Titolo: The Last of Us
Software house: Naughty Dog
Piattaforma: PS3
Genere: Survival Horror, Stealth, Avventura
Doppiaggio: Italiano
Testi e sottotitoli: Italiano
The Last of Us è un gioco di genere Survival Horror e Avventura uscito in esclusiva per PS3 nel giugno 2013 e, dopo aver venduto milioni di copie nel giro di pochi mesi, è diventato uno dei titoli di punta della console di casa Sony, venendo considerato un motivo più che valido per acquistare la console assieme ad altri titoli come l’attesissimo GTA 5 (leggi qui l’anteprima di Morfeus). E’ uno di quei giochi che vale la pena recensire anche a distanza di mesi dalla sua uscita nei negozi.
The Last of Us può essere considerato, almeno nel suo genere, il re dei giochi PS3. Trama interessante, grafica e animazioni fotorealistiche ed un doppiaggio italiano degno di questo nome segnano il successo di questo titolo.
INFEZIONE, POI L’APOCALISSE
Il mondo è stato contaminato dall’infezione causata da un misterioso fungo, che trasforma gli esseri umani in mostri il cui aspetto e comportamento ricordano i classici zombie. La trasformazione avviene in diversi stadi: inizialmente gli infetti conservano ancora la testa umana e la vista, dobbiamo quindi avvicinarci a loro di nascosto senza farci vedere, in quanto ci attaccherebbero subito; nello stadio successivo della trasformazione la testa diventa simile ad un fungo, rendendoli ciechi ma aumentando il loro udito, questo ci obbliga ad avvicinarci a loro molto silenziosamente, solitamente abbassati e camminando molto piano per non far sentire i nostri passi.
All’inizio del gioco ci ritroviamo in un flashback in cui il protagonista di nome Joel e sua figlia tentano di fuggire dalla loro abitazione attaccata da infetti. Una volta completato il livello, la trama avanza nel tempo ritrovandoci nei panni dello stesso Joel ormai con diversi anni in più. Presto nell’avventura gli si affianca Ellie, una ragazzina sveglia e tutt’altro che impaurita, che diventa così la protagonista femminile. Incontreremo poi altri personaggi, alcuni buoni e altri meno, scoprendo così che i nemici non sono sempre gli infetti, ma anche esseri umani senza scrupoli. Col tempo si ipotizza che dal sangue di Ellie si possa creare un vaccino, ed è in particolare in queste fasi del gioco che viene approfondito il rapporto che si viene a creare tra lei e Joel, molto simile a quello tra padre e figlia.
A differenza dei soliti zombie, gli infetti mantengono una buona velocità, soprattutto quelli che hanno ancora la testa umana e possono vedere. Succede spesso che Ellie e Joel vengano accerchiati da una decina di loro, ed in questi casi ci sono utili armi da fuoco, bastoni trovati in giro, piattaforme o qualsiasi rialzo che ci dìa una posizione di vantaggio. Alcuni di loro sono particolarmente ostici e più resistenti di altri, rappresentando i classici boss di metà o fine livello. Per combatterli possiamo usare i metodi convenzionali come le classiche scazzottate, ma il rischio di venire sopraffatti è molto alto, specie contro infetti allo stadio avanzato o contro un buon numero di nemici. Spesso il metodo migliore è di agire nell’ombra, in pieno stile Splinter Cell: possiamo avvicinarci da dietro, effettuare una presa al collo e soffocare il nemico, ma non sempre è così semplice. Benchè funzioni con gli infetti ancora “parzialmente umani”, con quelli la cui testa è ormai un fungo dobbiamo per forza usare un coltello a nostra disposizione per colpirli a morte. Un errore che abbiamo fatto spesso è quello di avvicinarci senza prima aver controllato di avere coltelli; non potendoli soffocare siamo stati sopraffatti, perdendo la vita e ripartendo così dall’ultimo checkpoint.
Ma gli infetti non sono certo l’unica minaccia: ci troveremo ad affrontare bande criminali più o meno organizzate, cacciatori e cecchini; dovremo quindi imparare ad agire furtivamente nascondendoci dietro furgoni, banconi dei bar, scatoloni, divani e chissà cos’altro per prenderne alle spalle uno alla volta senza correre troppi rischi. In caso non sia possibile, talvolta la classica sparatoria stile western diventa l’unica alternativa possibile, e siamo costretti a trovare un buon riparo ed evitare l’accerchiamento in caso di una banda organizzata.
In nostro aiuto vengono spesso non solo le armi convenzionali (come arco, pistole e fucili) ma anche le molotov, devastanti e utilissime contro un gruppo numeroso di infetti, ed altri esplosivi. Trovando banconi da lavoro, Joel è in grado di modificare le armi aumentandone potenza ed altri parametri, aggiungendo quindi quella componente rpg già molto gradita in giochi come Dead Island e Resident Evil.
Per terra si trovano anche molte cose da lanciare, tra cui mattoni e bottiglie vuote, utili per distrarre i nemici che vanno così verso quella direzione mentre noi possiamo sorprenderli alle spalle. Ma il vero asso nella manica di Joel è la possibilità di concentrarsi ed usare l’udito a distanza per rilevare la posizione dei nemici nei dintorni, anche dietro ai muri; tenendo premuto un pulsante, ogni nemico viene visualizzato come un’ombra nera circondata da un bagliore bianco, potendone così studiare i movimenti e capire quando e come attaccarlo. Questo vantaggio viene però a mancare in alcune circostanze, in particolare contro gli esseri umani, quando questi sanno della nostra presenza e si fermano in un punto senza più muoversi: l’effetto “bagliore” scompare, e dobbiamo quindi ricordarci dove si siano appostati.
