Gli hardcore gamers fanno “oh“. Be’, più o meno.
Più che fare “oh” sorridono di gusto, ammiccano, si divertono alle spalle dei loro “cugini poveri”, altrimenti detti casual gamers: fate un giro anche voi su un sito/forum/social network/blog qualsiasi, e potrete gustarvi gli anatemi lanciati dai videogiocatori “duri & puri” contro la marea di “giochini” che, puntuali come la morte, invadono ogni mese soprattutto la ludoteca di casa Nintendo. A farla da padrone frasi come “ma che gioco è?!“, “che tristezza vedere che un gioco del genere sia in testa alle classifiche di vendita“, “povera Italia come siamo caduti in basso se c’è tanta gente che compra questa roba“, “let’s kill casual gamers“, “mamma mia che schifo, ma dovevano proprio farlo questo gioco?“; aggiungete a queste sentenze una bella manciata di errori grammaticali (eh, la fretta di scrivere…), qualche parola poco urbana, una manciata di “k” e avrete un quadro abbastanza chiaro della situazione.
Io, che sono “gamer anziano” e quindi super-partes nella guerra tra chi da un videogioco pretende un alto tasso di sfida (hardcore gamer, appunto) e chi invece si accontenta del divertimento non troppo impegnativo (casual gamer), non posso fare a meno di intervenire nella diatriba.
Gli hardcore gamers dovrebbero scendere dal loro piedistallo: il mercato sta infatti dando ragione proprio a Nintendo, che per prima ha saputo soddisfare l’esercito di casual gamers “dormienti” che erano pronti a gettarsi nella mischia; la pretesa superiorità commerciale del giocatore “duro & puro” è ormai a rischio (eufemismo), tanto che sia Microsoft che Sony si stanno muovendo nella medesima direzione segnata dalla Nintendo Wii a suo tempo…insomma stiamo a vedere che succede nei prossimi anni, ma se fossi un harcore gamer non dormirei sonni tranquilli.
L’hardcore gamer medio, probabilmente, tenta di esorcizzare queste paure con lo sberleffo verso i “giochini”, la presa in giro e il disprezzo del consumatore che effettivamente li compra: io invece sono convinto che criticare senza conoscere sia una pessima abitudine…ma tant’è, i siti che trattano del videoludo sono ancora “terreno di caccia” dell’utente smaliziato, dell’hardcore gamer, mentre i casual se ne tengono ben lontani (a loro basta divertirsi, le chiacchiere stanno a zero), normale di conseguenza leggere pagine e pagine di storielline (es. “i casual game fanno schifo“) raccontate la sera quando fa buio, intorno al fuoco, da hardcore gamer ad hardcore gamer, per farsi passare la paura!
La verità, amici miei hardcore, è che il futuro è nelle mani dei casual gamers e non saranno certo le vostre smargiassate a cambiare il corso degli eventi; eserciti di casual gamers affollano già i salotti di tutto il mondo, impegnati nell’ennesimo party-game, mentre torme di bimbi (…i videogiocatori di domani, non scordiamocelo!) mettono le loro avide manine sui “giochini” che tanto di moda vanno oggi.
Io, in quanto gamer anziano, preferisco di gran lunga gli hardcore gamers silenziosi; peccato però ce ne siano davvero tanti che fanno “oh“…ma a star bene in ascolto ci si accorge che è una voce sempre più flebile, flebile, flebile…
Sempavor
Fanbit