Dodici anni di Eccellenza, tra vittorie e cadute, con un gruppo unito e solido che ha in lui la “stella” indiscussa: il protagonista della settimana del massimo campionato provinciale è Federico Gatti, 34 anni, fantasista della Virtus di Castano Primo, squadra veterana dell’Eccellenza del Csi Varese.
Federico, partiamo da lontano, voi siete in Eccellenza da 12 stagioni, la promozione è arrivata nella stagione 2006/2007 con un secondo posto. Facevi già parte della Virtus?
Quando nel 1997 nacque la Virtus, ero un pischello e un supertifoso dei miei amici ed educatori che militavano nelle diverse categorie. Ricordo con piacere anche il periodo del tifo organizzato, con tamburi, fumogeni e cori nelle partite casalinghe. Per due anni ho intrapreso anche la carriera di cronista: analisi dettagliata delle partite sul giornalino della parrocchia; pagelle severe ma giuste nel giudizio dei miei futuri compagni di squadra. Il mio cammino da giocatore in maglia biancoblu inizia a metà del primo campionato di Eccellenza (ho trovato la pappa pronta) subito filotto di sfide importanti con ORMA Masnago, Maddalena, Balconi Giannino, Sanmacarese ed Audax: squadre con le quali abbiamo battagliato per parecchie stagioni. Nei primi anni abbiamo sfiorato l’accesso più volte ai regionali per pochi punti e colpa di una maturità che tardava ad arrivare.
I traguardi più importanti sono stati il titolo nel 2011/2012 ed il secondo posto nel 2015/2016, cosa ricordi di quelle stagioni?
Emozionante la vittoria nel 2012, per molti sarebbe stato l’ultimo anno (Gufo, Gine), un’occasione da non sprecare; dopo aver dilapidato un buon vantaggio in classifica e perso sonoramente lo scontro diretto col Sacromonte, ci siamo guardati negli occhi nello spogliatoio, a muso duro; ci è servito per inanellare 5 vittorie consecutive e portare a casa il campionato con sorpasso in volata sul Sacromonte perdente a Sant’Antonino per mano dei nostri cugini dell’Audax. Il secondo posto del 2016 è stato sicuramente qualcosa di inatteso dopo anni di ricambio generazionale; si giocava al “ciapa no” tra noi e il Dream Team, che sorpassato nello scontro diretto finale.
E invece i successivi regionali come sono andati?
In entrambe le occasioni il nostro cammino è stato interrotto dalla corazzata AZ Pneumatica del comitato di Como, rispettivamente nei quarti e negli ottavi.
Per molti sei uno dei migliori giocatori del CSI, anche se la tua carriera è costellata di infortuni, credi che avresti potuto fare di più senza problemi fisici? Saresti comunque rimasto nel CSI?
Sicuramente gli infortuni non hanno agevolato il mio percorso calcistico, sia nel calcio a 11 che a 7; probabilmente non ho mai reso al 100%. L’ideale sarebbe stato avere l’atleticità di 5/6 anni fa e la testa ed esperienza di adesso. Nonostante limiti nella corsa e nei cambi direzione qualcosina riesco ancora a dare alla causa biancoblu.
Con Noè, Amati ed Impelluso formate lo zoccolo duro della squadra, che rapporto avete voi quattro?
Noè nei pali rimane il numero uno, un po’ meno nelle uscite. Il segreto: non aver mai fatto un allenamento da portiere. Ad Amati riconosco il premio di Most Improved Player Award; è la dimostrazione che anche con mezzi limitati si possono fare grandi cose; ad oggi lo ritengo il leader della nostra squadra ed elemento imprescindibile. Impelluso è la storia della Virtus, sempre presente dal 1997, circa 400 gol in tutte le categorie, palla in cassaforte e il suo tiro da fuori è sempre una sentenza.
Essendo in provincia di Milano, come mai la scelta di giocare nel comitato di Varese?
Qualcuno ce l’ha rinfacciato di essere della provincia di Milano (sorride). Mi narrano che la scelta di passare al Comitato di Varese risale al 1998, al secondo anno di vita della società. Durante il primo anno le trasferte nell’hinterland milanese erano un calvario in termini di distanze, tempi, traffico e sicurezza. Questa scelta è stata successivamente adottata e condivisa da parecchie squadre “milanesi”.
Essendo da così tanto tempo in Eccellenza hai avuto la possibilità di giocare contro squadre forti e giocatori incredibili, quali squadre e giocatori ti hanno colpito di più?
Squadre forti ne abbiamo incontrate parecchie in questi anni… per essere politically correct ed evitare di dimenticarmene qualcuna rimando all’albo d’oro del CSI, dove vengono premiate le prime 4 di ogni campionato. Come giocatori, oltre ai ben noti che stanno dominando classifica marcatori in questi anni, ho ammirato i fratelli Aziz-Youness, Momo del Sant’Eusebio, Gigi Cozza, il duo gialloverde Testa-Colombo, i terribili Barone e Mastrototaro del Gallo Caffè, l’ex bomber Lettieri dell’Audax detto “simulatore” e Stecco della Biumense. Il difensore più forte il muccato De Ambroggi. Ma una menzione speciale meritano i miei compagni che nonostante abbiano giocato col contagocce in questi anni, hanno sempre presenziato agli allenamenti e mai fatto mancare il loro supporto.
Nelle ultime stagioni avete fatto un po’ di fatica ed anche quest’anno la musica sembra la stessa, come mai secondo te non riuscite a trovare quella brillantezza di un tempo?
Ogni anno in Eccellenza arrivano squadre già pronte per la categoria, l’età che avanza, compagni che hanno smesso, serie di infortuni, allenamenti meno frequenti rispetto al passato sono i principali fattori delle difficoltà affrontate in questi anni.
C’è da dire invece che la società si sta muovendo bene, Under 10, Under 12 e la nuova Open D compongono la rosa attuale di squadre insieme a voi: che futuro vedi per la Virtus?
Il top lo abbiamo raggiunto nel 2012 con 7 squadre ai blocchi di partenza: i primi calci allenati da me, poi ci sono 3 squadre nelle categorie giovanili e 3 nella Open. Dopo un periodo in cui abbiamo rischiato di chiudere baracca e burattini finalmente vediamo la luce con un importante numero di bambini iscritti, grazie al prezioso contributo di alcuni genitori, e con una “nuova squadra” di adolescenti militante nell’Open D. Per noi dell’Eccellenza ho indossato i panni del “condor” riuscendo ad ingaggiare il 31 agosto 3 vecchi compagni dei pulcini della Castanese, stalkerandoli su Facebook… è bello ritrovarsi in quella che probabilmente sarà l’ultima avventura calcistica.
Ci sono partite che ogni giocatore vorrebbe rigiocare per tanti motivi, te ne chiedo due: quella che vorresti rigiocare perché felice della partita e del risultato finale e quella invece che vorresti rivivere per cambiarne l’esito…
Rigiocare: “Istanbul 2005, un incubo mai metabolizzato”… tornando a noi, toglierei “ri”. Mi sarebbe piaciuto affrontare l’AZ negli ottavi dei Regionali ma “stranamente” un infortunio mi aveva messo ko. Rientrare dopo due anni per la rottura crociato, raggiungere un obiettivo per poi non poter scendere in campo è stato abbastanza frustrante. La sera della vittoria del campionato è stato qualcosa di emozionante e gratificante per tutti noi…momenti incancellabili. Infine il ricordo del mio gol più bello, segnato nel giugno del 2017 con la nascita di mia figlia Giulia.