L’isola dei vivi

“Tra cielo e mare si erge imponente, solenne di luce abbagliante e vibrante di colore, un’isola che innerva, in un felice groviglio di monumenti, il gioco delle alternanze del rosso mattone e del verde.
Torri, castelli, cupole sono i dettami di una realtà nazionale che appare divergente, quanto a composizione, dagli assunti realistici per definizione. Vocato a dar forma simbolica al colore, Sergio Michilini ha costruito un’isola speciale, particolarmente congeniale a sottili sollecitazioni intellettuali, a intime meditazioni su fatti di cultura.


Di fronte alla bellezza spontaneamente vissuta dall’uomo fin dal suo primo vagito, la mente soccombe al possibile pensiero di vedere tutto sprofondare nel blu intenso delle acque (lagunari?), contaminate da presenze estranee.
Si vela così di malinconia (o forse di rabbia) l’intimo dialogo dell’artista con il passato, con voci lontane che la sua interiorità ha tradotto in una visione simbolica del tempo attuale, composto per frammenti destinati a divenire le vittime della pseudo-cultura dell’oggi”.
Maria Censi
Cento, Ferrara, Dicembre 2003

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Sergio Michilini, L'ISOLA DEI VIVI, 1995, olio su tela, cm.60x60

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Nel dipinto L’ISOLA DEI VIVI esistono tutta una serie di suggestioni artistiche, naturali e politiche che mi avvolgevano in quell’ormai lontanissimo 1995.
Il punto di partenza è stato il celeberrimo dipinto L’ISOLA DEI MORTI, del pittore simbolista svizzero Arnold Böcklin (1827-1901)…l’Italia era ed è un’isola privilegiata della Storia dell’Arte universale….un’isola alla deriva con rotte dubbiose e timonieri improvvisati.
Una reazione “romantica” positiva al romanticismo negativo di Arnold Böcklin: nonostante tutto la voglia di vivere esiste finchè viviamo, la morte non è un problema, “per i vivi non c’è, i morti non ci sono più” (Epicuro), e un’isola dei morti suggestiona, pero’ non esiste, mentre un’isola di vivi puo’ esistere e ispirare saggezza e poesia e suggerire percorsi.
Una stratificazione disordinata di architettura italiana che sopravvive ed è piena di vita, di natura, di festa e di giochi ……e senza italiani.
In primo piano un corteggiamento artistico sensuale: un nudo da Nicolas Poussin (Ninfa e Satiri) e una canoa con immigranti brasiliani (Paraty)
Una laguna di acque limpide e trasparenti, in una splendida giornata di sole per riportare la Pittura a quello che realmente è: una costante ricerca della luminosità dei colori, dei colori fatti di luce. (Venezia, nel mondo, la città della luce e della Pittura di COLORE).

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