Ci aiuta anche Ellie, seguendo la nostra tattica di stare in piedi o accovacciati e talvolta salvandoci anche da morte certa. Una sua caratteristica è di non saper nuotare, cosa che in varie occasioni obbliga Joel a doversi arrangiare spostando piattaforme galleggianti sulle quali possa saltare la ragazza. Può nascondersi dietro un angolo, attaccare i nemici con armi da mischia e in alcuni casi sparare con armi da fuoco. Purtroppo qui si evidenzia un difetto non da poco: spesso Ellie corre qua e là per andare a nascondersi proprio mentre passa un nemico, ma incredibilmente quest’ultimo non si accorge minimamente della sua presenza, quasi la ragazza sia invisibile. La situazione perde così parte del realismo e la paura suscitata nel giocatore scende drasticamente, facendoci tornare alla realtà dove quello che vediamo muoversi è un semplice sprite di un videogame, e che chi l’ha programmato possa farne ciò che vuole. E’ giusto dire che, quando Joel viene rilevato, i nemici attaccano anche Ellie; ma non accade mai che sia lei la prima ad essere rilevata.
Graficamente, ci troviamo di fronte ad uno dei migliori titoli mai visti su PS3. Scenari e personaggi sono modellati con un’altissima attenzione ai dettagli, e ce ne accorgiamo in particolare durante le cutscenes, in cui le animazioni dimostrano di non aver nulla da invidiare ad un film hollywoodiano. I fans di Metal Gear non potranno non notare la somiglianza tra Joel e il mitico Solid Snake: sia per il viso e la barba, sia per il carattere un po’ freddo che nasconde però un cuore d’oro. Ci viene quasi da pensare che i programmatori l’abbiano fatto apposta proprio per non sbagliare personaggio (rischiando un flop clamoroso), facendolo carismatico e che ricordasse il protagonista della saga di Kojima pur senza riferimenti diretti; questo considerando anche che i due giochi si somigliano in diverse cose tra cui sparatorie, risse in mischia, ed un’alta componente stealth. Tale somiglianza tra i due personaggi, comunque, resta soltanto una nostra ipotesi nata dalla curiosità.
Anche il doppiaggio italiano è di ottima fattura, con voci azzeccate per ogni personaggio e toni senza sbavature, che ci calano davvero nell’atmosfera di ogni dialogo. Questi ultimi sono sempre utili a fornirci informazioni più o meno importanti o tendono ad evidenziare idee e caratteristiche di ogni personaggio.
La giocabilità è molto buona, benchè come in ogni titolo del genere occorra tempo per avere dimestichezza con i comandi e, soprattutto, per imparare le tecniche per aggirare i nemici in branco. L’udito di Joel è sicuramente un gran vantaggio, contando anche che è potenziabile sulla distanza, e diventa utile soprattutto quando si impara a scegliere l’ordine in cui attaccare i nemici e se farlo in modo stealth o a viso aperto con armi o a pugni.
The Last of Us offre molte ore di gioco ed una trama avvincente, e grazie all’incredibile realismo da cinema può essere tranquillamente rigiocato aumentandone la difficoltà. Anche la modalità online è avvincente, grazie alle battaglie tra bande nei tipici scenari semidistrutti del gioco. Ma la vera perla resta la campagna offline che, seppur per un solo giocatore, offre davvero ore di pure emozioni, combattimenti, sparatorie, paura e qualsiasi altra cosa proviate giocandoci.
SCHEDA TECNICA DI “THE LAST OF US”
Grafica:
– Personaggi pressochè perfetti e animati benissimo;
– Scenari in stile Walking Dead davvero ispirati;
Sonoro:
– Effetti coinvolgenti;
– Doppiaggio italiano da urlo;
Giocabilità:
– Presa confidenza con i comandi, è difficile staccarsi dal joypad;
– Combattimenti dinamici e mai troppo scontati;
Longevità:
– Tante ore di gioco, e rigiocabile più volte provando una difficoltà maggiore;
Multiplayer e online:
– Bello scorazzare per gli scenari cercando di sbaragliare gli altri gruppi;
– Peccato non poter giocare in due offline;
Comprarlo, perchè sì:
– Tecnicamente da premio Nobel;
– Benchè non originalissima, la trama prende molto grazie a dialoghi e ambientazioni di ottima fattura;
– Bello poter individuare i nemici pur non vedendoli e agire di conseguenza;
– Doppiaggio italiano da film;
– I fans di Resident Evil, Dead Island e Silent Hill non devono far altro che acquistarlo ad occhi chiusi. Stesso discorso per gli altri, che potrebbero facilmente apprezzarlo grazie all’alternarsi di scene horror, d’azione, relax e dialoghi commoventi;
Comprarlo, perchè no:
– Ellie viene ignorata spesso e volentieri dal nemico, togliendo punti al realismo;
– Niente multiplayer offline;
– Si tratta di un gioco molto violento, quindi non adatto ai bambini piccoli o a persone impressionabili da sangue e scene crude;
COMMENTO FINALE
Inchiniamoci di fronte a The Last of Us, un gioco dai mille pregi e di cui possiamo solo criticare in minima parte l’intelligenza artificiale dei nemici, che non vedono Ellie neanche a breve distanza quando ci stiamo nascondendo. Per il resto, ore di puro divertimento; sembra di guardare un film interattivo, avvincente nei momenti di azione e commovente nei dialoghi e situazioni tra Joel ed Ellie, in cui spesso si proteggono a vicenda. Da comprare subito e finirlo almeno un paio di volte per coglierne tutte le sfumature.
“Pongy” Alberto Manuel Pongitore
Grazie per questo articolo.