicizie personali con i PR.
E’ una cultura così assolutamente radicata in questo settore che un gran numero di scrittori (e addetti alle pubbliche relazioni) probabilmente leggendo questo articolo penseranno: “E allora?“. L’industria del videogioco è come un paese del terzo mondo in cui la corruzione è diventata così endemico che “è così che vanno le cose“, e la gente del posto ti guarda male se suggerisci pratiche in contrasto con un qualche tipo di morale o etica. Il “è così che vanno le cose” scusa e perdona tutto.
Un altro luogo comune è “siamo abbastanza intelligenti da non essere influenzati”. Ma non ha alcun senso: I publisher sono astuti, e misurano ogni dollaro spese dai PR per la stampa, la loro influenza, quanto una recensione positiva faccia aumentare le vendite, la spinta nei punteggi Metacritic. Il motivo per cui i publisher sono disposti a spendere così tanto sui PR è perché adoperano una sottile forma di influenza, ma misurabile e molto preziosa.
Mettiamo le cose in chiaro. Le persone che si lamentano degli articoli come questo lo fanno con argomentazioni che i media dei videogiochi – un mercato che fattura svariati milioni di dollari, che impiega moltissima gente e che di fatto paga gli stipendi di quelle stesse persone che fanno questi commenti – non è abbastanza importante da mettere su una discussione per l’etica.
E’ un falso anche questo. Già solo in termini finanziari i media che girano attorno al mercato sono molto importanti. Il tono di un articolo su di un gioco che verrà lanciato a breve su una pubblicazione internazionale è in grado di spostare i prezzi delle azioni di società quotate in borsa di decine o addirittura centinaia di milioni di dollari. I punteggi delle recensioni, aggregate su Metacritic, non solo influenzano le decisioni di acquisto dei rivenditori ei prezzi delle azioni, ma decidono se ci saranno anche dei bonus per i team di sviluppo, come, talvolta, ne decretano la chiusura. Gli articoli possono direttamente influenzare le finanze di altre persone che lavorano nel settore, persino le loro prospettive di lavoro. Chiunque, sostenendo che l’etica di un settore con effetti di una tale portata non sia degna di discussione è una persona le cui stesse motivazioni devono essere messe in discussione.
Ancora una volta chi ci perde sono i giocatori e la loro “cultura” che viene fatta da persone che al massimo dovrebbero lavorare per il Postalmarket.