La “Tia Fanny” e una riflessione sul “colore”

Ho realizzato un piccolo ritratto di “Tia Fanny” (in italiano “zia Fanny”). Nel quadretto ci sono anche due fiori di Sacuanjoche,
che sono il fiore nazionale del Nicaragua, perchè Tia Fanni, emigrata all’estero, è orgogliosamente nicaraguense. Naturalmente ho cercato di fare in modo che il quadro fosse di suo gradimento, senza essere troppo “fotografico”…e, ad ogni modo, è stato anche un nuovo pretesto per provare alcuni accostamenti di colore.

Sergio Michilini, TIA FANNY, 2012, olio su tela, cm.40×40

In italia abbiamo un modo tradizionale di dipingere ad affresco l’incarnato delle figure, quello di Giotto, che ci è stata tramandata dettagliatamente dal Cennino Cennini nel suo famoso Libro dell’Arte.

Per “colorir e incarnare viso giovanile”, dice il Cennini, si parte, come colore di fondo, con il VERDACCIO:
“Togli quanto una fava d’ocria scura….. mettila nel detto tuo vasellino, e togli un poco di nero, quanto fusse una lente; mescola colla detta ocria. Togli un poco di bianco sangiovanni, quanto una terza fava; togli quanto una punta di coltellino di cinabrese chiara; mescola con li predetti i colori tutti insieme….e da’ col tuo pennello a poco a poco, squasi asciutto, di questo colore, che si chiama a Firenze verdaccio, a Siena bazzèo”.
Praticamente il Verdaccio è una mescolanza di OCRA, BIANCO, NERO….e una punta di ROSSO CINABRESE, che è una terra di colore rosso.

Sono sostanzialmente i quattro colori con cui PLINIO IL VECCHIO ci racconta essere stata realizzata la meravigliosa Pittura di Apelle e dell’antica Grecia, e di cui ne abbiamo una pallida testimonianza nelle pitture di Fayum: OCRA, TERRA ROSSA, BIANCO E NERO.

FAYUM

Con questi quattro colori, si possono ottenere TUTTE le variazioni cromatiche di una PITTURA DI COLORE:
I colori “PRIMARI” sono ROSSO (TERRA ROSSA), BLU ( BIANCO CON UN POCO DI NERO) e GIALLO (OCRA GIALLA)
I colori “SECONDARI”: ARANCIO (TERRA ROSSA E OCRA), VERDE (OCRA,BIANCO E NERO), VIOLA (TERRA ROSSA, BIANCO E NERO).
Pertanto si possono ottenere TUTTI i colori CALDI e FREDDI, SECONDARI E COMPLEMENTARI..

Ritornando al VERDACCIO di Giotto, descritto da Cennino Cennini…questo era la “base di inizio” per esempio di un RITRATTO….e su questa base poi si davano le lumeggiature con la TERRA ROSSA E IL BIANCO (che diventavano colore nel loro rapporto di complementarietà con il verdaccio)

Praticamente si lavorava a COMPLEMENTARI e CALDI/FREDDI…. dove il CALDO era il VERDACCIO e il FREDDO  era progrerssivamente il ROSSO/ROSA/BIANCO.

Le ombreggiature di “verdaccio” diventavano quindi le famose “OMBRE COLORATE”….che, come si vede, non erano state inventate dagli “IMPRESSIONISTI”, ma sono esistite fin dall’antichità greca.

MASOLINO DA PANICALE

Questo “modus operandi” è sempre stato applicato dai coloristi, anche quando il ritratto lo si faceva ad olio o tempera dal vero o qualsiasi altra tecnica, con modello vivente. Solamente che a volte, in particolari condizioni di luce naturale, l’ombra Verde poteva tendere verso il Blu (quindi togliendo giallo fino a farlo sparire) o al Viola (aggiungendo Rosso).

Su questo impianto generale i “coloristi” hanno lavorato fino ai nostri giorni.

CEZANNE

Il problema si è posto quando Gauguin è partito per le isole del Sud, e si è ritrovato a dipingere la gente autoctona della Polinesia, di carnagione abbronzatissima, scura o quasi “nera”. E qui tutti i parametri della razza “bianca”, quella su cui si era elaborata la PITTURA DI COLORE, sono saltati…perchè evidentemente i ROSA degli incarnati e i “VERDACCI” delle ombre non funzionavano più.

Gauguin ha lavorato utilizzando i parametri pittorici europei, usando per gli incarnati colori semplicemente più scuri, ma senza approfondire sullo studio del “colorir e incarnare viso giovanile” indigeno…. e ha in un certo senso “tagliato la testa al toro” creando “CAMPITURE” di colore complementere sui fondi delle figure…per esempio incarnati violacei su fondo giallo, o arancio/ocra su fondo bluastro o vardastro su viola.

GAUGUIN

Ma il problema del colore “in sè” delle razze “scure” è tutto da scoprire, sia per formulare delle ipotesi metodologiche come lo fece il CENNINO CENNINI per il caso della nostra razza “bianca” (metodologie assolutamente necessarie per affrontare i tempi rapidissimi della tecnica dell’Affresco); sia per aprire nuovi orizzonti nell’affascinante ricerca della PITTURA DI COLORE per il nuovo mondo di convivenza tra tutte le razze umane.

E’ un tema aperto, anche perchè RINASCERA’ sicuramente la tecnica dell’AFFRESCO, che è, da sempre, dall’epoca delle caverne “la madre di tutte le tecniche pittoriche”,….e RINASCERA’ sulle ceneri di questo vecchio, ingiusto e disumano regime sociale globalizzato e della sua ormai obsoleta e ripetitiva arte di regime, chiamata ambiguamente “arte contemporanea”.

DOTTOR ATL (Gerardo Murillo)

2 pensieri su “La “Tia Fanny” e una riflessione sul “colore”

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  2. speriamo che veramente finisca questa così dette “arte contemporanea” e che rimanga solo l’arte creata dall’ispirazione e dalle mani dell’uomo

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