Dalla sospensione dei campionati il 16/10 sembrano passati dei mesi, ma si tratta di solo 10 giorni. Tanti provvedimenti si sono susseguiti ad ogni livello, creando caos e disillusione delle società della provincia.
Cerca di mettere qualche punto fermo il presidente, Redento Colletto, che interviene nella discussione sullo sport di questi giorno. Un intervento rimandato fino ad oggi, quando finalmente sembra ci siano le basi per poter finalmente parlare, senza essere smentiti da nuovi provvedimenti dopo poche ore.
Si parte dall’inizio la sospensione dei campionati:
La volontà del Comitato era quella di far giocare, come chiaramente espresso nell’incontro del 09/10, lasciando la massima libertà alle società sui rinvii per motivi sanitari. Il 16/10, però, abbiamo fermato tutto, date le indiscrezioni che arrivavano da Regione Lombardia, poi confermate in serata con l’ordinanza n.620.
Da li un susseguirsi di DPCM e ordinanze, non sempre scritte in maniera chiara e appropriata, fino ad arrivare a oggi.
Una confusione che ha imposto al Comitato una riflessione profonda sugli aspetti legali:
Certamente. Per poterci muovere dobbiamo tenere in considerazione l’ultimo DPCM del 24/10.
Ma non possiamo dimenticare anche l’ordinanza 623 di Regione Lombardia (un aspetto tralasciato da tanti, troppi dirigenti).
Purtroppo, quando si tratta di leggi, non ci si può affidare a qualche dichiarazione di un ministro o a un’interpretazione di buon senso. Bisogna pesare parola per parola quanto scritto, soprattutto nel nostro caso. Abbiamo la responsabilità di dare le giuste direttive a oltre 200 società nella provincia,
A oltre 200 presidenti che potrebbero finire in guai seri in caso di inadempienze.
Leggendo qualche passaggio con superficialità sembrerebbe possibile determinare chiaramente il da farsi, ma incrociando le varie disposizioni non risulta essere così semplice. Abbiamo preferito suggerire di sospendere gli allenamenti per soli tre giorni e dare il tempo ai nostri esperti di ragionare con le istituzioni, per poi arrivare a una decisione unanime in Consiglio Regionale CSI. a quel punto potremo pianificare lo sblocco della sospensione dei campionati
A complicare il tutto anche la questione dei “campionati di interesse nazionale”
Un altro tasto dolente. Non basta chiamare un torneo “nazionale” per stare sereni, ci sono regole serie da seguire. Come Centro Sportivo Italiano da anni organizziamo campionati provinciali il cui scopo è la selezione delle squadre e degli atleti che parteciperanno alle fasi finali regionali e nazionali.
E’ uno dei motivi per cui, a volte creando qualche polemica, abbiamo sempre recepito le modifiche al regolamento nazionale.
Il problema è però capire quali campionati e quali attività rientrino, quali no e se servano ulteriori passaggi burocratici prima di poterli dichiarare nazionali.
Possono sembrare cavilli che poco hanno a che fare con lo spirito CSI, sono il primo a dirlo, ma quando si parla di leggi dello Stato non si scherza. Tutti abbiamo avuto in nostri grattacapi in un modo o nell’altro, : non banalizziamo la situazione
Sono arrivate anche alcune lamentele, rispetto all’incertezza generale e all’operato del Comitato. Cosa vuole rispondere a questi tesserati?
Dopo lo stop dell’attività e fino all’arrivo del provvedimento regionale qualche polemica c’è stata: è anche il segno della passione con cui i dirigenti vivono lo sport nella nostra associazione. Non possiamo tollerare la maleducazione o certe accuse gratuite arrivate in comitato o sui social anche se da parte di pochi elementi, che allarmano per la loro inutilità. A parte i toni, denotano la totale mancanza di consapevolezza di come funziona il Comitato e l’assenza di volontà di dialogo.
Da fine giugno il sottoscritto, coi consiglieri e i responsabili delle commissioni, si sono messi a disposizione per riunioni online con chiunque avesse dubbi, critiche e proposte.
Se una polemica non vale 15 minuti di discussione online, dalla comodità del divano di casa propria, sarebbe meglio non farla, evitando di creare disinformazione e teorie del complotto in un momento così delicato
E il resto dell’associazione?
La stragrande maggioranza dei tesserati ha reagito come ci si aspettava da loro: grande disappunto ma anche senso di responsabilità. Hanno capito che stiamo solo applicando leggi scritte da altri, senza margine di manovra.
Ovviamente un ulteriore stop a poche ore dall’inizio, dopo tutti i sacrifici fatti per ripartire, non poteva far piacere a nessuno: sia per gli OPEN, oramai costretti senza partite da 8 mesi, sia per gli UNDER, per i quali sono fondamentali anche gli allenamenti per gli aspetti educativi, valoriali e di aggregazione giovanile.
Moltissimi i dirigenti, poi, hanno scritto o chiamato, per farmi avere il loro grido d’allarme: un blocco prolungato dell’attività comincia a preoccupare anche i più ottimisti. Ci siamo dotati di protocolli, abbiamo accettato le imposizioni che arrivavano dalle varie Istituzioni con grande attenzione e sacrificio, preparandoci per mesi. Questo blocco prolungato e l’incertezza normativa di questi giorni sembrano una punizione eccessiva.
Cosa succederà nei prossimi giorni?
A livello nazionale e regionale stiamo dialogando con le rispettive istituzioni e contemporaneamente ci si confronta all’interno della nostra associazione. Per ora gli esperti sono al lavoro per consentire di arrivare giovedì 29/10 a delle informazioni certe, su cui poi il Consiglio Regionale CSI, in un incontro specifico, potrà dare delle indicazioni operative univoche su tutto il territorio lombardo. A quel punto sarà possibile capire quando, come e quali allenamenti sarà possibile svolgere con sicurezza e potremo cominciare a
programmare una ripresa
E per l’attività sportiva e la sospensione campionati?
Tutto dipende dalla curva dei contagi e dalle misure imposte da Governo e Regione Lombardia.
Come CSI abbiamo preventivato sin dalla presentazione della stagione qualche ostacolo lungo la strada.
Non ce lo aspettavamo così presto, ma niente paura. I campionati saranno giocati nel momento in cui ci permetteranno di tornare in campo.
Appena avremo risolto alcuni nodi sulla pratica sportiva vincolati al 24/11 (scadenza dell’ultimo DPCM) potremo presentarci con delle proposte concrete alle società sportive
E, come a sottolineare le parole del presidente, sono arrivate le conferme da parte di Centro Sportivo Italiano sulle attività e i campionati da considerare di “interesse nazionale”.
Ovviamente sono segnalate per sommi capi anche le procedure da mettere in atto sia da parte dei comitati che da parte delle ASD.
Nei prossimi giorni daremo indicazioni più precise sullo status dei nostri campionati e sui passaggi per ottenere le certificazioni di partecipazione a un campionato nazionale, da consegnare ai gestori degli impianti o durante eventuali controlli.
Come detto dal “Pres” sono procedure che possono sembrare complicate, ma necessarie per poter essere in regola: senza la certezza di partecipare a un campionato regolarmente registrato, ogni allenamento sarebbe a rischio.
Sono d accordo con lei Presidente e con tutto il comitato conosco personalmente diversi membri e so che la passione che ci mettete è pari alla nostra e anche di più..
Forza Pres. Dai che la vinciamo questa partita e speriamo di ricevere belle notizie sia per la ripresa che per il Covid…
Saluti Maurizio Biancardi