Il senso del gol, la finalizzazione, la palla che non puoi sbagliare: da sempre il centravanti è il ruolo più ambito dagli aspiranti calciatori o, in questo caso, calciatrici.
E Laura Consonni, classe 1983 e una storia calcistica alle spalle che merita di essere raccontata, di gol ne ha fatti tanti, tantissimi. Anzi, 100: «Ho iniziato a 9 anni – spiega – appena vedevo un pallone impazzivo; mio padre ha cercato in tutti i modi di coinvolgere anche i miei fratelli senza riuscirci, la sua passione l’ha però trasmessa a me».
Il movimento del calcio femminile è in netta crescita da qualche anno a questa parte, ma non è sempre stato così: «Giocavo fin da piccola con i maschi, ovviamente non è stato facile – continua Laura -: ai miei tempi era strano che una ragazza giocasse a pallone, ma la mia passione era troppo grande per fermarmi».
Una carriera partita nelle giovanili del Borgomanero, pulcini, esordienti e giovanissimi, poi in serie C regionale nel Grignasco ed infine il grande salto nella serie B nazionale, nelle fila del Romagnano, oltre alla rappresentativa del Piemonte.
Qual è il ricordo che rivivi con più entusiasmo della tua carriera?
«Sicuramente la tripletta rifilata alla Juventus ai tempi del Romagnano, tre gol fantastici conditi dalla mia fede granata, una partita che non dimenticherò mai», dice orgogliosa Laura.
Come mai la decisione di passare al calcio a 7 nei campionati CSI?
«Ero ferma da parecchi anni, avevo fatto molti sacrifici per poter giocare a quei livelli e con me si sono sacrificati anche i miei genitori e la mia famiglia, avevo bisogno di staccare – spiega Laura -. Poi la mia attuale compagna di squadra e portiere del Gravellona, Marta Ferrari, mi ha spronata e convinta a rimettermi gli scarpini: la ringrazio molto per questo. Ho ripreso con grande entusiasmo e durante le partite mi carico con il gran tifo dei miei nipoti a bordo campo e della mia compagna Giada, massaggiatrice e tuttofare della squadra…peccato abbia i piedi storti».
Programmi per il futuro?
«Prima di tutto vorrei finire la stagione al meglio, il mio modo per ringraziare tutte le mie compagne e il presidente Paola Battaglia. Poi vedrò cosa fare, magari smetto di giocare, ma senza uscire dal calcio: l’allenatrice è un ruolo che mi ispira molto».
Ci mandi una tua foto da allegare all’intervista? Magari mentre stai giocando?
«Ti invio questa (vedi foto di copertina) insieme alla mia squadra, perché io sono parte di loro e sono loro che riescono a farmi fare gol!». CHAPEAU.
Vincenzo Niesi